Mujica è stato il Presidente più povero del mondo, ha legalizzato aborto, unioni gay e marijuana e ceduto il 90% (550,000 mila dollari) del suo stipendio agli ultimi. Mujica ha, insieme alla moglie, un piccolissimo patrimonio di circa 200.000 dollari, che consiste nella sua casa (insieme alla sua azienda agricola), due vecchie auto Volkswagen “Maggiolino” e tre trattori. In una recente intervista disse che le persone “che amano troppo il denaro devono essere cacciate fuori dalla politica”. L’ex presidente-tupamaro dell’Uruguay ha dimostra col suo stile di vita ai limiti della povertà che ciò che racconta è realizzabile.
“I problemi dell’Europa riflettono le contraddizioni di questo sistema che colpisce i settori più deboli. C’è una crisi della domanda perché la gente continua a consumare una infinità di cose inutili, e al contempo una enorme fetta di mondo pieno di povertà che non abbiamo il coraggio di incorporare: il mondo ricco non ha sufficiente generosità solidale per incorporarla nella civilizzazione. Sprechiamo un’infinità di preziose risorse perché il mondo ricco possa consumare cose inutili o frivole. E invece non diamo acqua, scuole, case ai più poveri. E anzi respingiamo i barconi che arrivano nel Mediterraneo, o magari pensiamo di affondarli, impediamo il passaggio dei migranti messicani alla frontiera nordamericana. Li invitiamo a partecipare a una civilizzazione che poi non gli dà il posto promesso. E’ come se ti dicessero: vedi quanto è bello? Ma non è per tutti.… Allo stesso tempo scateniamo problemi su scala planetaria perché non possiamo governarci: ci governa il mercato. Il mondo è globalizzato ma non ha un governo mondiale all’altezza dell’intelligenza scientifica raggiunta, che consentirebbe un’organizzazione generale e una equa distribuzione delle risorse. Siamo in preda a un caos che sta portando al limite la natura: per via di una eccessiva con centrazione della ricchezza. Ti sembra possibile che un manipolo di bei tomi detenga quel che serve al 40% dell’umanità?
Dobbiamo imparare a muoverci per il governo della specie e non solo in base agli interessi dei paesi, dei singoli stati, con la consapevolezza che siamo responsabili di un pianeta, di una barchetta che sta andando alla deriva nell’universo. Bisogna avere chiaro che non governano le persone, ma gli interessi del grande capi tale finanziario e i suoi ricatti. Abbiamo un’arma più vicina del Palazzo d’Inverno su cui agire, qualcosa di più vicino e potente: le nostre menti e le nostre coscienze. C’è una rivoluzione possibile nella testa di ognuno per costruire una nuova umanità. Dobbiamo agire perché ognuno sia cosciente che il mercato ci toglie la libertà. Non cambiamo il mondo se non cambiamo noi stessi. Per tanto tempo abbiamo seguito una linea tracciata: abbiamo pensato che bastasse prendere il potere, cambiare i rapporti di proprietà e di distribuzione per cambiare l’umanità. Invece, quel che è successo in Unione sovietica ha dimostrato che le cose sono molto più complicate. Oggi dobbiamo puntare di più sulla cultura. Non dobbiamo agire per comandare ma perché le persone diventino padrone di loro stesse.
Oggi invece si pensa di risolvere i problemi dell’umanità e i propri costruendo più carceri, chiedendo più carcere e più bombe. Noi, un piccolo paese, abbiamo indicato che si può prendere un’altra strada. A cosa sta portanto la balcanizzazione del mondo? Hai visto come hanno ridotto la Libia: una barbarie. Io non voglio difendere Gheddafi, ma almeno prima c’era uno stato ordinato, ora c’è un disastro… Sono stato negli Stati uniti. C’è gente in carcere da 34 anni senza mai aver versato una goccia di sangue, solo per aver rivendicato l’indipendenza del proprio paese come il portoricano Oscar Lopez. Ma agli Stati uniti interessa di più la libertà di un altro Lopez…
La guerra preme dappertutto, i conflitti facilmente emergono, lo sviluppo delle nuove tecnologie complica lo scenario. Eppure sappiamo di essere interdipedenti, il progresso e la tecnica non possono ipotecare la convivenza, il vivere in consessi umani. Dobbiamo imparare a vivere con le differenze, trovare un altro modo di comunicare, siamo di fronte a un altro mondo in cui gli stati nazione e le forme tradizionali della politica non riescono a dare risposte adeguate. Si sono scatenate forze di cui non troviamo più le briglie, a partire da quelle del capitale finanziario e degli “avvoltoi” che si avventano sulle prede quando cercano la propria sovranità. Però mi fa più paura quel che non succede di quel che succede… Per esempio, c’è molta gioventù disoccupata, che ora si sta rassegnando a vivere col reddito minimo, che si sta addormentando… e non lotta”. José Pepe Mujica