A Silvio Berlusconi le case di proprietà in Sardegna, ad Arcore e a Macherio continuano a costare davvero carissime. Due milioni e 332 mila euro di perdita nel 2013, e altri 3 milioni e 200 mila euro per la sola sistemazione di villa Certosa in Sardegna. Questo emerge dal bilancio 2013, analizzato da Libero e dal Blog di Andrea Giacobino, della Dolcedrago, holding in cui sono raggruppati gli interessi immobiliari dell’ex premier.
Solo per la gestione base, le tre ville comportano una spesa di mantenimento di 8,85 milioni di euro l’anno, a cui si aggiunge il costo del personale dipendente, circa 2 milioni di euro, per i 17 a tempo indeterminato in servizio nelle tre case (2 quadri, 2 operai e 13 impiegati).
A Silvio la riformina Imu dell’anno scorso è costata 308.374 euro, 44mila euro più di quanto pagato l’anno precedente. Nel 2012, con l’Imu di Mario Monti, l’Immobiliare Idra (asset principale di Dolcedrago) aveva versato 264.171 euro di Imu.
Unica nota positiva per i conti delle ville Berlusconi è arrivata dal comune di Arcore. Da lì è in arrivo un assegno da 616.900 euro, che in realtà sono la restituzione di un pegno pagato per la lottizzazione di terreni vicini alla residenza principale del leader politico, che poi non si è concretizzata. Altra entrata straordinaria di alcune decine di migliaia di euro arriva da una compagnia assicuratrice che ha indennizzato i danni provocati nel 2012 da “un violento evento atmosferico”.
L’Immobiliare Idra lo scorso anno ha perso 2,3 milioni, è stata finanziata da Dolcedrago per 27 milioni a titolo oneroso, per altri 144 milioni, invece, a tasso zero e si è vista pure rilasciare una fideiussione a titolo gratuito in relazione ad eventuali scoperti bancari, pari a 1,5 milioni.
Ma Immobiliare Idra rischia di non poter rimborsare quei 27 milioni: ed ecco allora che nella nota integrativa firmata dal fido Giuseppino Scabini, uomo-ombra delle finanze personali dell’ex premier, si legge che si sta valutando “l’ipotesi di trasformare il finanziamento da fruttifero in infruttifero”. Dolcedrago paga pegno anche per la collegata Immobiliare Dueville, pure finanziata in modo infruttifero per altri 5,9 milioni: e naturalmente la holding è sostenuta direttamente dal socio unico Berlusconi con un finanziamento a tasso zero pari a 297,1 milioni.
Come se non bastasse la holding si è vista appioppare una decina di dipendenti nella riorganizzazione in atto in casa Fininvest, tanto che i costi del personale sono passati da 163.000 euro a oltre un milione. Ma almeno Dolcedrago potendo iniziare da una parte ad erogare servizi alle partecipate ha fatturato 1,1 milioni e dall’altra incassando 3 milioni di dividendo della controllata Videodue, ha chiuso il 2013 con un utile di 17 milioni.
Per coprire la perdita di bilancio del 2013, Berlusconi ha dovuto utilizzare la riserva da rivalutazione delle tre case consentita da una legge del suo ultimo governo e che ora, assorbita la perdita, ammonta ancora a 121,3 milioni di euro.