L’Aduc, Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori, definisce lo spot per ricordare agli italiani di rinnovare l’abbonameto Rai, un “insulto all’intelligenza media di un qualsivoglia contribuente“. Io lo definirei una vera e propria presa per il culo. Anzi pensandoci bene un autogol, oppure una presa di coscienza del livello televisivo della Rai. Infatti il messaggio dello spot è: pur se usi la scatola del televisore per farci la casa delle bambole, o l’acquario o il barbecue, devi comunque pagare la tua imposta. Ecco appunto imposta, diamogli il suo vero nome, tassa di possesso e non canone. Un’imposta sul contenitore. Ma perchè invece che sigillarmi la Tv se non pago, la Rai non mi oscura i canali?
Una Rai infarcita di programmi lottizzati, finti e faziosi. Non fa informazione, cultura niente. Ma solo programmini triti e ritriti, per non dire vomitevoli, come Affari Tuoi, l’Eredità, un Minuto per Vincere e mi fermo qui perchè la lista sarebbe infinita. Programmi, spesso finti o truccati, dove i soldi da vincere, pagati da noi, sono l’unico scopo per attirare l’attenzione dei telespettatori. Oppure si viene incentivati a chiamare, per votare o rispondere a domande, numeri telefonici a costi esorbitanti.
Se un telespettatore vuole vedere un film decente o un programma interessante è costretto ad abbonarsi a Sky. Altrimenti annega nella noia di mamma Rai, che più che mamma mi sembra sia diventata una vecchia rincoglionita e malata.
Quindi lo spot ha ragione, meglio usare la televisione come WC che guardarci un programma della Rai.