Robot e intelligenza artificiale con responsabilità civile e penale

esercito di robot

Chi è responsabile di un incidente con un’auto senza conducente? Chi proteggerà i dati personali immagazzinati dai robot? Chi paga per i danni provocati dall’intelligenza artificiale? Quali saranno gli effetti dell’automazione sul mercato del lavoro europeo? Queste sono soltanto alcune delle domande a cui la Commissione europea è chiamata a dare una risposta.

La quarta rivoluzione industriale sta portando l’affermarsi dell’Industria 4.0, basata sullo sviluppo della robotica, sull’interconnessione, sull’analisi dei dati e in generale sull’utilizzo delle nuove tecnologie. Si tratta di un mutamento graduale ma radicale della società che investirà tutti i settori dall’industria in senso stretto fino alla pubblica amministrazione con la perdita di milioni di posti di lavoro e la creazione di nuove figure professionali.

Tale rivoluzione porterà all’attenzione di tutti nuovi problemi di diritto civile, penale, di tutela della privacy e riconoscimento delle responsabilità in caso di danni o reati. Il Parlamento europeo ha sollevato il problema chiedendo alla Commissione europea di approfondire questi aspetti e creare una cornice normativa entro cui inserire la rivoluzione industriale in atto. Strasburgo ha approvato il rapporto di iniziativa che ha preso il nome dalla sua relatrice, la lussemburghese Mady Delvaux, del gruppo S&D: ora la Commissione europea ha tre mesi di tempo per dire se intende o meno proporre una normativa che risponda agli interrogativi fatti dal Parlamento, in caso di risposta negativa dovrà motivare la decisione. Intanto però il Parlamento ha bocciato l’idea di tassare in qualche modo la produzione di robot o chi li usa per finanziare un fondo a sostegno di coloro che resteranno senza lavoro a causa dell’Industria 4.0. 

La materia è delicata e anche se parlare di assicurazioni per auto che si guidano da sole, di responsabilità civile e penale per l’intelligenza artificiale e di pulsanti di emergenza per fermate robot ribelli può sembrare roba da film di fantascienza si tratta in realtà del nostro prossimo futuro ed è bene che le autorità europee inizino a riflettere sulle regole del mondo che uscirà dalla quarta rivoluzione industriale.

Robot e Privacy

Tra i problemi più urgenti e delicati c’è quello che riguarda i dati sensibili dei cittadini. Le macchine intelligenti saranno un pozzo senza fondo di informazioni personali e miniere d’oro per colossi informatici ed hacker. Non solo. I robot, dotati di microfoni e telecamere, potranno immagazzinare una quantità enorme di informazioni diventando così una sorta di Grande fratello che tutto sa e tutto vede.

Per questo motivo il Parlamento europeo ha sollevato il problema di fronte alla Commissione: come tutelare il diritto alla privacy e il trattamento legale dei dati personali?

Nella risoluzione il Parlamento chiede alla Commissione di garantire che anche il settore della robotica rispetti il regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR, General Data Protection Regulation – Regolamento UE 2016/679) tenendo conto, allo stesso tempo, della rapida evoluzione del settore.

Insomma il Parlamento chiede di mettere a punto specifiche norme sulla protezione dei dati personali in modo che il diritto non perda terreno nei confronti della rivoluzione tecnologia e nuovi criteri relativi all’uso di fotocamere, microfoni e sensori nei robot.

Robot e responsabilità civile

La risoluzione europea afferma alcuni principi che possono sembrare da film di fantascienza: “Le auto intelligenti senza pilota devono seguire dei precisi principi etici che devono valere per tutti i robot e che sono la giustizia, la non malvagità, la benevolenza e l’autonomia”.

La Commissione dovrà valutare la nascita di un’assicurazione per i robot nel caso in cui siano responsabili di incidenti e la cui responsabilità non possa essere riconducibile ai produttori o ai proprietari/utilizzatori. Il punto infatti, non è banale: in caso di incidente o di un reato provocato da un robot, chi sarà il responsabile? Chi l’ha costruito? Chi l’ha programmato? Il robot stesso? 

Per rispondere a questa domanda è necessario affrontare il problema dell’inquadramento giuridico dei robot e delle macchine intelligenti soprattutto nel mondo dei trasporti. Secondo il Parlamento UE eventuali danni o reati fatti dalle macchine intelligenti non potranno essere considerati “problemi tecnici”, ma dovranno avere un preciso responsabile. La risoluzione in pratica mette sul tavolo tre richieste: l’istituzione di una sorta di assicurazione obbligatoria che copra eventuali danni provocati dai propri robot; la creazione di un fondo di risarcimento per la riparazione dei danni; l’immatricolazione dei robot, con l’iscrizione in un registro specifico dell’Unione. 

Resterà comunque da definire con chiarezza le responsabilità delle macchine e di chi le ha progettate, in sede sia civile che penale.

La tassazione dei robot e il reddito di cittadinanza

La provocazione è stata lanciata da Bill Gates, il fondatore di Microsoft: visto che stiamo andando verso un futuro in cui i robot “ruberanno” il lavoro agli essere umani è necessario tassare le macchine per sostenere le persone.

 “Al momento – spiega Gates – se un lavoratore umano guadagna 50mila dollari lavorando in una fabbrica, il suo reddito è tassato. Se un robot svolge lo stesso lavoro dovrebbe essere tassato allo stesso livello”. L’idea che può sembrare assurda e rivoluzionaria è stata portata sul tavolo del Parlamento europeo che però, non ne ha sposato la causa.

Nella stessa seduta in cui è stata approvata la relazione sulla robotica è stata invece bocciata l’ipotesi di introdurre una sorta di reddito di cittadinanza per i lavoratori rottamati dai robot. L’introduzione di una tassa sulla produzione o sull’utilizzo delle macchine sarebbe servita ad introdurre una sorta di ammortizzatore sociale per la perdita di milioni di posti di lavoro dovuti all’automazione su larga scala.

Niente reddito di cittadinanza per i lavoratori rottamati, ma incentivi per la formazione e la richiesta di istituire un organo per vigilare in modo costante sui “diversi scenari possibilie le relative conseguenze sulla sostenibilità dei sistemi di sicurezza sociale degli Stati membri”. La risoluzione propone anche l’istituzione di “un sostegno concreto per lo sviluppo delle competenze digitali in tutte le fasce di età e a prescindere dalla posizione lavorativa”. 

Gli altri punti della risoluzione

Oltre ai temi principali appena trattati, la risoluzione approvata dal Parlamento mette sul tavolo altri argomenti su cui la Commissione dovrà legiferare. Intanto si fissa il principio per cui lo sviluppo della robotica e dell’intelligenza artificiale deve avvenire con un impatto ambientale limitato grazie all’alimentazione ad energie rinnovabili.

Si ipotizza anche la creazione di un’Agenzia europea per la robotica e l’intelligenza artificiale che fornisca le competenze tecniche, etiche e normative necessarie per sfruttare al meglio le opportunità dell’Industria 4.0.

Si precisa che l’utilizzo dei robot deve essere positivo per i lavoratori: a loro dovranno essere affidati compiti pericolosi e dannosi per la salute degli esseri umani. In questo modo si conferma l’idea che l’automazione del lavoro investirà soprattutto i lavori manuali, a basso valore aggiunto.

Infine, altro tema curioso è quello che riguarda l’utilizzo delle macchine intelligenti nella medicina. I robot medici – sostiene la risoluzione – possono ridurre i costi sanitari, consentendo così ai medici di spostare la loro attenzione sulla prevenzione, ma è necessario non disumanizzare le cure e istituire comitati di robo-etica in campo medico.

(Fonte Marta Panicucci – it.ibtimes)

Condividi:

Claudio Rossi

“Ci sono uomini nel mondo che governano con l’inganno. Non si rendono conto della propria confusione mentale. Appena i loro sudditi se ne accorgono, gli inganni non funzionano più.”