
Provate ad aprire un conto corrente in una banca qualsiasi di una cinquantina di euro e tornate dopo un mese per vedere che fine hanno fatto i vostri soldi. Si tratta di un esperimento costoso ma particolarmente utile. Dopo un mese i vostri soldi non ci sono più e molto probabilmente il vostro conto corrente sarà già in rosso. Le spese di tenuta conto, di apertura conto, i vari bolli avranno rosicchiato l’intera cifra. Siamo abituati ad anomalie del genere e quindi probabilmente ci stupiamo meno di quanto dovremmo. Se affido a qualcuno la gestione di una certa cifra come può tale gestione consumare l’intera cifra? Se dessi la stessa cifra ad un amico perché me la custodisse e dopo un po’ di tempo non me la restituisse più dicendomi che il suo lavoro di gestione gli è costato di più della cifra che gli ho dato…beh…probabilmente lo accuserei di appropriazione indebita se non di furto. Questo piccolo esempio purtroppo è la rappresentazione semplificata della situazione economica contemporanea. La crisi economica del 2008 è stata determinata da una bolla speculativa attribuibile ad anomalie nel sistema bancario. La responsabilità delle banche è chiara nonostante che i maggiori gruppi bancari internazionali abbiano partecipazioni in tutti i principali media e quindi possano veicolare messaggi leggermente diversi. Certo in questo caso non possono negare del tutto la loro responsabilità anche se la ridimensionano molto. Il capitalismo finanziario è di gran lunga peggiore del capitalismo tradizionale che quanto meno si basava sulla produzione. Quello che capirebbe anche un bambino è che la nostra ricchezza dipende dalla produzione e la produzione dipende dal lavoro. L’unico modo che hanno gli esseri umani di produrre qualcosa è di lavorare. Anche quando qualcosa viene prodotto attraverso macchine, queste macchine devono essere in precedenza essere state costruite dal lavoro umano. Il capitale, inteso come denaro depositato da qualche parte, di per sé non produce niente. Potete provare, se non mi credete, a seppellire qualche moneta come fece a suo tempo Pinocchio, ma credetemi, non crescerà l’albero dei soldi. Teoricamente dovrebbe arricchirsi chi, in un modo nell’altro, lavora sia attraverso il proprio contributo manuale, intellettuale o gestionale. L’operaio è una persona che lavora, l’imprenditore è una persona che lavora, il manager è una persona che lavora…lo speculatore no, lui non lavora, lui utilizza i soldi un po’ come faceva Pinocchio, solo che il sistema finanziario contemporaneo si è davvero inventato l’albero dei soldi. Il problema è che la produzione totale non cambia in virtù della speculazione ed ecco che la ricchezza che qualcuno guadagna in questo modo viene sottratta a chi davvero l’ha prodotta attraverso il proprio lavoro. A risentirne è l’intero sistema economico. Cantonà in un video recente ha invitato i risparmiatori a togliere i soldi dalle banche. Sembra un invito estremo, irrazionale eppure è l’unica strada per dare una svolta ad un sistema economico ingiusto e iniquo, in cui pochi godono i benefici del lavoro di molti. I grandi speculatori finanziari hanno più potere di tutti i politici mondiali, in un’epoca dominata dall’informazione, loro possiedono tutti i mezzi di comunicazione. I conti correnti ormai rendono meno della mattonella o del materasso. Quando la banca ci presta denaro ci chiede un prezzo alto (sempre che decida di prestarlo) quando noi prestiamo denaro alla banca ci chiede paradossalmente di pagare le spese bancarie. I fondi comuni di investimento negli ultimi 25 anni hanno reso meno dei bot eppure qualcuno continua ad affidare i propri risparmi a questo sistema. L’unico modo di evitare future crisi economiche è di ricostruire completamente il sistema finanziario, ma finché i gruppi bancari avranno questo potere la regolamentazione vera non inizierà…quindi probabilmente ha ragione Cantonà meglio il materasso. Paolo Morelli