Nel mondo si vive di più e meglio. Se la vita media si è allungata, dobbiamo ringraziare i farmaci?
Dal 1951, ricerca, nuovi farmaci, corretti stili di vita e progressi della medicina hanno contribuito ad aumentare l’aspettativa di vita di 3 mesi ogni anno, 6 ore al giorno, e oggi farmaci e vaccini contribuiscono a più dei 2/3 della crescita della vita media.
Grazie all’innovazione farmacologica si vive di più e meglio?
All’inizio dell’800 l’età media di chi tirava le cuoia era di 35 anni: oggi è circa 80. Dal 2000 ad oggi, dicono le statistiche, la vita media si è allungata di circa due anni e nel 2050 gli over 65 raddoppieranno.
L’Italia è il Paese dell’Unione europea con la maggior quota di popolazione over 80. Ogni tre mesi di vita ne guadagniamo uno rispetto alla generazione passata e invecchiando c’è più necessità di ricorrere ai medicinali.
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Sono 7000 i farmaci in fase di sperimentazione nel mondo
Secondo l’associazione europea dell’industria farmaceutica (Efpia) grazie alla ricerca e all’innovazione farmacologica negli ultimi 20 anni è diminuito del 30% il tasso di mortalità generale della popolazione e si è registrato un calo del 40-45% della mortalità per malattie cardiocircolatorie o dell’apparato digerente.
Molte malattie che fino a poco tempo fa non davano scampo, oggi sono patologie croniche con le quali si può convivere a lungo.
Allora ben vengano, grazie alla grande scoperta avvenuta nel 2003 del genoma, gli oltre 7.000 nuovi farmaci in sviluppo nel mondo.
Di questi, ben 1.813 sono destinati al trattamento dei tumori, 1.329 puntano a curare i disturbi neurologici e mentali. Altri 1.251 servono nella lotta contro le malattie infettive; 1.120 contro quelle autoimmuni; 599 per le patologie cardiovascolari; 475 sono per il diabete e 159 contro l’Hiv. Oltre 900 i farmaci e vaccini biotech in sviluppo, con possibili benefici per più di 100 patologie.
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I costi di ricerca e sviluppo sono elevati: Chi paga?
Ma in Italia, tra ostacoli burocratici, costi privati, ritardi amministrativi, percorsi autorizzativi tortuosi, l’innovazione farmaceutica non ha vita facile.
I dati delle Associazioni dei pazienti confermano che l’accesso ai farmaci innovativi è ancora oggi un percorso ad ostacoli: “Il 56% dei pazienti cronici non ha accesso alle terapie innovative, l’innovazione è frenata dalla burocrazia, ancora più complicata quando dal livello nazionale si passa ai Servizi Sanitari Regionali, che hanno procedure e tempi completamente diversi”, afferma Antonio Gaudioso, Segretario Generale di Cittadinanzattiva.
“Fino ad oggi l’innovazione ha contribuito ad una migliore gestione delle malattie per la popolazione in Europa”, dice il presidente del’European Generic Medicines Association, Adrian Van Den Hoven Hoof, “ma per andare avanti serve la collaborazione di tutti gli attori della filiera, dai privati ai governi, e soprattutto modelli di business differenti per sostenere gli altissimi costi della ricerca”.