La plastica e’ ovunque: si ammassa negli oceani, ostruisce canali e fiumi, e finisce nelle pance di animali.In molte regioni in via di sviluppo i rifiuti di plastica sono quasi una decorazione, e se non si accumulano, spesso vengono bruciati all’aperto, sprigionando fumi dannosi.
Per la European packaging films association (Pafa) ogni anno nel mondo si producono 265 milioni di tonnellate di plastica. In Europa si ricicla il 33 per cento della plastica, il resto, cioè più di 133 milioni di tonnellate di rifiuti, finirebbe nelle discariche o bruciato.Una simile quantità sarebbe più che sufficiente per ricoprire di pellicola tutti gli Stati Uniti. E sei il mondo riciclasse questi rifiuti al ritmo statunitense, cioè del 15 per cento, produrrebbe una quantità di plastica sufficiente a coprire tutta la Cina. Ogni anno.
Il Giappone e’ uno dei paesi al mondo che ricicla più plastica, nel 2010 ne sono stati riciclati il 77 per cento, in aumento rispetto al 73 per cento del 2006 e al 39 del 1996.Il Paese ha approvato molte leggi fin dal 1997, quando imprese e consumatori sono stati costretti per la prima volta a separare la plastica dagli altri rifiuti. Nel 2006 il Giappone ha riciclato 2,1 milioni di tonnellate di plastica,mentre 4,8 milioni di tonnellate di plastica sono state sottoposte a “riciclaggio termico” cioè produrre energia.
Come sarebbe il mondo senza plastica?
L’anno scorso la ditta di consulenza ambientale austriaca Denkstatt ha provato a immaginarlo: se per le merci venissero usati legno, lattine, vetro e cartone, gli imballaggi aumenterebbero di 3,6 volte.Secondo la Pafa, il deperimento medio del cibo nel tragitto dal raccolto alla tavola e del 3 % nel mondo industrializzato e del 50% nei paesi in via di sviluppo dove la plastica non e’ altrettanto diffusa.
Per via dell’alto contenuto di anidride carbonica prodotto dalla nostra dieta, si calcola che per ogni tonnellata generata producendo la plastica se ne risparmiano cinque.
Concentrandosi su anidride carbonica e cambiamento climatico,però, si finisce per dimenticare il motivo per cui i sacchetti di plastica,e gli imballaggi , hanno catturato l’attenzione dell’opinione pubblica, e cioè che sono un prodotto estremamente visibile della società dei consumi.
Alcuni paesi scoraggiano l’uso delle buste di plastica e molti articoli ora adoperano plastiche biodegradabili. Ma sono procedimenti costosi e rimangono di nicchia.
Intanto 47 gruppi industriali hanno unito le forze per finanziare la ricerca e impedire alla plastica di finire in mare. Mentre a terra i governi potrebbero adottare un sistema usato in alcuni paesi europei,dove i produttori hanno il dovere di riprendersi una parte della loro plastica.