Quanto tempo impiega il Parlamento per fare le leggi? Quanto a lungo si protraggono le letture presso le due Camere? Sulla ‘lentezza’ o di contro speditezza del procedimento legislativo incidono numerosi fattori (l’intensità del confronto politico, la difficoltà ‘tecnica’ di un intervento normativo, l’individuazione di una copertura finanziaria, ed altro ancora). Per questo, fornire dati e medie rischia di scolorire il quadro, persino di alterarlo. Per tempo di approvazione, si intende qui il lasso temporale ricompreso tra l’inizio dell’esame di merito in Commissione referente e l’approvazione (sia essa in Commissione deliberante o in Assemblea), presso un ramo del Parlamento. Sommando i tempi di approvazione e dividendo il risultato per il totale dei disegni di legge (d’iniziativa governativa divenuti legge, nella prima tabella a seguire; dei disegni di legge d’iniziativa governativa o parlamentare approvati in almeno un ramo del Parlamento, nella seconda tabella) si ottiene il tempo medio di approvazione.
La scorsa XVI legislatura (2008-2013), protrattasi fin quasi al suo naturale spirare, costituisce un arco temporale sufficientemente esteso per fornire alcuni dati. Nel suo corso il Parlamento italiano ha approvato 391 leggi (delle quali 141 ratifiche di trattati internazionali).
L’iter più travagliato è stato di un ‘collegato’ in materia di lavoro, che ha richiesto ben sette letture. Inizialmente sorto da uno stralcio da un ‘collegato’ alla finanziaria, il disegno di legge (dilatatosi a cinquanta articoli, dai nove iniziali) è stato approvato con quattro letture (con una disciplina irraggiantesi su: lavori usuranti, riorganizzazione di enti, congedi aspettative permessi, ammortizzatori sociali, servizi per l’impiego, in centivi all’occupazione, apprendistato, occupazione femminile, misure contro il lavoro sommerso, disposizioni in tema di lavoro pubblico, controversie di lavoro). Indi è stato oggetto di rinvio da parte del Presidente della Repubblica, il quale muoveva rilievi (oltre che su una soverchia eterogeneità del provvedimento) su modificazioni del codice di procedura civile in materia di conciliazione ed arbitrato nelle controversie individuali di lavoro (nonché su alcune specifiche disposizioni, in materia di esposizione all’amianto nel naviglio militare). Solo dopo altre tre successive letture, l’accidentato percorso parlamentare giungeva a termine (legge n. 183 del 2010). Altro iter assai complesso ha riguardato la ratifica della convenzione di Lanzarote contro lo sfruttamento e l’abuso sessuale dei minori (poi legge n. 172 del 2012). Ha richiesto sei letture: un caso eccezionale, considerato che le ratifiche solitamente risultano approvate senza navette (Nel gergo parlamentare indica il passaggio di un progetto di legge, disegno di legge o proposta di legge reiterato da una Camera all’altra che può avvalersi di una procedura semplificata). La complessità lì risiedeva nelle norme di adeguamento interno, tali da importare modifiche codicistiche in materia penale, sostanziale (con la previsione di nuovi reati, la definizione di una disciplina speciale dell’elemento soggettivo dei reati in materia, l’inasprimento delle sanzioni penali principali e accessorie, la definizione di apposite misure di sicurezza, l’intervento sui termini di prescrizione) così come processuale (con la previsione di una disciplina derogatoria per l’attribuzione delle funzioni di pubblico ministero nonché di disposizioni ad hoc in materia di ordinamento penitenziario). Altro disegno di legge, recante norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani (poi legge n. 10 del 2013), ha richiesto cinque letture (le ultime due, peraltro, con approvazione in Commissione in sede deliberante). Si trattava di disposizioni a mezza via tra ambientali ed urbanistiche, tra le quali oggetto di più modifiche sono state, soprattutto, quelle relative alla promozione della circolazione di veicoli elettrici. Hanno richiesto quattro letture 12 disegni di legge divenuti legge. Hanno richiesto tre letture 75 disegni di legge divenuti legge. Di questi, 51 erano disegni di legge ‘ordinari’; 24 erano disegni di conversione di decreti-legge. Hanno richiesto due letture complessive (una per ciascuna Camera: dunque nessuna navette) 301 disegni di legge divenuti legge. Di questi disegni di legge senza navette, 131 sono stati di autorizzazione alla ratifica di trattati internazionali (su complessive 141 ratifiche divenute legge nella XVI legislatura). 82 sono stati di conversione di decreti-legge (su complessivi 106 decreti-legge divenuti legge in quella legislatura). Se si escludono ratifiche e conversioni, senza navette sono stati dunque 88 disegni di legge, divenuti legge.
Confronto con altri Paesi Europei. Il Parlamento tedesco ha approvato 153 leggi nel 2011, 128 nel 2012 (in un ordinamento in cui sovente si interviene con legge per puntuali interventi di ‘manutenzione’ normativa). Il Parlamento francese ha approvato 111 leggi nel 2011, 82 nel 2012 (anno peraltro di elezioni così presidenziali come parlamentari). Il Parlamento spagnolo ha approvato 50 leggi nel 2011, 25 nel 2012. Il Parlamento inglese ha approvato 25 leggi nel 2011, 23 leggi nel 2012.
*Dati Servizio Studi del Senato