
Cambia il centro di gravità dell’economia mondiale ma anche le economie emergenti dovranno affrontare le sfide della crescita. Entro il 2050:
• Cina, Usa e India saranno le tre economie più importanti, con un distacco netto sulle altre
• Indonesia, Nigeria e Vietnam potrebbero migliorare sensibilmente la propria posizione
• il Brasile potrebbe superare il Giappone piazzandosi al quarto posto tra le economie mondiali
• la Turchia potrebbe diventare una delle maggiori economie europee superando l’Italia.
La crisi finanziaria globale ha accelerato lo spostamento del centro di gravità economico: entro il 2050 Cina, Stati Uniti e India saranno con tutta probabilità le tre maggiori economie mondiali. Ma sfide importanti attendono anche le economie emergenti impegnate a sostenere la forte crescita registrata di recente. Sono solo due delle conclusioni dell’ultima indagine “World 2050 – BRIC e oltre: prospettive, sfide e opportunità” pubblicata dal team macroeconomico di PwC. Il primo studio di PwC “World 2050” del 2006 prendeva in considerazione le 17 economie più importanti: i Paesi del G7 (Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito, Stati Uniti e Canada) più Spagna, Australia e Corea del Sud; e l’E7 (Brasile, Russia, India, Cina, Indonesia, Messico e Turchia). La versione aggiornata al 2013 comprende inoltre Vietnam, Nigeria, Sudafrica, Malesia, Polonia, Arabia Saudita e Argentina. Secondo la relazione, nei prossimi quattro decenni le economie emergenti cresceranno molto più rapidamente di quelle del G7. Le cifre della crescita media del PIL a parità di potere d’acquisto (PPP) mostrano per il periodo dal 2012 al 2050 la Nigeria in pole position, seguita da Vietnam, India, Indonesia, Malesia, Cina, Arabia Saudita e Sudafrica. John Hawksworth, Capo Economista di PwC e co-autore della relazione, commenta: “Nel breve termine, la crisi finanziaria globale ha colpito i Paesi del G7 molto più duramente rispetto a quelli dell’E7; ed è stata anche la causa di una revisione al ribasso nelle stime sulla tendenza a lungo termine della crescita a livello G7, soprattutto per quelle economie europee e statunitense che, per sostenerla, avevano fatto precedentemente affidamento su finanziamenti pubblici e privati eccessivi”. In altre parole, a parità di PPP, gli E7 potrebbero superare i G7 prima del 2020 ed entro il 2050 Cina, Stati Uniti e India potrebbero essere le economie principali, con ampio margine sul quarto posto del Brasile seguito dal Giappone. Al contempo, Russia, Messico e Indonesia potrebbero superare la Germania ed il Regno Unito, la Turchia superare l’Italia e la Nigeria potrebbe scalare posizioni, proprio come Vietnam e Sudafrica nel lungo periodo. Grandi economie a parte, la Malesia presenta un considerevole potenziale di crescita a lungo termine, mentre la Polonia potrebbe continuare per qualche altro decennio a crescere a ritmi maggiori rispetto ai suoi vicini dell’Europa Occidentale. La tabella in alto illustra come potrebbero cambiare le posizioni del PIL mondiale a parità di PPP; alcuni Paesi sono riportati in grassetto per evidenziare i cambiamenti più rilevanti.
Ma quali sono i maggiori rischi che potrebbero minacciare la crescita dei mercati emergenti? Il rapporto di PwC cita alcuni potenziali fattori di instabilità macroeconomica e politica, come ad esempio:
• l’elevato disavanzo pubblico in India e Brasile
• l’eccessiva dipendenza da petrolio e gas in Russia e Nigeria
• l’aumento delle disparità di reddito che potrebbero condurre a tensioni sociali in Cina e in altre economie in rapida crescita
• l’instabilità macroeconomica e finanziaria in Vietnam.
Il rapporto evidenzia anche la pressione sulle risorse naturali dovuta al rapido sviluppo delle economie emergenti, ivi compresa la crescente difficoltà di mantenere il riscaldamento globale a non oltre 2°C. Mentre nuove fonti di energia non convenzionale, come il gas di scisto, riducono il timore di esaurire i carburanti fossili, secondo il rapporto è probabile che i pericoli associati ai cambiamenti climatici a livello globale non possano far altro che aumentare nei prossimi quattro decenni. John Hawksworth conclude: “Lo spostamento del centro di gravità economico globale è chiaro; ma per poter mantenere i ritmi di crescita degli ultimi anni le economie emergenti dovranno affrontare sfide importanti. Allo stesso tempio le economie occidentali, che hanno certamente nei paesi emergenti significativi mercati di riferimento, dovranno confrontarsi con la concorrenza delle aziende locali in rapida crescita. Anche i governi dovranno affrontare sfide imponenti, non da ultimo il riscaldamento globale derivante da questo rapido ritmo di sviluppo economico”.