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Permacultura: l’utilizzo sostenibile della terra

Permacultura

Ci stiamo spingendo verso i limiti fisici della Terra. Non possiamo continuare a produrre inquinamento, soddisfare la nostra fame di energia e materie prime al ritmo attuale, perché stiamo consumando risorse non rinnovabili. La permacultura offre un approccio alla gestione del territorio in cui le funzioni degli animali, delle piante, delle persone e della Terra sono riconosciute e integrate per massimizzare i risultati e realizzare ambienti umani sostenibili. Si può quindi applicare a tutte le attività umane e ha trovato finora la sua massima espressione nella realizzazione di eco-villaggi.

La Permacultura è un processo integrato di progettazione che dà come risultato un ambiente sostenibile, equilibrato ed estetico. Applicando i principi e le strategie ecologiche si può ripristinare l’equilibrio di quei sistemi che sono alla base della vita. La Permacultura è la progettazione, la conservazione consapevole ed etica di ecosistemi produttivi che hanno la diversità, la stabilità e la flessibilità degli ecosistemi naturali. La Permacultura è essenzialmente pratica e si può applicare a un balcone, a un piccolo orto, a un grande appezzamento o a zone naturali, così come ad abitazioni isolate, villaggi rurali e insediamenti urbani. Allo stesso modo si applica a strategie economiche e alle strutture sociali. La Permacultura si può definire una sintesi di ecologia, geografia, antropologia, sociologia e progettazione. Permacultura: agricoltura permanente per una cultura permanente. Una cultura umana non può sopravvivere a lungo senza la base di una agricoltura sostenibile e una gestione etica della terra. Permacultura: pensare sentire inventare progettare il nostro essere integrati nel mondo. Disegnare il proprio sistema di vita, la propria casa, il territorio che la circonda, in modo armonico, in modo consapevole. Consentire al proprio essere nella vita di pensarsi da sé, non di essere pensato da altri. Sostituendo al dominio l’ascolto, alla violenza la curiosità, alla fretta la speranza. Permacultura è la progettazione di una interazione consapevole ed efficiente fra l’uomo e l’ambiente. Permacultura è ecologia coltivata. La Permacultura è la progettazione e la gestione ecosostenibile e integrata degli insediamenti umani e produttivi nel territorio agro-ambientale. La Permacultura non è una serie di teorie o metodi, ma un modo di pensare, in maniera sempre nuova e flessibile. L’Accademia di Permacultura Italiana è in rete con le altre Associazioni di Permacultura in Europa e nel Mondo.

Tutti i segreti della Permacultura

Un orto-giardino molto produttivo e che richieda poco lavoro, dove gli equilibri della natura vengano rispettati: non è un’utopia ma l’obiettivo della permacultura, per la quale l’unico vero limite alla produttività è la vostra capacità di immaginazione.

Certo sarebbe bello poter vivere in un ambiente intatto, una sorta di paradiso terrestre dove esista già tutto quel poco di cui si ha bisogno senza dover lavorare e faticare. Se l’umanità non è ancora riuscita a realizzare questo grande sogno, anche a causa delle nostre sempre maggiori esigenze, almeno nell’orto e nel giardino possiamo tentare di ricreare una sorta di Eden dove tutto “funzioni” e produca anche senza il nostro continuo intervento, senza troppa fatica e senza un grande consumo di energia, nel massimo rispetto degli equilibri della natura. E’ questo appunto l’obiettivo della permacoltura, creare sistemi e cicli ecologici permanenti a basso input di energia e in grado di automantenersi.

“Agricoltura permanente”
Il termine di “permacoltura” deriva dall’inglese “permanent agriculture” che in italiano significa “agricoltura permanente”. Questo modello di agricoltura è stato sviluppato intorno al 1978 da Bill Mollison in Australia. Dopo aver praticato i più disparati lavori, studiato psicologia e pianificazione ambientale, Mollison si dedicò allo sviluppo del concetto di permacoltura, compiendo numerose ricerche soprattutto tra gli aborigeni. Il suo modello di permacoltura è ispirato a sistemi naturali pluridimensionali, come la foresta e il pensiero di fondo è quello di assumere come misura della produzione le modalità di produzione della natura.
Questo concetto è stato poi successivamente elaborato in Germania presso l’Istituto per la permacoltura a Berlino e nel 1981 Mollison ricevette come riconoscimento il Nobel “alternativo”. Più che essere un nuovo metodo ecologico di coltivazione, la permacoltura va intesa come un sistema di progettazione, ideazione, utilizzo ed interazione dei vari elementi dell’agricoltura e del paesaggio agrario (agricoltura, orticoltura, zootecnia, foresticoltura, utilizzo delle acque e pianificazione del paesaggio, progettazione delle città, architettura e risorse energetiche) con l’obiettivo di creare dei sistemi che siano produttivi ma al tempo stesso ecologici e stabili, ovvero in grado di automantenersi e rinnovarsi nel tempo, senza impiego di fonti energetiche non rinnovabili. Ciò implica ovviamente un rifiuto totale di qualsiasi tipo di monocoltura, dato che proprio le monocolture agricole, come quelle economiche, sono destinate a durare poco e possono essere tenute in vita solo con un forte apporto esterno di energie non rinnovabili.

Stabilità e flessibilità
Spiegare in poche parole cos’è la permacoltura non è semplice: diciamo che la permacoltura si orienta alla natura, ma più che di copiare dalla natura si tratta di comprendere le complesse relazioni ed interazioni all’interno di un sistema e di guidare intelligentemente le forze della natura in modo da rafforzare e sostenere quei processi produttivi che ci interessano. Conseguenza logica di questo pensiero è lo sviluppo progressivo (dell’orto/giardino come delle coltivazioni più vaste) verso il modello “foresta”, perché tutti i metodi corretti di utilizzazione del suolo, di interazione/relazione fra le piante e l’adozione di un sistema multi-dimensionale portano infine sempre ad un modello simile a quello del bosco. Ciò non significa lasciar inselvatichire un ambiente ma ad esempio applicare la dimensione verticale tipica della foresta per incrementare la produttività dello spazio, scegliere piante in modo che in ogni stagione vegeti e fruttifichi qualcosa, sistemarle in modo da sfruttare al meglio tutte le situazioni (ombra, forte insolazione, freddo, caldo, ecc.) Il concetto di agricoltura eco-compatibile di Mollison propone ovviamente anche l’autosufficienza che è il presupposto per una maggiore decentralizzazione ed autonomia, che in generale dovrebbero portare ad un miglioramento complessivo della qualità della vita.

Permacultura nell’orto-giardino
Per attuare la permacoltura non è necessaria una grande esperienza nella coltivazione, né un vasto appezzamento. Si tratta invece soprattutto di acquisire nuove prospettive e anche un mini giardino può allora trasformarsi in un biotopo diversificato e pulsante di vita e contribuire così al miglioramento dell’ambiente in cui viviamo, persino nelle squallide periferie delle città. Così anche la pendenza di un giardino può divenire vantaggiosa se la si sfrutta adeguatamente. La progettazione di una permacoltura richiede perciò che si mappino e valutino forma e pendenza dell’appezzamento, insolazione, direzione del vento, ombreggiamento, disponibilità idriche. Lo spazio verrà quindi strutturato con sentieri, siepi, per creare piccole nicchie chiuse e riparate, utilizzando piante che su diversi piani svolgano multifunzioni e servano da spalliere, come riparo dal vento e dal sole o dalla vista, ma contribuiscano al tempo stesso alla consociazione e diversificazione delle specie, che portino frutti per l’uomo e gli animali, offrano nettare agli insetti. Il primo obiettivo di un orto-giardino che si autorinnova e rispetta le risorse è comunque quello di assicurare la salute e fertilità del suolo, perché solo in tal caso la produzione è il risultato naturale di un sistema lussureggiante. Non si deve dimenticare che ogni frutto, ogni ortaggio raccolto è fertilità rubata al terreno e che è assolutamente necessario restituire al suolo i rifiuti organici. Di qui il ruolo fondamentale del compostaggio, della pacciamatura e dei sovesci, ma anche delle aiuole a cumulo e aiuole rialzate.

Lavorare meno
Particolarmente interessante è l’approccio della permacoltura con l’energia, lavoro umano compreso. L’orto a permacoltura deve essere altamente produttivo ma al tempo stesso richiedere meno lavoro ed impegno possibile. Questo può sembrare contraddittorio, ma esistono molte tecniche che permettono di raggiungere questo obiettivo. Si tratta di sviluppare nuove idee o adattare esperienze già fatte alla propria situazione e ai propri bisogni. Cercare di ridurre il lavoro nel proprio orto non è solo una soluzione per chi non ha voglia di lavorare. E’ invece un segno del rispetto per la natura, proprio perché di norma i danni ecologici all’ambiente sono sempre il risultato di interventi umani. La permacoltura tende a ridurre l’entità del lavoro manuale, anche dando la preferenza alla coltivazione di piante pluriennali o che si autodisseminano o che si autopropagano e che non rendono necessari interventi come ad esempio la lavorazione del terreno. Il concetto insomma è quello di seminare e trapiantare il meno possibile, evitando i lavori inutili e risparmiando energia (ad esempio la coltura degli asparagi verdi). Essenziale in tal senso anche il ruolo delle piante selvatiche normalmente considerate “infestanti” che, oltre ad essere spesso commestibili, vengono considerate degli “accumulatori dinamici” capaci di ripristinare la fertilità del terreno.

Più creativi, più felici
Applicare il concetto di permacoltura nel proprio orto-giardino significa anche fare il primo passo nella limitazione dei propri consumi e gestire la propria vita in un modo semplice, più creativo e indipendente. L’orto e il giardino devono diventare un’occasione per esprimere noi stessi, devono essere fonte di piacere, una sorta di terapia che ci permetta non tanto di “fare”, quanto piuttosto di “essere”. Inutile dire che anche l’estetica di un orto-giardino concepito in questo modo cambia totalmente, perché non c’è posto per un ordine convenzionale e sterile, imposto ad una natura che continua a ribellarsi. La bellezza allora si manifesta non in un ordine freddo e prestabilito dall’uomo, quanto piuttosto nell’abbondanza dei colori, forme, odori, luci ed ombre, contrasti che intrecciano il tessuto fertile della natura incontrollata e libera di esprimersi. L’applicazione del concetto di permacoltura richiede capacità critica ma soprattutto creatività e sviluppo di un pensiero originale e personale, dato che non esistono ricette pronte, in particolare per l’ambiente europeo e italiano dove la permacoltura è ancora poco conosciuta. Chi volesse pertanto avventurarsi per questa strada dovrà fare esperienza a proprie spese, ma niente paura, perché secondo Mollison, l’unico vero limite alla produttività è la nostra capacità di immaginazione.

(tratto da “La casa sui campi”, n.12-1997. Per informazioni: www.gce.it – tel. 051-62267)


Permacultura per tutti. Oltre l’agricoltura biologica, per curare la Terra e guarire il pianeta. Neologismo derivato dalla fusione di permanent e agriculture (agricoltura permanente) ,la permacultura nasce intorno al 1978 per opera di Bill Mollison e David Holmgren e si afferma con grande rapidità negli anni seguenti in tutto il mondo anglosassone. Il punto di forza della permacultura è la sua capacità di andare oltre l’agricoltura sostenibile per proporsi come sistema per progettare insediamenti umani modellati sugli ecosistemi naturali, allo scopo di creare sistemi produttivi durevoli e sostenibili, ovvero in grado di automantenersi e rinnovarsi con un basso input di energia.

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Claudio Rossi

“Ci sono uomini nel mondo che governano con l’inganno. Non si rendono conto della propria confusione mentale. Appena i loro sudditi se ne accorgono, gli inganni non funzionano più.”

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