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Come giustificare l’inutilità delle grandi opere

grandi opere inutili

I grandi progetti di sviluppo del territorio non sempre mirano a soddisfare dei bisogni. Per vendere la costruzione di una linea ferroviaria ad alta velocità che poche persone desiderano utilizzare o quella di un aeroporto in una regione che non ne necessita, ingegneri, promotori e beneficiari dei lavori fanno a gara di abilità e retorica.

Giustificare l’inutile è diventata una vera e propria cultura di cui si possono cogliere le regole, i riti e i ritmi leggendo la conclusione di un, finto, seminario sull’argomento. Continue Reading

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Gasdotto TAP: Opera inutile, imposta e distruttiva per il territorio

No gasdotto TAP

Il gasdotto TAP è una delle tante Grandi Opere inutili che l’Italia si appresta a realizzare dal costo complessivo sconosciuto, finanziata con project bond (titoli di debito) e scaricata sulle spalle dei cittadini italiani inserendola in bolletta. Tutto nell’interesse dei pochi, soliti, noti. Un’opera dall’impatto geologico ed ambientale devastante ed assolutamente in controtendenza con quello che oggi dovrebbe essere un trend di cura, recupero e conservazione dei beni paesaggistici e dei beni comuni. Continue Reading

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Stop Autostrada Orte-Mestre. Un’altra grande opera inutile e dannosa

no-autostrada-orte-mestre

Opzione Zero è un comitato spontaneo di cittadini che nasce nel lontano 2002 nella zona della Riviera del Brenta (Venezia) per opporsi alla realizzazione dell’opera in questione. Il comitato fa parte della Rete nazionale Stop Autostrada Orte-Mestre, un coordinamento molto vasto ed eterogeneo di organizzazioni che si battono contro la nuova autostrada; tra le associazioni di rilievo nazionale che aderiscono alla Rete ci sono WWF, Legambiente, Italia Nostra, Mountain Wilderness, Pro natura.

L’autostrada Orte-Mestre è il progetto autostradale più importante tra quelli inserite nel Primo Programma delle infrastrutture strategiche della Legge Obiettivo (L. 443/2001): il progetto preliminare approvato dal CIPE nel novembre 2013 prevede l’adeguamento della superstrada E-45 nel tratto Orte-Ravenna (allargamento della sede stradale e varianti); nel tratto Ravenna-Mestre si prevede invece la realizzazione di un tracciato ex-novo. La Orte-Mestre, integrata con il collegamento Civitavecchia-Orte e con il quadrilatero Umbro (nodo di Perugia) andrebbe a costituire un corridoio autostradale tra Civitavecchia e Mestre.

I numeri sono impressionanti: 396 km, 20 cavalcavia, 226 sottovie, 139 km di ponti e viadotti, 64 km di gallerie, 83 nuovi svincoli, 2 barriere di esazione (Lughetto, Orte), 16 aree di servizio, 5 Regioni interessate (Lazio, Toscana, Umbria, Emilia Romagna e Veneto), 11 province, 48 comuni.

Si tratta di un’opera ad elevatissimo impatto ambientale in termini di:

  • consumo di suolo diretto e indotto,
  • interferenze con zone SIC-ZPS-IBA (54 siti),
  • interferenze con importanti zone tutelate (es. Riviera del Brenta, Laguna di Venezia, Delta del Po, Valli del Mezzano, Valle del Tevere, Parco delle Foreste Casentinesi),
  • danni al Paesaggio e al patrimonio storico-archeologico,
  • inquinamento atmosferico e acustico,
  • aumento del rischio idrogeologico.

Una nuova autostrada tra Orte e Mestre è inutile: non ha valenza strategica perché non ricompresa tra le priorità della Rete Europea TEN-T, costituirebbe un doppione della A1 e della A14-A13, inoltre il flusso di traffico totale attuale e di previsione si attesta su livelli molto modesti. Inoltre il progetto non prevede alcun intervento concreto per la messa in sicurezza della SS 309.

Insostenibilità economica: il costo preventivato dell’opera è di circa 10 Miliardi di euro, di cui 1,8 Miliardi di euro di contributo pubblico in termini di sgravi fiscali; la rimanente quota dovrebbe essere a carico del proponente attraverso gli strumenti Project Financing e del Project Bond in cambio di una concessione della durata di 49 anni. Essendo però il flusso di traffico stimato molto scarso è prevedibile che il gettito dei pedaggi non sarà sufficiente a coprire il debito generato.

Il rischio del malaffare: i recenti scandali relativi a EXPO e MOSE mettono in evidenza una volta di più come il sistema delle “grandi opere”, per come è strutturato, sia particolarmente soggetto a fenomeni di malaffare e corruzione. Da questo punto di vista proprio la Orte-Mestre denota già in partenza presupposti poco rassicuranti: il proponente infatti è la GEFIP Holding di Vito Bonsignore, già condannato in via definitiva per tentata corruzione; inoltre il principale partner finanziario della cordata è la banca CARIGE, investita in questi giorni da una vera e propria bufera giudiziaria.

Le alternative alla costruzione dell’autostrda Orte-Mestre esistono, costano meno, sono realizzabili in tempi più brevi e sono più sostenibili. Nell’immediato si tratta di prevedere interventi puntuali per la messa in sicurezza della E-45 e della SS 309 Romea; in particolare nell’immediato è possibile deviare direttamente sulla A-13 il traffico pesante che da Ravenna risale verso Mestre percorrendo la statale. Nel medio periodo è necessario puntare all’implementazione e all’integrazione del trasporto ferroviario con quello fluvio-marittimo. Numerosi sono infatti i progetti in corso di approvazione o realizzazione a cominciare dallo sviluppo del corridoio ferroviario Adriatico-Baltico già approvato e finanziato dalla Comunità Europea.

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130 milioni per manutenzione ponti, viadotti e gallerie o… per mangiarseli?

Grandi-Opere-di-Berlusconi

Ponti, viadotti e gallerie su strade e autostrade che vanno a pezzi. L’Anas ha predisposto una serie di bandi per oltre 130 milioni di investimento per mettere in sicurezza le nostre strade.

In particolare, i bandi predisposti dall’Anas riguardano 13 regioni italiane: Basilicata (35,1 milioni di euro), Toscana (29,3 milioni di euro), Marche (14,4 milioni di euro), Abruzzo (11,6 milioni di euro), Lazio (11,3 milioni di euro), Emilia Romagna (8 milioni di euro), Campania (5,2 milioni di euro), Piemonte (4 milioni di euro), Veneto (3,8 milioni di euro), Umbria (3,2 milioni di euro), Puglia (3 milioni di euro), Liguria (1,8 milioni di euro) e Lombardia (400 mila euro). 

“Avevo preannunciato che entro la fine di questo mese”, ha dichiarato il presidente di Anas, Pietro Ciucci,  “avremmo pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale 50 bandi di gara per lavori; ne abbiamo pubblicati 56 per un totale di oltre 130 milioni di euro di investimento complessivo. Un risultato importante perché la preparazione dei bandi di gara ha bisogno di un complesso lavoro”.

Le spese rientrano tra gli interventi urgenti previsti dal ‘Decreto del Fare’ per il rilancio dell’economia, per un importo complessivo di 300 milioni di euro.

Da ricordare che l’Azienda Nazionale Autonoma delle Strade Statali (nata sulle ceneri dell’Azienda Autonoma per la Strada), dal 1946 data di fondazione è stata la sacca per le più grandi tangenti nell’Italia di tutte le repubbliche. Oggi l’Anas al tempo stesso, costruisce strade e autostrade, le gestisce, le dà in concessione e controlla (beh) i concessionari. 

Un immenso potere diffuso e autoreferenziale, miliardi e miliardi di euro da spendere ogni anno tra la politica, gli affari, la clientela e la corruzione (ad esempio le Grandi Opere di Berlusconi).

Questi 130 milioni di euro di investimento non vorrei che finissero nelle tasche di qualche nostro politico. In tempi di spending review tutte le strade portano alle mazzette.

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