0

I microrganismi effettivi (EM) per difendere la nostra Terra

microrganismi-effettivi

Cosa sono i microrganismi effettivi? Si tratta di prodotti naturali realizzati utilizzando dei microrganismi, soprattutto probiotici, naturalmente presenti nel terreno e nell’intestino umano. Sono nati in Giappone, grazie agli studi del biologo e agricoltore prof. Teruo Higa, che era alla ricerca di un’alternativa ai pesticidi.

Le scoperte fondamentali realizzate dallo scienziato giapponese, prof. Teruo Higa, nel campo della microbiologia segnano, a livello mondiale, l’inizio di una cooperazione completamente nuova e dinamica tra uomo e natura. Il Prof. Higa è docente di giardinaggio tropico presso la Facoltà di Agraria dell’Università Ryukyu di Okinawa, Giappone, e ha scoperto dopo quasi 20 anni di intense ricerche questo miscuglio di microrganismi che si rivelò estremamente utile ed efficace nelle svariate applicazioni, chiamandolo Microrganismi Effettivi EM®.

Essi permettono di sostituire fertilizzanti e pesticidi in ogni tipo di coltivazione, consentendo la produzione di alimenti più ricchi di nutrienti e, in particolare, di antiossidanti. La loro azione non si limita però all’ambito della coltivazione, infatti i Microrganismi Effettivi EM® sostituiscono gran parte dei detersivi utilizzati per la pulizia della casa. Tutto questo in modo economico, efficace e sorprendentemente semplice, come solo la Natura sa fare.

Questi minuscoli esseri viventi ci offrono uno strumento meraviglioso per difendere e ripristinare la salute del nostro suolo, delle nostre acque, infine della nostra Terra, il che rappresenta un presupposto fondamentale per la nostra sopravvivenza. L’impiego dei Microrganismi Effettivi EM® è praticamente illimitato in ogni campo di attività dell’essere umano. Nella vita di ognuno, dal singolo cittadino alla grande impresa, ogni azione che quotidianamente viene svolta a detrimento dell’ambiente, con l’utilizzo dei Microrganismi Effettivi EM® porta invece enorme beneficio alla Natura, invertendo così la rotta e agevolando la riparazione dei danni sin qui fatti al nostro ecosistema.

Da più di 20 anni, EM® viene impiegato in tutto il mondo con grande successo e senza nessun effetto indesiderato per la natura, giacché EM® viene dalla natura e non fa nient’altro che sostenere in modo molto valido i processi della natura stessa. La gamma delle applicazioni possibili è quasi infinita.

Qui e ora, facilmente, con poca spesa, è possibile che ognuno di noi possa iniziare a sperimentare il cambiamento utilizzando le stesse sostanze che compongono da sempre la vita sul pianeta e osservando un modo ecosostenibile ed ecocompatibile al 100% per far fronte alle nostre quotidiane esigenze. È incredibile quanto tutto questo sia semplice e funzioni! niente chimica, niente OGM, niente multinazionali. Le nostre città ne sarebbero trasformate, come in un sogno ecologista! Non è magnifico? Pensate: c’è chi lo sperimenta con successo da più di 20 anni! Cosa stiamo aspettando?

Che cosa sono gli EM?

In Natura sono presenti due forze dinamiche e opposte: la degenarazione e la rigenerazione. La degenarazione è energia distruttiva: essa causa deperimento, putrefazione, malattia, infermità e morte. La rigenerazione è energia positiva: fornisce vita, salute, è feconda, benefica e vitale. Il controllo della degenerazione e della rigenerazione è in mano a minuscole creature chiamate microorganismi.

Un ottimo indicatore per capire quale delle due forze ha il sopravvento è sicuramente quello delle condizioni di un terreno agricolo. In un terreno dove preponderano microorganismi rigenerativi, ovviamente tutto cresce sano e rigoglioso. Al contrario, un terreno ricco di microorganismi degenerativi mostra piante stanche, malate, fragili, deboli e su di esso è possibile coltivare solo con prodotti chimici.

Questo si può cambiare proprio con l’utlizzo degli EM (ed è continuamente dimostrato dagli studi)!

Perché? Ora lo vediamo insieme, ma sappiate che ogni cosa malata (sia essa un campo, una casa, una persona, qualsiasi cosa, insomma) lo è per via del processo di ossidazione. Gli EM, quindi, inibiscono fortemente l’ossidazione e la loro attività dà il via al processo rigenerativo, purificando aria, suolo, acqua e, ovviamente, favorendo la crescita della vegetazione. I nutrienti che gli EM secernono, inoltre, sono ottimi sia per le piante che per gli animali: i batteri della fotosintesi, i fermenti, i batteri dell’acido lattico e le muffe sono solo alcuni dei microorganismi EM. Inoltre, gli EM rilasciano nutrienti quali aminoacidi, acidi organici, polisaccaridi e vitamine.

Comunque venga applicata, la tecnologia EM porta miglioramenti e rende superfluo l’utilizzo di prodotti chimici, a nostro chiaro vantaggio.

EM è un concentrato liquido, composto da circa 80 tipi di microorganismi, appartenenti a 5 famiglie diverse. Principalmente, si possono suddividere gli EM in aerobi e anaerobi. Gli aerobi hanno bisogno di ossigeno per vivere, gli anaerobi no (con l’ossigeno muoiono).

Siccome sono totalmente diversi (e direi opposti) tra loro, lo scetticismo regna un po’ ovunque: la domanda tipo è “Come fanno a coesistere nello stesso “prodotto” se per vivere hanno necessità opposte?”.

Senza eccedere in spiegazioni tecniche di difficile comprensione (che trovate comunque ben sviluppate sui libri indicati alla fine di questa guida), il succo è che questi microorganismi opposti tra loro si nutrano semplicemente l’uno degli scarti dell’altro! Forte, no?

Come funzionano gli EM?

Il concetto è semplice: se il terreno è buono, quel che ne uscirà lo sarà altrettanto! Sta a noi quindi rendere buono il terreno, mettendolo in condizione di dare il meglio di sé, grazie al suo sistema naturale di autoconcimazione. Il deterioramento e la degenerazione “delle cose” sono causati interamente dall’ossigeno. Il fenomeno si chiama OSSIDAZIONE. Ovviamente non ci si riferisce all’ossigeno che respiriamo, bensì a quello “attivato”, il quale attacca i geni e si combina con gli acidi grassi insaturi, accelerando il processo di invecchiamento. I fertilizzanti artificiali e i prodotti chimici sono dei potentissimi agenti ossidanti. L’acqua piovana, entrando in contatto con questi prodotti, li porta… ovunque, ossidando il Pianeta (e noi con lui). Gli EM, come già detto, inibiscono e impediscono il processo di ossidazione, producendo a loro volta altre sostanze antiossidanti, altra Vita. Vediamo un esempio pratico di miglioramento del terreno, parlando di insetti e erbe infestanti.

Tutti i tipi di infestanti (insetti e piante), sono il maggior nemico delle nostre coltivazioni. Gli insetti nocivi adorano l’ambiente ossidato. E’ quindi logico che se il nostro campo è ricco di antiossidanti, gli insetti nocivi stiano sicuramente più alla larga, in quanto trovano un ambiente ostile. Gli EM impediscono alle uova di mosca (per esempio) di trasformarsi in larve. Qualora gli EM facciano la loro apparizione quando le uova sono già diventate larve, queste ultime non si sviluppano mai oltre il loro stato larvale, non diventando quindi mosche. Ciò è dovuto al fatto che le larve si sviluppano nutrendosi di sostanze contaminate e putrefatte, che permettono loro di produrre gli ormoni necessari alla crescita. Gli antiossidanti presenti negli EM bloccano quindi il processo di metamorfosi.

Ma allora, direte, gli EM ammazzano anche gli insetti utili! No!

Ecco perché: gli insetti nocivi sono per la maggior parte erbivori e, come detto, si nutrono di materia putrefatta. Gli insetti utili, invece, sono per la maggior parte carnivori. I sistemi enzimatici di queste due categorie di insetti sono diversi e questo significa che una marcata capacità di inibizione dell’ossidazione (grazie agli EM) procura danni agli insetti nocivi ma non a quelli utili: oltre a non essere dannosa agli insetti utili, ha su di loro un effetto benefico, perché ne accresce l’energia vitale.

In breve, gli EM creano le condizioni favorevoli alla vita “sana e utile” debellando tutto ciò che invece è nocivo. Allo stesso modo, visto che di miglioramento del terreno si sta parlando, vediamo come agiscono in campo. La stessa domanda di poco fa la potrete porre anche per le erbe infestanti: se è vero che gli EM stimolano e rafforzano le piante, allora è anche vero che lo risultino pure le infestanti!

Eh no, ancora no! O meglio, se utilizzati correttamente, a lungo andare le erbe spariranno del tutto e non si ripresenteranno! Vediamo come.

Quando si prepara il terreno per la semina, bisogna dare una passata di EM. Ora succede che le erbe infestanti accelerino la loro comparsa, la loro crescita e la loro germogliazione. A questo punto l’erbaccia va estirpata prima di procedere alla semina (o alla messa a dimora). Ovviamente, una buona parte dei semi di queste erbacce ritorna nel terreno. In seguito bisogna irrorare il terreno con un prodotto EM particolare (EM Bokashi), che fa appassire le radici perenni delle erbacce impedendo loro di comparire nuovamente in modo abbondante. Nel giro di pochi anni, le erbacce si ridurranno progressivamente, fino quasi a sparire.

Di seguito, un piccolo elenco del perché scegliere gli EM (ma soprattutto abbandonare il chimico):

– Raccolti più abbondanti
– Raccolti più frequenti
– Raccolti più lunghi nel tempo (si inizia prima del solito a raccogliere e si finisce dopo)
– Frutti e fiori più belli
– Frutti e fiori più grandi
– Frutti e fiori più buoni
– Frutti e fiori conservabili più a lungo
– Controllo degli infestanti
– Assolutamente biologici, naturali e vitali!

Ovviamente, sono perfetti anche per la coltivazione in vaso, sia all’esterno che all’interno (piante d’appartamento, coltivazioni indoor).

Altre info:
Italiaem è il sito ufficiale della società Punto EM S.r.l.
Embio
EM Italia Bionrg

Libri:
Teruo Higa Microrganismi effettivi. Benessere e rigenerazione nel rispetto della natura
Anne Lorch Guida pratica ai microrganismi effettivi. Un’opportunità per la nostra terra

Condividi:
0

Il pomodoro che non sa più di pomodoro

pomodoro

Non avere accesso al cibo di qualità e di stagione è uno dei sacrifici peggiori che la modernità ci impone. Mangiare degli alimenti di qualità freschi e di stagione a volte può sembrare una missione impossibile.

Oggi questo dilemma si pone anche a chi non abita in città. La distribuzione del cibo è cambiata velocemente e gli alimenti disponibili non appartengono alla terra che abitiamo: provengono da molto lontano e purtroppo non sempre sono freschi o di stagione.

Mi lascia ogni volta stupito vedere sul banco del supermercato solo verdure importate, quando invece sarebbero disponibili anche localmente; se non a km zero, almeno che non abbiano attraversato un mare o un oceano prima di arrivare sulle nostre tavole. Un’altra cosa che si ripete con una frequenza disarmante è la delusione che si prova quando si addenta una verdura bella fresca all’apparenza e si rimane di sasso quando il suo sapore è assolutamente inesistente, prossimo a quello dell’acqua. Tutte questioni che ben conosciamo e che come scopriremo fanno parte dello stesso problema. Ma cosa è accaduto al sapore delle verdure?

Prendiamo un ortaggio, che tra tutti può essere il migliore esempio dei tempi che corrono a tavola: il pomodoro che non sa più di pomodoro. Secondo un articolo uscito su Science nel 2012, la colpa è da attribuirsi al gene S1GLK2 presente nelle varietà moderne selezionate appositamente per apparire con una colorazione uniforme. Impeccabili allo sguardo. Pomodori perfettamente rossi, come se fossero stati dipinti.

Si è scoperto che dal gene S1GLK2 dipende l’accumulo di zuccheri e di carotenoidi, responsabili del sapore e del gusto tipico del pomodoro. Modificando S1GLK2, il pomodoro ha però perso il sapore. Da qui nasce la nostra delusione. Acquistiamo un pomodoro rosso convinti di avere tra le mani un frutto di qualità, e poi puntualmente il gusto ci sorprende in negativo e ci sembra uno scherzo della natura. Se notate ci caschiamo ogni volta: sicuri di assaggiare il pomodoro giusto, ci ritroviamo nuovamente con un sapore vago, spento, annacquato. Sempre parlando di pomodoro, fino a 20 anni fa venivano trasportati a maturazione incompleta, così da farli maturare durante il lungo viaggio; chiaramente, l’operazione non riusciva sempre e la maturazione non arrivava mai a essere completa. Una volta raggiunto lo scaffale però la maturazione avanzava, e questo comprometteva la loro vendibilità.

Ma un giorno tutto cambiò: vennero scoperti i geni legati alla maturazione. In un certo modo si trovò la soluzione per una lunga vita. Nelle varietà Grappolo Rosso e Ciliegino, furono individuati i geni detti rin, ovvero ripening inhibitor. Una volta scovati questi geni, si è risolto anche il problema di fare durare i pomodori per lungo tempo sullo scaffale. A che prezzo? Il licopene, ovvero uno degli antiossidanti presenti nel pomodoro, è diminuito fortemente. Per quanto il pomodoro sia diventato perfettamente rosso e resistente all’invecchiamento del tempo, ha perso tutte le sue qualità sia in termini di valore nutritivo sia in termini di sapore. Chi ha compiuto questa ricerca e ha pubblicato i risultati su Science ha svolto un lavoro di investigazione genetica al contrario, per capire come mai il pomodoro avesse perso il suo sapore originario. A questo punto, c’è da domandarsi se il gioco vale la candela. Se avessimo lasciato le cose esattamente come stavano, raccogliendo il pomodoro al momento della giusta maturazione, saremmo riusciti a gustarci un prodotto che tutto sommato ha un aspetto decente ma un sapore di gran lunga migliore di quello in commercio. La lunga filiera e i lunghi tempi di attesa, la coltivazione fuori stagione e la nostra strana voglia di pomodori tutto l’anno, sono gli ingredienti che hanno dato vita a un pomodoro che ha perso la sua vera identità.

Siamo arrivati a concepire una verdura che ha smarrito tutte le sue qualità tranne quelle estetiche. Forse, dovremmo rinunciare a un sistema di distribuzione che ha raggiunto i suoi limiti critici e adattarci a ciò che è realmente disponibile in quel preciso momento. Dovremmo invertire le regole, mettendo semplicemente al primo posto la qualità: cogliere questa nuova sfida.

*Dal libro “Il mostro in tavola. L’inchiesta che svela i pericoli contenuti nel cibo che mangiamo di Davide Ciccarese

Condividi: