Sei miliardi all’anno sottratti alle cure dei malati. In un quarto delle aziende sanitarie si sono registrati episodi di corruzione nell’ultimo anno e viene stimato che il 6% delle spese correnti annue del Sistema Sanitario Nazionale va perso in corruzione e sprechi. È quanto emerge dall’indagine shock condotta dal network Curiamo la Corruzione, coordinato da Transparency International Italia, con Censis, ISPE Sanità e RiSSC. Per l’ong Trasparency Italia l’indice di percezione della corruzione nelle corsie e negli ambulatori risulta stabile “da almeno otto anni”. Corrompere in Sanità equivale ad uccidere, farlo su larga scala equivale a compiere una strage!
Nell’ultimo anno il fenomeno corruttivo ha coinvolto il 25,7% delle Aziende sanitarie, ma la distribuzione non è la stessa su tutto il territorio: la maglia nera va al Sud, dove le strutture in cui risulta almeno un episodio di corruzione sono il 37,3% del totale. Gli ambiti maggiormente a rischio corruzione risultano essere quello degli acquisti e delle forniture, le liste d’attesa e le assunzioni del personale.
All’interno del sistema sanitario permangono ancora forti differenze tra Regioni e aree territoriali, sia nella qualità che nella quantità degli strumenti attivati. Le strutture sanitarie che hanno partecipato all’indagine sono state classificate in 4 gruppi, secondo un indice che valuta la percezione del rischio di corruzione. 24 strutture, pari al 17,6%, di cui ben 16 del Nord, si classificano nella fascia di rischio basso. Sono invece 20 le strutture sanitarie, cioè il 14,7%, che presentano una percezione di rischio alto, e tra queste 9 si trovano al Sud.
L’analisi approfondita dei Piani anticorruzione di tutte le aziende sanitarie condotta da RiSSC rivela che il 51,7% delle strutture non ha adottato dei Piani anticorruzione adeguati. Le Regioni con la qualità media dei Piani più bassa sono la Calabria e la Puglia.
Sulla base dell’analisi dei conti economici effettata da ISPE-Sanità si stima che circa il 6% delle spese correnti annue del Servizio Sanitario Nazionale siano riconducibili a sprechi e corruzione. Il rischio di inefficienze è più alto nel caso di acquisto di servizi per le Asl e di acquisto di beni per le Aziende Ospedaliere.
L’ISPE Sanità, organizzazione no-profit, libera ed indipendente, propone per combattere la corruzione, il malaffare e l’incapacità gestionale queste leggi speciali:
- DASPO A VITA, ovvero esclusione a vita da ogni ruolo pubblico in Sanità e da ogni rapporto con la Sanità Pubblica per coloro che sono stati condannati in via definitiva per reati di corruzione e concussione in Sanità
- AGENTI PROVOCATORI: Introduzione in Sanità degli “agenti provocatori” per la verifica dell’integrità del Management della PA sanitaria
- MOZIONE ROBIN-HOOD, ovvero la confisca per equivalente ai corrotti in sanità, con i proventi che vanno a finire in un fondo di tutela per gli whistleblower in Sanità