0

Quali sono i Paesi dove si legge di più?

paesi dove si legge di più

Vi siete mai chiesti quali sono i Paesi dove si legge di più? Secondo il World Culture Score Index al primo posto si trovano gli abitanti dell’India con una media di 10:42 ore settimanali di lettura a persona, secondo posto per la Thailandia, terza la Cina.

L’Italia? In fondo alla classifica, al 24° posto con solo 5:36 ore settimanali dedicati alla lettura, peggio di noi Messico, UK, Brasile, Taiwan, Giappone e Corea. Italiani popolo di Santi, poeti, navigatori ….ma non di lettori. Continue Reading

Condividi:
0

L’Italia è la Repubblica degli asini

Quanto costa l’ignoranza in Italia?

Quanto costa l’ignoranza in Italia? Tantissimo. L’80% degli italiani è analfabeta e, spesso, non se ne rende neanche conto (legge, guarda, ascolta, ma non capisce).

Significa che otto persone su dieci non colgono la realtà nel suo insieme ma solo sprazzi di essa. Insomma, riescono a fare cose banalissime, ma non a capire un articolo di giornale, a riassumere un testo, men che meno ad appassionarsi a qualsivoglia forma artistica. Continue Reading

Condividi:

Sono 500 milioni i giovani che vivono con meno di 2 dollari al giorno

nofuture

Più di 500 milioni di persone nel mondo vivono con meno di 2 dollari al giorno, mentre il 43% della forza lavoro giovanile è senza occupazione o vittima di retribuzioni inadeguate. A rivelarlo è l’associazione Oxfam con il report  “I giovani e la disuguaglianza: è tempo di rendere le nuove generazioni protagoniste del proprio futuro”, diffuso in concomitanza con l’inizio del World Social Forum di Montreal. Continue Reading

Condividi:

L’uso massiccio di pc e internet a scuola crea nuovi analfabeti

tablet-scuola

In un recente saggio, intitolato “Alfabeto a rischio”, Benedetto Vertecchi, noto pedagogista italiano, punta il dito sulla strumentazione digitale (tablet e lavagne interattive multimediali), che provocherebbe forme nuove e diverse di analfabetismo. E la scuola, suo malgrado, sarebbe complice di questa pericolosa deriva. L’uso massiccio di pc e internet a scuola non assicura miglioramenti nelle performance degli alunni. Molto meglio, quindi, carta, penna e calamaio?

Un paio d’anni fa, di fronte al crescere del numero degli insegnanti che segnalavano la perdita da parte di molti allievi della capacità di scrivere in corsivo, è stato elaborato, presso il Laboratorio di Pedagogia sperimentale dell’Università Roma Tre, un progetto di ricerca volto ad analizzare il fenomeno e a individuare, se possibile, soluzioni didattiche in grado non solo di contrastarlo, ma di promuovere, con la capacità di scrittura, anche una ripresa nello sviluppo delle competenze verbali.

Il progetto è stato intitolato Nulla dies sine linea, con riferimento a un passo della Naturalis historia di Plinio il Vecchio, nel quale si ricorda come il pittore greco Apelle considerasse necessaria la continuità dell’impegno. Dalla pittura l’indicazione si è estesa alla scrittura, assumendo il valore di una massima che ha una duplice valenza: la continuità dell’impegno è necessaria per sostenere e accrescere la competenza, ma è anche il segno della capacità di orientare le proprie azioni in vista del conseguimento di un risultato desiderato. È sembrato che anche per ciò che riguarda la scrittura sia necessaria tale duplice valenza. È improbabile che si conservi e si accresca la capacità di scrivere (che solo in un primo tempo è una capacità tecnica, ma presto assume complesse implicazioni cognitive), ma è anche improbabile che s’incoraggi la disponibilità a scrivere se l’ambiente sociale mostra estraneità nei confronti della scrittura. Continue Reading

Condividi: