La Pubblica amministrazione italiana è la più vecchia dei 34 Paesi membri appartenenti all’Ocse. Il 45% dei dipendenti pubblici italiani ha oltre 55 anni. In Germania la quota degli over 55 non supera il 20% e nell’intera area Ocse si registra in media il 24% di lavoratori sopra i 55 anni e il 18% al di sotto i 34 anni. È l’Ocse a fornire questi dati impressionanti.
Tra stato, regioni e comuni abbiamo la burocrazia più vecchia d’Europa. Con il suo 45% di dipendenti over 55, la Pubblica amministrazione italiana stacca di cinque punti gli islandesi, secondi in classifica, e di nove punti gli spagnoli, al terzo posto.
Siamo i più vecchi ma anche i più pagati. Il compenso medio dei dirigenti italiani della pubblica amministrazione nel 2015 è stato di 395.400 dollari (circa 347.000 euro), il più alto dopo l’Australia nell’area Ocse, che registra in media 231.500 dollari (circa 203.000 euro). Alti anche i compensi per i ruoli di segreteria: 55.600 dollari all’anno contro i 52.700 della media nei paesi appartenenti all’organizzazione.
In un paese in cui un giovane su tre è senza lavoro e dove negli ultimi undici anni i poveri sono triplicati è vergognoso che alcuni mega direttori prendano cifre del genere. Il pesce puzza dalla testa. La testa è la dirigenza pubblica, la coda è la classe politica.