Nata nel 1947 in America, per mano dell’allora presidente Harry Truman, la CIA (Central Intelligence Agency) è il più potente servizio segreto del mondo. Il famoso sistema di controllo spionistico americano ha il suo quartier generale a Langley, in Virginia, dove lavorano migliaia di persone. Cos’è diventata oggi la CIA americana? Due articoli di George Washington apparsi su ZeroHedge, tradotti da “voci dall’estero“, spiegano come l’America stia diventando uno stato di polizia, perché l’agenzia è ormai un governo parallelo al di fuori di ogni controllo democratico che rischia di far scivolare la prima potenza mondiale in un vero e proprio regime totalitario. Continue Reading
America
Il 25 aprile spiegato ai bambini
“L’Italia 70 anni fa è stata liberata da un capo cattivo, che si chiamava Mussolini, che per di più era amico di altri cattivissimi tedeschi, che hanno fatto delle cose orribili, cose che non posso neanche descrivere per quanto erano brutte e che solo i diavoli e di quelli peggiori possono far fare agli uomini. L’Italia e tutta l’Europa si sono salvate grazie agli americani che hanno fatto la guerra ai cattivi. Li hanno cacciati via dall’Italia, dalla Germania, dalla Francia, dalla Polonia. L’America e nessun altro avrebbe potuto liberare l’Italia. Gli italiani da soli, con tutti gli sforzi possibili per combattere quei cattivi, non ce l’avrebbero mai fatta. Li chiamavano resistenti, furono degli eroi e noi tutti li ringraziamo, ma erano quattro gatti e male organizzati. Per fortuna, c’era l’America. Solo gli americani potevano salvarci. E l’hanno fatto. Ci hanno salvato. Per questo, noi facciamo festa. Per ricordarlo. Perché i papà lo raccontino ai loro figli. Eppure, pensate, bambini, che ancora oggi quei fascisti e quei nazisti, quei cattivissimi, ci sono ancora. E uccidono, sgozzano, minacciano di lanciare le bombe per ammazzare tutti gli ebrei e poi magari occuparsi dell’Europa. Eppure, sono tollerati da quella stessa Europa che fu liberata. Si sono dimenticati di quanto erano cattivi, forse, i figli dell’Europa liberata. Gli Americani, no. E sono andati a liberare dai fascisti (ora si chiamano fascisti-integralisti islamici) altre nazioni, come tantissimi anni fa liberarono noi. Gli americani è il popolo più disprezzato. Quasi disprezzati quanto gli ebrei, che in nome di quel disprezzo furono trucidati a milioni, messi nelle camere a gas e poi bruciati nei forni. Oggi vengono ancora disprezzati, su di loro si ascoltano le stesse cattiverie di tanti anni fa. Gli americani, però, ci sono ancora. A difendere noi e loro. Noi lo sappiamo. L’ingratitudine all’America è la peggiore offesa alla nostra storia. Se io non vi avessi raccontato questo, figli miei, mi sarei comportato da ingrato anch’io. Questo è il 25 aprile”. Marco F.
“Forse non farò cose importanti, ma la storia è fatta di piccoli gesti anonimi, forse domani morirò, magari prima di quel tedesco, ma tutte le cose che farò prima di morire e la mia morte stessa saranno pezzetti di storia, e tutti i pensieri che sto facendo adesso influiscono sulla mia storia di domani, sulla storia di domani del genere umano”. Italo Calvino, Il sentiero dei nidi di ragno
Armi: L’Italia verso l’americanizzazione
L’11 novembre 2011, poche settimane prima della rapina finita nel sangue a Torpignattara e della follia omicida di metà dicembre a Roma, il Parlamento ha cancellato il Catalogo nazionale delle armi comuni da sparo. La decisione non modifica la normativa per il porto, l’acquisto e la detenzione di armi, ma elimina la funzione preventiva e di controllo che il catalogo svolgeva sulla detenzione di armi da parte di privati. Questo conteneva infatti la descrizione dell’arma e del calibro, del produttore e del detentore, era aggiornato annualmente e poneva un discrimine preciso tra armi comuni e armi militari. Secondo alcuni il provvedimento, diventato esecutivo dal primo gennaio 2012, è un primo passo verso l’americanizzazione dell’Italia (leggi il post America: armi per tutti e stragi per tutti), con una liberalizzazione selvaggia ormai alle porte. È opinione comune (?) che l’articolo introdotto nella Legge di stabilità che ha rimosso con un colpo di penna l’articolo 7 della legge 18 aprile 1975 contenente le “norme integrative della disciplina vigente per il controllo delle armi, delle munizioni e degli esplosivi”, sia stato un regalo di Berlusconi alla Lega. Già il 27 luglio 2011, il leghista Federico Bricolo aveva cercato di infilare nel provvedimento sulle missioni all’estero un emendamento, poi ritirato, per cancellare il detestato catalogo. Contro quest’ultimo, da decenni, si batte la lobby – principalmente lombarda – dei produttori di armamenti. “La misura – scrive l’Anpam, Associazione nazionale produttori armi e munizioni, in riferimento all’abrogazione – avrà l’unico effetto di rimuovere un costo che gravava sui soli produttori italiani, particolarmente svantaggiati dalle lungaggini del procedimento di catalogazione per il lancio dei nuovi prodotti, ed è destinata a incrementare la competitività dell’Italia in un settore che, nonostante la crisi, rimane di eccellenza”. Un’esultanza prevista, quella dei produttori. Ne spiega il perché Carlo Tombola, coordinatore scientifico dell’Osservatorio permanente armi leggere: «Era da tempo che la lobby armiera puntava a modificare la legge. L’hanno ottenuto l’ultimo giorno del governo Berlusconi. Che cosa si rischia? Una diminuzione dei controlli tecnici delle armi in circolazione. Non lo dico io, ma funzionari di polizia ed ex magistrati come Felice Casson, che in Senato dichiarò che con questa spinta verso una deregolamentazione, e senza nuove forme di controllo, a essere favorita sarà anche la criminalità organizzata. Quando si portano in giro armi da guerra, si ha una disciplina giuridica completamente diversa rispetto al possesso di un fucile da caccia. Senza il catalogo sarà molto più difficile fare tale distinzione». Secondo il segretario dell’Associazione nazionale funzionari di polizia, Enzo Letizia, «è scandaloso che i lobbisti e gli affaristi del mondo delle armi abbiano approfittato del gravissimo momento di difficoltà del Paese per ottenere dal Parlamento in via speditiva ciò che il Parlamento aveva loro già negato. Gli italiani sanno bene che certi personaggi, collegati a politici della loro stessa risma, non si fanno scrupolo della sicurezza collettiva e dei costi di certe misure pur di continuare ad ingrassare i loro portafogli». Il settore delle armi leggere in Italia è assai fiorente: 2.264 imprese, 11.358 addetti, 612.408 armi, 902 milioni di munizioni. Le esportazioni, come descritto nel Rapporto dell’Archivio Disarmo, non conoscono crisi. Nel biennio 2009-2010 l’Italia ha esportato complessivamente oltre un miliardo di euro (1.024.275.398) in armi leggere a uso civile, precisamente 471.368.727 nel 2009 e 552.906.626 nel 2010, con un rilevante aumento di circa il 10 per cento rispetto al biennio precedente. In particolare, tra il 2009 e il 2010 la crescita si attesta attorno al 17 per cento. Altri dati, contenuti nel libro Armi da fuoco. Tendenze e contraddizioni italiane, scritto da Massimo Tettamanti per ScriptaWeb e pubblicato nell’agosto 2011, rendono noto, per la prima volta in maniera organica, il rovescio della medaglia. Trentaquattromila privati in Italia posseggono il porto d’armi. Le guardie giurate sono 50mila, i permessi per uso sportivo (tiro a volo o tiro a segno) 178mila, e circa 800mila sono i cacciatori con licenza per abilitazione all’esercizio venatorio. Non esistono dati precisi, se non per il 2008, per le armi regolarmente detenute, che con licenza di collezione possono arrivare fino a nove a testa. In quell’anno l’Eurispes stimava in dieci milioni le armi legali e 4,8 milioni le persone che detenevano un’arma da fuoco. Sempre secondo il libro di Tettamanti, il 43,2 per cento dei femminicidi è stato commesso con un fucile da caccia. L’unica statistica aggiornata del numero di omicidi commessi nel nostro Paese con arma da fuoco (con tanto di nome della vittima e località) risale al 2010, ed è stata pubblicata dal sito www.delittiimperfetti.com. Sono 222, il 44,6 per cento del totale. L’80,6 per cento è stato commesso con armi da fuoco non denunciate.
(Fonte E ilmensile)
Il traffico di Armi. Educare alla pace non deve essere una soluzione astratta al problema, ma deve trovare della finalità concrete in ognuno di noi: ogni uomo, donna, bambino deve trovare in sé la convinzione profonda che si può raggiungere l’equilibrio e l’ordine tra i vari Paesi anche senza l’uso della forza o delle armi.
America: armi per tutti e stragi per tutti
Un altra strage in America, un uomo di 24 anni, James Holmes, ha aperto il fuoco al 16th Century Movie Theater, cinema ad Aurora, periferia di Denver (Colorado). Sono morte 12 persone (tra cui diversi bambini e alcuni membri dell’esercito statunitense) e 50 feriti. America e armi per tutti. Armi per tutti e stragi per tutti.
Omicidi americani. Da Kennedy a Columbine i grandi fatti di sangue raccontati dai premi Pulitzer (Indi). In questo volume i grandi omicidi del Novecento americano. L’assassinio del presidente Kennedy, una tragedia collettiva qui testimoniata dal primo reporter che riferì al mondo l’evento. La strage della Columbine High School (che ha ispirato il premio Oscar Bowling a Columbine di Michael Moore), in cui due studenti massacrarono dodici compagni e un professore prima di suicidarsi. L’uccisione di quattro studenti da parte della Guardia Nazionale durante una manifestazione pacifista. Una setta segreta di Miami che compie omicidi sacrificali ed è dotata di una sanguinaria squadra di Angeli della Morte. Infine, il celebre caso di due miliardari che uccidono un ragazzino pianificando il delitto perfetto.
Amasia il nuovo Mondo
Tra 100 milioni di anni la Terra avrà un aspetto diverso. Secondo i ricercatori dell’Università di Yale, un supercontinente, simile agli antichi Nuna, Rodinia e Pangea, potrebbe nascere dall’unione di America e Asia: per questo motivo gli e’ stato dato il nome di Amasia. Il nuovo supercontinente si formerà a una distanza di 90 gradi rispetto a dove era situato Pangea fino a 180 milioni di anni fa. L’oceano Artico e il mar dei Caraibi si chiuderanno e l’America rimarrà nella cosiddetta cintura di fuoco del Pacifico, quella zona in cui le placche oceaniche scivolano sotto quelle continentali dando luogo a terremoti ed eruzioni vulcaniche.