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Un Mondiale a tutta birra

 

 

I mass-media brasiliani l’hanno gia ribattezzata la “guerra della birra”. A combatterla c’è da un lato la Fifa, il massimo ente calcistico mondiale che organizza ogni quattro anni i Mondiali, e dall’altro il Brasile appunto, il Paese che tra due anni ospiterà la kermesse. Casus belli non la violenza incontrollata in alcune metropoli come Salvador o l’espulsione dalle favelas di migliaia di poveracci per far spazio ai Mondiali bensì la bionda alla spina. Già perché per Blatter & co. la birra deve essere assolutamente venduta sugli spalti del Maracanã durante i prossimi Mondiali di calcio. Il segretario generale della Fifa, il francese Jérôme Valcke, ha quasi lanciato un ultimatum in proposito, sostenendo che il diritto di vendita della birra dovrebbe essere inserito nella legislazione speciale relativa ai Mondiali che il Parlamento brasiliano si appresta a varare. Uno dei maggiori sponsor Fifa, del resto, e’ la Budweiser e, dunque, le pressioni dell’ex reporter sportivo di Canal+ non stupiscono. Peccato però che una legge ordinaria approvata in Brasile nel 2003 prescriva il bando totale di tutte le bevande alcoliche dagli stadi e che il ministro della Sanità Alexandre Padilha abbia già fatto appello al Parlamento perché non tocchi la normativa. Di certo c’è che Valcke ha appena concluso un tour nel Paese durante il quale, oltre a sottolineare le pecche delle infrastrutture, ha ribadito che “la birra negli stadi e’ parte della cultura dei tifosi e lo sarà anche ai Mondiali del 2014”.

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