Peppa Pig, la maialina inglese che ha conquistato il mondo, inventata dal trio Phil Davies, Mark Baker e Neville Astley ha da poco compiuto dieci anni. Il primo episodio è andato in onda il 31 maggio del 2004 in Inghilterra ma è arrivata in Italia solo nel 2010. E in questi anni è diventata un fenomeno sociale ed economico mondiale. Per capire la potenza commerciale del marchio Peppa Pig, basta leggere la nota al bilancio dell’ultimo anno finanziario.
Il suo successo è merito del messaggio di leggerezza e rassicurazione sugli affetti che contano e che ha inevitabilmente conquistato i piccoli telespettarori. Peppa è paladina della famiglia, del sereno rapporto con le figure parentali, dell’amicizia e della scuola.
Il cartone va in onda in 180 paesi ed è stato tradotto in 40 lingue. Il fatturato del brand ha raggiunto 650 milioni di dollari l’anno, con trecento aziende che producono oggetti a tema, 15 milioni di giocattoli venduti, 10 milioni di libri e 9 di Dvd.
In Italia è la European Television Service a detenere i diritti per l’utilizzo del marchio Peppa Pig, venduti a una cinquantina di aziende. Il giro d’affari ammonta a 40 milioni di euro all’anno. Il cartone di Peppa Pig in onda su Rai YoYo e Disney Junior è guardato da una media di 500mila bambini dai tre ai sei anni, ma con punte che toccano anche i 600mila spettatori. Il merchandising è in continua ascesa: Libri, dvd, magazine bisettimanale, album delle figurine, giochi e giocattoli di tutti i tipi. Ce n’è per tutti i gusti e per tutte le tasche.
Oltre al mercato, Peppa ha monopolizzato anche il dibattito ideologico. Su di lei e il suo animalesco entourage si è detto e scritto di tutto: Peppa cattiva maestra, Peppa femminista, Peppa marxista-leninista, Peppa troppo multiculturale, Peppa ambientalista spinta, Peppa massona, Peppa mafiosa, Peppa antianimalista, con tanto di polemica da parte dell’Aidaa e mozione (non accolta) Peppa Pig a Strasburgo per obbligare gli editori ad apporre una scritta sul trattamento crudele subito dagli animali nella realtà:
“Il contenuto del cartone animato è frutto di invenzione e della fantasia umana, mentre gli animali veri qui interpretati da personaggi di fantasia in realtà sono spesso trattati in maniera crudele. Alcuni di loro come i topi vengono sterminati con il veleno o sottoposti a sperimentazione scientifica, altri come maiali e mucche vengono allevati in maniera inaccettabile per essere poi uccisi e mangiati. infine altri animali vengono maltrattati ed altri ancora come ad esempio i lupi, le iene e gli sciacalli vengono presentati come animali crudeli quando in realtà sono solo dei predatori in natura che cacciano per nutrire se stessi ed i loro piccoli”.
Ma intanto la famiglia di maialini continua a riscuotere successo in tutto il mondo. Dallo scorso marzo la maialina inglese viene trasmesso anche in America per ben tre ore al giorno nel canale Nick Jr e anche Amazon dall’inizio dell’anno distribuisce i giocattoli a marchio Peppa. E nei prossimi due anni è pronta a sbarcare in America Latina, Cina, Sud Est asiatico, Francia e Germania.
Oggi Peppa Pig è dunque ufficialmente, in termini monetari, il più redditizio personaggio di fantasia del mondo. Ha superato: Winnie the Pooh, Peter Rabbit e Mickey Mouse. Ed ormai sono sempre di più anche da noi i bambini che vogliono come compagno di giochi non il solito cane o gatto ma un piccolo porco.