La Commissione Ue insiste nel dire che Frontex non ha i fondi e i mezzi per sobbarcarsi l’emergenza immigrazione, ma sarà vero oppure è una mossa per lasciare a noi la patata bollente? Il quotidiano Il Tempo ha calcolato che in 10 anni Frontex, l’agenzia europea per coordinare il pattugliamento delle frontiere, ci è costata ben 600 milioni. Abbiamo speso un fiume di soldi anche per i rimpatri. Dal 2008 al 2012 ben 60,7 milioni, 26 pagati dall’Italia e 34,6 dall’Ue.
Spulciando nei bilanci di Frontex, viene a galla una storia decennale che evidenzia come le risorse a disposizione dell’Agenzia siano cresciute esponenzialmente dal 2005 fino a toccare cifre da capogiro, per andare a diminuire negli ultimi anni. E se la maggior parte dei fondi vengono impiegati per le “attività operative” (in realtà sempre meno), molto elevate e in crescita sono le “voci” riferite al personale, all’amministrazione, oltre che all’affitto della sede. Dalla sua nascita, Frontex ha ricevuto dall’Unione, quindi dai Paesi che la compongono, Italia compresa, poco meno di 650 milioni di euro.
Come si può leggere alla voce “budget”, prosegue l’analisi del quotidiano, sul sito di Frontex, i fondi sono stati di 89.578.000 nel 2012, di 93.950.000 nel 2013 e di 89.197.000 nel 2014 (ogni anno si riferisce a quello precedente). Lo staff di Frontex è formato da 317 persone. Negli ultimi tre anni la spesa è aumentata: se nel 2012 la cifra prevista in budget era di 19 milioni 150mila euro, nel 2013 era di 20 milioni e 20mila euro, mentre nel budget 2014 è di 20 milioni e 40mila euro. Nello stesso periodo a crescere è stata la voce “recruitment”, cioè selezione del personale: 114mila, 167mila e 150mila rispettivamente nel 2012, 2013 e 2014. Quanto alle “missioni amministrative”, negli ultimi tre anni la spesa è diminuita, passando da 500mila euro nel 2012 a 300mila attuali. Aumentata, invece, la spesa delle infrastrutture sociomediche del personale: negli stessi anni è passata da 61mila euro a 65mila. Il budget per le “altre spese” relative allo staff è passato dai 725mila euro del 2012 agli 895mila del 2013, per poi scendere agli 800 di quest’anno.
Nel bilancio dell’ultimo anno si può leggere che i fondi impiegati per spese amministrative sono stati pari a 32,9 milioni di euro. Alla voce “altre spese amministrative”, è riportato che le risorse impiegate per l’affitto di locali e spese ad essi associate, arrivano a 5 milioni 140mila euro nel 2014, mentre l’anno prima erano stati di 4 milioni 696mila e nel 2012 di 3 milioni e 805mila. Per l’elaborazione dati, telecomunicazioni e statistiche, invece, dagli oltre 4 milioni del 2012 si è passati ai 2 milioni e 350mila del 2013, per tornare a superare di nuovo i 4 milioni quest’anno. Spese in crescita anche per le “proprietà mobili”: dagli 80mila euro del 2012 ai 375mila del 2014.
In aumento anche la “spesa corrente per l’amministrazione”: 720mila euro nel 2012, 814 l’anno dopo e 1 milione 690mila euro quest’anno. Negli ultimi tre anni, poi, sono stati impiegati 230mila euro per spese postali, quasi 2 milioni per convegni “non operativi” e 2 milioni 330mila euro per “informazione e trasparenza”. Se cresce la “spesa amministrativa”, diminuisce quella che conta.
Pur essendo le voci di spesa più grosse, per le “operazioni e progetti pilota verso le frontiere terrestri”, si è passati dai 5 milioni 800mila euro del 2012 ai 9 milioni e 300mila dell’anno successivo per scendere quest’anno a 9 milioni e 80mila euro. Quanto alle “frontiere aeroportuali”, le cifre sono molto più basse: 6 milioni e mezzo di euro negli ultimi tre anni. Infine, per le operazioni alle frontiere marittime, il budget del 2012 parla di 28 milioni 750mila euro, quello del 2013 di 27 milioni 942mila e quest’anno, in netta flessione, 21 milioni 440mila euro. Diminuite anche le spese per la progettazione e gestione della cooperazione operativa, che passano dagli oltre 10 milioni del 2012, agli 8.850.000 dell’anno dopo fino ai 9 milioni 497mila euro di quest’anno.
Per le operazioni congiunte si è passati dai 46 milioni e 993mila euro del 2012 ai 48 milioni 382mila euro del 2013, il budget del 2014 è di 42 milioni di euro. Per l’analisi del rischio si è passati da 1 milioni e 400mila euro del 2012 a 1 milione 360mila del 2014, mentre la spesa per il Centro operativo di Frontex è passata da poco più di un milione del 2012 ai quasi 3 milioni del 2013 fino a scendere a 710mila euro del 2014. Per Eurosur (sistema europeo di sorveglianza creato nel dicembre 2013), la cifra messa a budget nel 2014 è di quasi 4 milioni di euro.
E per concludere, per la sede di Frontex, che si trova Varsavia, in Polonia (due piani di un grattacielo per oltre 7mila metri quadrati), la spesa è di 5 milioni di euro all’anno (nel 2005 si aggirava intorno ai 120mila euro).