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I rifiuti elettronici sono una miniera d’oro

Ogni anno buttiamo via 500 tonnellate di oro, ma anche 200 di palladio e 1.600 di argento. Ecco quanto valore c’è nei rifiuti elettronici.

Dovrebbe essere entrato ormai nella mentalità comune, ma forse è bene dare qualche numero su che cosa potrebbe rappresentare per l’economia mondiale il corretto (e totale) riciclo dei rifiuti elettronici.

Il riciclo dei rifiuti

Il grafico mostra il valore dei materiali contenuti nei rifiuti urbani e industriali che vengono buttati ogni anno nel mondo e, dall’altra, il peso, in migliaia di tonnellate, di questi materiali.

Ogni anno, in pratica, nel mondo vengono buttati via 500 tonnellate di oro che è contenuto, seppure in minime quantità, in moltissimi apparati elettronici di uso comune.

Recuperare quelle 500 tonnellate di oro avrebbe un valore di 18,8 miliardi di euro esclusi, naturalmente, i costi di recupero, che non sarebbero comunque pochi.
rifiuti elettroniciPiù semplice, probabilmente, sarebbe recuperare le 12.200 tonnellate di plastica che ogni anno si buttano via. Il valore non è bassissimo: si tratta di 15 miliardi di dollari. Interessante sarebbe anche il riciclo dei rifiuti che contengono il Palladio: se ne buttano ogni anno 200 tonnellate che valgono, però, ben 3,4 miliardi di euro.

Da leggere: Ottenere metalli preziosi dai rifiuti elettrici

Numeri… piccoli

Sembrano numeri enormi, almeno quelli che riguardano il peso, ma in realtà per recuperare anche alcune centinaia di tonnellate di materiale prezioso occorrerebbe uno sforzo che può essere fatto solo a livello molto locale.

Per dare un’idea dei valori in campo basta dire che l’Italia importa (sì, importa) dall’estero 6,2 milioni di tonnellate di rifiuti che vengono poi riutilizzati dalle industrie soprattutto siderurgiche, come Truenumbers ha spiegato in questo post.

* I dati si riferiscono al 2017

Fonte: International Telecommunication Industry (Itu) – truenumbers

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Claudio Rossi

“Ci sono uomini nel mondo che governano con l’inganno. Non si rendono conto della propria confusione mentale. Appena i loro sudditi se ne accorgono, gli inganni non funzionano più.”

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