La Commissione europea impone urgentemente all’Italia di bonificare centinaia di discariche illegali e incontrollate di rifiuti. Nonostante una precedente sentenza della Corte di giustizia al riguardo nell’aprile 2007, i problemi sussistono ancora in quasi tutte le regioni italiane e le misure in vigore non sono sufficienti per risolvere il problema a lungo termine. Su raccomandazione del Commissario per l’Ambiente, Janez Potočnik, la Commissione ha pertanto deciso di deferire l’Italia alla Corte di giustizia dell’Unione europea e di imporre un’ammenda forfettaria di 56 milioni di euro (28089,60 euro per giorno tra le 2 sentenze della Corte) e un’ammenda giornaliera di 256819,20 euro per ogni giorno successivo alla seconda sentenza fino al giorno della regolarizzazione dell’infrazione.
Attualmente 255 discariche, 16 delle quali contenenti rifiuti pericolosi, sparse per tutta la Penisola, ma concentrate soprattutto nelle regioni del centro-sud, devono ancora essere bonificate. La mappa delle discariche fuori legge vede al primo posto la Campania (51), seguita da Calabria (43), Abruzzo (37) e Lazio (32). Davanti alla Commissione resta inoltre pendente la procedura d’infrazione aperta per la situazione delle discariche a Napoli. Secondo alcune fonti la decisione odierna di Bruxelles potrebbe suonare come un avvertimento sul possibile, prossimo arrivo di un deferimento alla Corte di giustizia anche per il caso specifico campano.
”Nonostante gli impegni assunti dalle autorita’ italiane nel 2007 e alcuni progressi significativi compiuti – sottolinea la Commissione – solo 31 discariche problematiche saranno bonificate entro la fine del 2012 e un calendario completo per l’ultimazione dei lavori e’ stato programmato unicamente per 132 discariche. Inoltre – rileva ancora Bruxelles – la Commissione non dispone di informazioni da cui risulti che l’Italia abbia istituito un sistema di controllo adeguato per evitare l’apertura di nuove discariche illegali”. In Italia, infatti accanto a quelle opportunamente riconosciute, ce ne sono anche di abusive, che costituiscono un vero e proprio problema in termini di sostenibilità ambientale. Un calcolo preciso delle discariche abusive presenti sul territorio del nostro Paese è quasi impossibile. Da uno studio del 2004 di Sviluppo Lazio, quindi non aggiornatissimo, le discariche illegali censite erano 4866 (Visualizza Discariche abusive in Italia). Sono certo che ad oggi il muro delle 5000 sia stato ampiamente superato.
A seguito della precedente sentenza della Corte la Commissione ha inviato all’Italia, nel febbraio 2008, una lettera di costituzione in mora e, nel giugno 2009, un parere motivato, segnalando che la violazione sistematica e generalizzata constatata dalla Corte di giustizia era ancora in corso. Nel giugno 2011 la Commissione ha chiesto all’Italia di presentare un calendario credibile per la regolarizzazione di tutti i siti in questione entro un lasso di tempo ragionevole.
Nonostante siano stati compiuti alcuni progressi significativi è chiaro che i problemi persistono in quasi tutte le regioni italiane. La sentenza della Corte del 2007 non è stata rispettata e la Commissione ha pertanto deciso di deferire l’Italia alla Corte di giustizia e di chiedere che vengano inflitte delle ammende.
La direttiva 99/31/CE relativa alle discariche di rifiuti costituisce uno strumento essenziale per prevenire o ridurre, nel limite del possibile, gli effetti negativi derivati dalle discariche sull’ambiente nel corso dell’intero ciclo di vita delle stesse. Secondo tale direttiva le discariche devono rispettare determinate condizioni per poter rimanere in funzione. Le discariche che non rispettano tali condizioni e le discariche incontrollate di rifiuti sono considerate illegali ai sensi della direttiva. La normativa mira a proteggere la salute umana e l’ambiente dagli effetti negativi della raccolta, del trasporto, della conservazione, del trattamento e dello smaltimento dei rifiuti.
La politica sui rifiuti è un elemento importante della strategia della Commissione europea in materia di uso efficiente delle risorse. Se gestiti e trattati in modo adeguato i rifiuti sono una preziosa fonte di materiali che può offrire soluzioni ai limiti delle risorse e creare posti di lavoro. La politica dell’UE in materia di rifiuti mira ad ottenere un uso più sostenibile delle risorse naturali e a realizzare in Europa una transizione verso una crescita efficiente sotto il profilo delle risorse e a basse emissioni di carbonio. Il ricorso alla discarica è l’opzione meno conveniente che si situa alla base della gerarchia dei rifiuti, al di sotto di prevenzione dei rifiuti, riutilizzo, riciclaggio e incenerimento.
La maggior parte degli Stati membri sta progressivamente abbandonando la pratica della messa in discarica e sei sono prossimi all’eliminazione totale (Austria, Belgio, Danimarca, Germania, Paesi Bassi e Svezia), fatto che comporta numerosi vantaggi: la piena attuazione della normativa UE sui rifiuti consentirebbe di risparmiare 72 miliardi di euro l’anno, di aumentare il fatturato annuo dell’UE di 42 miliardi di euro nel settore della gestione e del riciclaggio dei rifiuti e di creare oltre 400 000 posti di lavoro entro il 2020 (cfr. IP/12/18). L’Italia occupa un modesto ventesimo posto su 27 Stati membri per quanto riguarda la gestione dei rifiuti. Le carenze includono una politica di prevenzione dei rifiuti scarsa o inesistente, l’assenza di incentivi destinati ad evitare la messa in discarica e, di conseguenza, uno scarso sfruttamento del riciclaggio e riutilizzo dei rifiuti e l’inadeguatezza delle infrastrutture. La messa in discarica in Italia è stimata a 51% nel caso dei rifiuti urbani (rispetto alla media UE del 38%), e il riciclo dei rifiuti urbani solo a 21% (rispetto alla media UE del 25%) (cfr. STAT/12/48).
Ogni italiano produce in un anno 540 kilogrammi di rifiuti oltre 36.720.000 tonnellate di spazzatura riversate sul nostro paese. Con questi numeri sarebbe ora di pensare ad una combinazione adeguata di strumenti giuridici, amministrativi ed economici che da tempo negli altri paesi europei (meglio performanti di noi) hanno reso la prevenzione, il riuso e il riciclo economicamente più vantaggiosi rispetto allo smaltimento in discarica o negli inceneritori.
Azzerare i rifiuti. Vecchie e nuove soluzioni per una produzione e un consumo sostenibili. Azzerare i rifiuti non rende meno urgente il compito di governarli. L’obiettivo primario è la riduzione della quantità e della pericolosità dei rifiuti, eliminando alla fonte il commercio e la produzione dei beni concepiti per trasformarsi in brevissimo tempo in rifiuti, come i prodotti usa-e-getta. Ma ugualmente importante è il recupero di materia, cioè il riciclo, che può essere fatto solo attraverso la diffusione capillare della raccolta differenziata sia dei rifiuti urbani sia di quelli industriali.