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Ora è ufficiale: 100 terremoti provocati dal fracking

attività di fracking

Gli eventi sismici avvenuti tra il 2011 e il 2012 sono correlati alle attività del pozzo NS1 adiacente alla città di Youngstown, Ohio in quanto avvenuti in concomitanza con l’aumento della pressione sotterranea dovuta allo stoccaggio dei fanghi di perforazione.

Il legame tra attività di fracking e terremoti è confermato da un’analisi sismologica apparsa recentemente sul Journal of Geophysical Research; lo studio riguarda l’area di Youngstown nell’Ohio e rappresenta un’ulteriore conferma dell’impatto ambientale del fracking dopo quanto emerso già in New Mexico e Colorado.

Tra il gennaio 2011 e il febbraio 2012 sono avvenuti nell’area oltre 100 terremoti di piccola scala (magnitudo da 0,4 a 3,9 (1)). Nell’immagine in alto sono indicati in rosso gli epicentri dei principali eventi sismici, tutti collegabili al pozzo Northstar #1 scavato nell’immediata periferia della città di Youngstown. E’ tra l’altro assolutamente incredibile che sia stato permessa una perforazione in un luogo così prossimo al centro abitato come è possibile vedere dalla mappa in fondo al post (2).
Il pozzo incriminato non era un pozzo produttivo, ma un pozzo di stoccaggio dei fanghi di perforazione del fracking effettuato in Pennsylvania. I ricercatori hanno anche correlato temporalmente il verificarsi dei terremoti con i maggiori incrementi della pressione sotterranea, mentre i periodi di calma sismica sono quelli collegati alla minore pressione.
attività_di_fracking_in_Ohio_sono_correlate_a_100_terremoti_avvenuti_tra_il_2011_e_il_2012

(1) La scala Richter è logaritmica, per cui aggiungendo 1 alla magnitudine, l’energia liberata dal sisma viene moltiplicata circa per 30.
(2) Entrambe le mappe di questo post provengono da uno studio preliminare dell’Ohio Department on Natural Resources, più chiare di quelle presenti nell’articolo che sono in bianco e nero.

(Fonte Ecoblog)

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Terremoti a catena

terremoto

L’idea e’ sempre stata che gli eventi umani che portano ai terremoti siano su scala locale. E cioe’ che se io trivello in un certo posto, l’eventuale sismicita’ indotta comparira’ nelle sue strette vicinanze.

Adesso pero’ arriva questo articolo su Science, a firma di Nicholas J. van der Elst,  Heather M. Savage, Katie M. Keranen, Geoffrey A. Abers, pubblicato il 12 Luglio 2013 a dire che non e’ poi necessariamente cosi vero. Gli autori infatti affermano che eventi sismici di alta magnitudine possono generare onde sismiche alle lunghe distanze che poi possono scatenare terremoti secondari, in zone anche a migliaia di chilometri in distanza, specialmente in luoghi gia’ di per conto loro interessati ad accumulo di pressione, squilibri, instabilita’ e tensioni. Fra queste, guarda caso, le zone dove si pratica la reiniezione di fluidi di perforazione petrolifera.

In pratica: la reiniezione di fluidi porta a scompensi nel sottosuolo, a pressioni sulle faglie sotterranee cosicche’ quando arriva l’onda sismica dai terremoti piu’ distanti, e’ piu’ facile che si scatenino altri terremoti, perche’ il terreno e’ gia’ sotto stress per conto suo. Lo dice chiaramente uno degli autori, Nicholas Van Der Elst:

“The fluids are driving the faults to their tipping point. The remote triggering by big earthquakes is an indication the area is critically stressed.”

“I fluidi portano le faglie al punto di rottura. Il fatto che i grandi terremoti li attivino da lontano, e’ un indicatore che la zona e’ sotto stress critico.”

Ora per tutti i ben pensanti, questo non lo dico io, lo dice Science, che e’ una delle riviste piu’ prestigiose del mondo.

Gli autori portano il caso del terremoto del Cile del 27 Febbraio 2010 di intensita’ 8.8 Richter che causo’ una serie di terremoti di assestamento in tutta la zona attorno a Conception e che secondo gli autori, e’ stato lo stesso che ha portato allo sciame sismico attorno a Prague, Oklahoma. Infatti solo 16 ore dopo l’evento del Cile ci fu il primo terremoto a Prague, Oklahoma, di intensita’ 4.1 Richter. Lo sciame sismico continuo’ per altri mesi, fino all’evento piu’ grande, di intensita’ 5.7 Richter, il 6 Novembre 2011.

L’Oklahoma era territorio non sismico. O almeno lo era prima della reiniezione.

Lo stesso terremoto del Cile, secondo gli autori, ha anche scatenato terremoti al confine fra il Colorado ed il New Mexico, anche qui in prossimita’ di pozzi di reinizione di materiale di scarto da
fracking. Qui il terremoto di intensita’ maggiore e’ stato il giorno 22 Agosto 2011 di magnitudine 5.3 Richter.

Allo stesso modo gli autori indicano che i terremoti al largo delle coste del Giappone di magnitudine 9.0 Richter il giorno 11 Marzo 2011 ha portato allo sciame sismico attorno a Snyder, Texas sei mesi dopo, dove gia’ si erano registrate scosse sismiche collegate all’ estrazione di petrolio e dove l’intensita’ massima raggiunta e’ stata 4.5 Richter. In realta’ per strano che possa apparire, non e’ la prima volta che si parla della possibilita’ che gli sciami sismici possano essere generati da eventi lontani.

Gia’ nel 1992, il terremoto 7.3 Richter a Landers, nel deserto del Mojave di California ha portato ad eventi sismici di magntiudo 5.6 in Nevada, a 150 miglia di distanza.

Nel 2002, si era concluso che un terremoto in Alaska di intensita’ 7.9 Richter avesse innsescato ua serie di terremoti presso il parco Yellowstone a 2,000 miglia di distanza come riportato in questo articolo del 2004 study esegiuto da Stephen Husen, geologo svizzero.

Lo stesso evento dell’Alaska causo’ tremori anche attorno ad altre faglie californiane fra cui quelle di San Andreas, San Jacinto e Calaveras secondo un altro studio del 2008 eseguito dal geofisico dell’USGS Joan Gomber.

Con molta chiarezza, uno degli autori dell’articolo attuale, Goeffry Abers, dice che e’ da 20 anni che si sa che eventi sismici di grande magnitudine possono scatenarne di altri in posto distanti, specie dove le pressioni sotterranee sono elevate.

Semplicemente adesso la connessione include i posti dove le pressioni sotterranee sono elevate a causa dell’opera umana e del seppellimento di monnezza tossica al alta pressione. Negli Stati Uniti centrali, ci sono stati 21 terremoti l’anno dal 1960 al 2000. Nel 2011 il numero e’ salito a 188.

(Fonte dorsogna)

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