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Dossier carceri del Movimento 5 Stelle

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Dal 2010 è stato nominato un Commissario delegato per l’emergenza carceri, Franco Ionta, anche capo del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria (Dap). Durante la sua amministrazione sono andati persi 228 milioni di euro di fondi Fas provenienti dal Cipe per mancata utilizzazione. Il commissario aveva una dotazione, tratta dal Dap, di 15 unità lavorative che ha portato al ricorso a risorse esterne attraverso consulenze onerose, spesso fiduciarie o affidate tramite bandi non adeguatamente pubblicizzati: è anche accaduto che a una gara abbia partecipato una sola persona. Ad esempio si è ricorso alle prestazioni della dott.ssa Fiordalisa Bozzetti per ben 220.000 euro in 3 anni per la gestione della contabilità. Così come ci si è avvalsi di diversi avvocati per pareri legali. Sempre a titolo d’esempio, l’avvocato Andrea Gemma sono state concesse consulenze per ben 140.000 euro in 2 anni. Risorse che, molto probabilmente, di sarebbero potute trovare all’interno della stessa amministrazione pubblica. Sinesio, succeduto a Ionta come commissario delegato, è stato successivamente nominato commissario straordinario con un decreto del Presidente della Repubblica del 3 dicembre 2012. Nella sua audizione del 2012 alla Camera, Sinesio ha affermato che a ottobre 2012 sarebbe iniziata la cantierizzazione di 17 nuovi padiglioni. Di questi, attualmente, non è stato ancora avviato nessuno (tranne il pre-cantiere di Siracusa) e per ogni consegna si stimano minimo 400 giorni lavorativi. Nel piano carceri del commissario straordinario, tra l’altro, si prevede:

– La riapertura del Carcere di Pianosa a reclusivo, nonostante ne sia stata dichiarata la chiusura, insieme all’Asinara, con legge 23 dicembre 1996 n. 652, art. 6 (chiuso il 31 dicembre 1997)
– La costruzione del carcere di San Vito al Tagliamento o in Friuli, luoghi in cui il fabbisogno territoriale è di 445 e la capienza regolamentare attuale è già di 513

I numeri:
– 0 posti consegnati a oggi
– 4.050 posti nuovi da consegnare entro maggio 2014 (limite imposto Ue – sentenza Torreggiani)
– 1.299 posti dopo maggio 2014 attraverso ristrutturazioni
TOTALE PIANO CARCERI: 5.349 posti dopo maggio 2014 (sentenza Torreggiani)

Posti non creati dal commissario ma confluiti nel piano carceri:
– 780 posti consegnati dal ministero delle Infrastrutture a Reggio Calabria Arghillà (rifunzionalizzazione) e Sassari (nuovo), + 500 posti a Cagliari (nuovo, consegna settembre 2013);
– 500 posti consegnati dal ministero delle Infrastrutture in Sardegna1 e a Massa + 400 posti a Forlì e Rovigo (consegna dicembre 2014);
– 2.010 posti consegnati dal Dap con la creazione di nuovi padiglioni + 1.697 posti con consegna febbraio 2014;
– 585 posti consegnati + 389 con consegna entro dicembre 2013
TOTALE = 6.861 posti regolamentari – 10.000 tollerabili. In totale quindi, secondo questi piani, si dovrebbe giungere a 12.210 posti regolamentari ovvero 18.000 tollerabili.

Piano carceri alternativo. Vi è un Piano Carceri già elaborato dal Dap che non prevede nuove carceri se non un istituto da 800 posti nell’area del Napoletano/Casertano (costo 40mln di euro). La ratio di questo programma sta nel recupero funzionale di carceri mal utilizzate, recupero di sezioni chiuse, costruzioni di nuovi padiglioni e riallocazioni di cubature.

Alcuni esempi

– In provincia Catania si potrebbe arrivare a una capienza regolamentare di 1.850 posti (contro i 744 attuali) in presenza di 1.081 detenuti.
– A Roma si potrebbe arrivare a una capienza regolamentare di 2.800 posti (contro i 1.979 attuali) in presenza di 2.834 detenuti.
– A Milano si potrebbe arrivare ad una capienza regolamentare di 4.000 posti (contro i 2.478 attuali) in presenza di 3.866 detenuti.

I numeri .L’intero progetto già elaborato di ristrutturazioni, apertura e riallocazioni di sezioni detentive ma soprattutto di modifica dell’edilizia carceraria prevede, ad esempio, l’unificazione di celle portandole a triple/quadruple con un allargamento delle stesse così da rientrare nelle prescrizioni imposte dalla sentenza Torreggiani. Si prevede poi la modifica del sistema di vigilanza rendendola dinamica, come già sperimentato positivamente in alcuni penitenziari, così da recuperare risorse del personale attualmente in sofferenza numerica. Tutto ciò porterebbe le carceri italiane ad avere 69.120 posti disponibili, rispetto alla capienza attuale di circa 47.040 posti, ovvero con un aumento della capacità di ben 22.000 posti rispetto all’attualità entro la fine del 2015, eliminando completamente la situazione di emergenza carceraria e generando inoltre un surplus di posti disponibili.

costi DAP

Le differenze di costi fra i diversi interventi sono attribuibili al fatto che il DAP ha già al suo interno una struttura di professionisti e specialisti. Per cui in caso di nuove carceri i costi sono i seguenti:

– Commissario straordinario: 75mila euro a posto detenuto (consegnati zero)
– Ministero Infrastrutture: 235mila euro a posto detenuto (consegnati 980)
– Dap piano alternativo: 50mila euro a posto detenuto per 800 posti

In caso di ristrutturazioni e rifunzionalizzazioni dei vecchi istituti i costi sono:

– Dap piano alternativo: 15mila euro a posto detenuto per 21mila posti

IN TOTALE: 355 milioni di euro per uscire completamente dalla fase emergenziale entro due anni attraverso il piano alternativo del Dap con la creazione di 21.800 nuovi posti detentivi. Per il piano carceri del commissario Ionta erano stati stanziati ben 675 milioni di euro per soli 9.000 posti detentivi.

La popolazione carceraria è composta per la maggior parte da immigrati, tossicodipendenti e persone in stato di custodia cautelare, cioè in attesa di processo. Risulta, quindi, necessario agire sulle leggi che disciplinano l’immigrazione e la tossicodipendenza, così come su altre, come la “ex Cirielli” che hanno causato più danni che benefici, oltre una necessaria revisione delle leggi attraverso la depenalizzazione di reati meno gravi.

Il M5S ha presentato un ordine del giorno che chiede l’impegno al Governo a non vendere, dismettere, permutare cubature attraverso la cessione di edifici penitenziari quali Regina Coeli (Roma), San Vittore (Milano) e Piazza Lanza (Catania). Tra i poteri che il decreto-legge “svuota carceri” concede al Commissario, infatti, vi è anche quello di dismettere degli edifici penitenziari magari permutandoli con altri, ovvero, di cartolarizzare il patrimonio immobiliare col rischio che questo venga svenduto. Ci sono notevoli interessi speculativi che si annidano dietro la cessione delle 3 carceri. Speculazione che verrà fatta sulla pelle dei detenuti, utilizzati, in questo caso, come scudo-umano degli affaristi italiani.

*Dossier Carceri Gruppo parlamentare M5S Camera

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