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Sono 170 i centri sociali censiti dall’Antiterrorismo

mappa centri sociali

Allarme rosso per gli edifici okkupati dai centri sociali. Locali sparsi su tutta la Penisola e dentro i quali, secondo l’Antiterrorismo, regna la totale anarchia. Con l’allerta per la sicurezza nazionale che cresce di giorno in giorno.

In Italia sono 170 i centri sociali censiti dall’Antiterrorismo che hanno sede in un immobile okkupato abusivamente. Soltanto nella Capitale se ne contano 41, mentre a Milano ce ne sono 25. A questi, naturalmente, se ne devono aggiungere almeno altri 150-200 non censiti, sconosciuti quindi alle forze dell’ordine, ma ugualmente attivi.

Posti in cui la legalità non può entrare e nei quali tutto è concesso. Tant’è che, oltre ai centri sociali, nel nostro Paese proliferano e prosperano anche i circoli ritrovo degli anarchici. Nella Penisola sono ben 122 secondo il rapporto dell’Antiterrorismo, di cui 13 a Roma e 18 a Milano. Questi circoli anarchici, secondo le forze dell’ordine, interagendo con realtà simili nel panorama europeo – soprattutto in Grecia – rappresentano il vero rischio di un ritorno sia alla guerriglia urbana sia a veri e propri attentati in piena regola.

L’ultimo censimento dei reparti speciali antieversione ha individuato 111 luoghi di ritrovo, che raddoppiano se si considerano tutti quei posti ancora sconosciuti all’Antiterrorismo. Tanto i centri sociali quanto i circoli anarchici rappresentano delle zone franche, dove si tengono riunioni e incontri in occasione delle manifestazioni di piazza, dove lo spaccio di droga è consentito, dove le bollette non le paga nessuno. Anzi, in molti casi le pagano lo Stato o gli enti locali. È in questi posti che gli antagonisti preparano il “disordine sociale”. Entrarci è impossibile anche che per le forze dell’ordine e le perquisizioni preventive sono centellinate per evitare ulteriori problemi, reazioni che imporrebbero l’uso della forza. Un mondo sommerso che fa della contestazione a ogni governo il suo credo. La politica è sempre l’obiettivo primario, senza distinzione tra i partiti.

A Milano sono una quarantina i palazzi occupati dai centri sociali, emuli del Leoncavallo. Con fatturato di tutto rispetto che, si calcola, frutta agli occupanti un rispettabile introito, valutato circa 20.000 euro a week end, rigorosamente in nero, tra pranzi, chupito, aperitivi, concerti, ristorazione e alloggio. Perchè al centro sociale tutto ha un prezzo. Ascoltare musica rap, ballare, suonare nelle sale prove, esercitarsi in palestra, boxare, bere nei bar, alloggiare nelle case albergo per studenti, tutto ha un costo. Niente Siae, niente biglietti, niente fatture: si entra con una “offerta libera”. Tutto è  low cost, ma gli incassi sono da capogiro. La Guardia di Finanza non entra mai nei centri sociali, che sono diventati una vera e propria catena illegale del divertimento notturno. Il business è il monopolio della movida selvaggia e dello sballo: musica, cocaina, cannabis, alle quali si aggiungono palestre, sale di tatoo e, recentemente, gli alloggi per studenti in case occupate.

(Fonti milanopost – iltempo)

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Claudio Rossi

“Ci sono uomini nel mondo che governano con l’inganno. Non si rendono conto della propria confusione mentale. Appena i loro sudditi se ne accorgono, gli inganni non funzionano più.”

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