Dieci fatti importanti riguardo gli ecosistemi marini europei:
- Le coste sono un habitat per gli esseri umani: più dei due quinti dei cittadini europei abitano in zone costiere, ed i bacini che alimentano i mari europei ospitano per 660 milioni di persone. 5,4 milioni di persone sono impegnate in attività marittime che hanno un valore aggiunto lordo di 330-485 miliardi euro.
- La crescente richiesta ai mari: si prevede una crescita del turismo e delle attività ricreative nelle aree costiere. Così come è previsto lo sviluppo delle energie rinnovabili ed il trasporto per mare. Nei prossimi anni potrebbero anche crescere industrie tipo la produzione di alghe e le miniere sottomarine. Una migliore informazione potrebbe aiutare a condurre queste attività in modo sostenibile.
- Le specie, habitat e gli ecosistemi hanno già subito degli impatti e sono in cattive condizioni di salute: complessivamente, meno del 20% degli habitat ed ecosistemi, secondo lo studio, sono in buon stato. Per le specie marine la situazione è ancor peggio: solo il 3% ha una valutazione favorevole, la valutazione del 70% è sconosciuta.
- I pesci di grossa taglia stanno sparendo dalle aree marine europee. Per esempio, negli anni 60 il tonno rosso è sparito dall’entrata del Mar Baltico, mentre la popolazione dell’anguilla europea ora raggiunge è il 1-7% del popolazione di una volta.
- La pesca eccessiva rimane ancora un problema. Dal 2007 il numero degli stock ittici sfruttati nei livelli sostenibili è aumentato, soprattutto nelle acque del mar Atlantico e Baltico. Ciò nonostante, il 39% degli stock esaminati nell’Atlantico nord orientale e l’88% di quelli del Mediterraneo e Mar Nero nel 2013 risultavano essere sovra pescati.
- Le pressioni dell’eutrofizzazione, soprattutto nel Mar Nero e Baltico. Emissioni di nutrienti nel Baltico sembrano essere complessivamente in diminuzione, anche se i problemi dell’eutrofizzazione e una ipossia relativa non hanno diminuito la quantità corrispondente a causa del ciclo dei nutrienti interni al mare. Nel Mar Nero, invece, Le condizioni non sono state studiate.
- Nel mare c’è una crescente quantità di rifiuti, per lo più composti da rifiuti di plastica. A volte questi rifiuti provengono da centinaia di kilometri dal mare. E possono danneggiare i pesci e finire anche nel cibo. L’Agenzia europea dell’ambiente ha creato una applicazione per monitorare questo problema.
- I cambiamenti climatici danneggiano gli ecosistemi. Negli ultimi venticinque anni, la temperatura della superficie del mare è aumentata, in media, di 10 volte rispetto all’inizio delle rivelazioni iniziate nel 1870.
- Secondo il rapporto annuale sulla qualità delle acque di balneazione, presentato dall’Agenzia Europea per l’Ambiente, il 94% delle spiagge nell’Unione Europea soddisfa i requisiti minimi di qualità delle acque, e di queste il 78% presenta risultati eccellenti. Rispetto al 2011, il numero delle località che soddisfano le norme minime è aumentato del 2%.
- Le spiagge non conformi si trovano principalmente in Gran Bretagna (5,8%), Paesi Bassi (4,4%), Finlandia (3,6%) e Danimarca (3,4%).