Al grido di #FuoriTutti, nel week end che precede il Natale, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno organizzato una manifestazione nazionale dei lavoratori della grande distribuzione.
Al centro della mobilitazione, si legge in una nota “dopo 22 mesi di trattativa, il mancato rinnovo contrattuale e l’avanzamento di proposte che mirano unicamente a recuperare produttività abbassando il costo del lavoro e arretrando sui diritti dei lavoratori rispetto a istituti contrattuali quali scatti di anzianità, passaggio di livello, permessi retribuiti e sospensione dell’incidenza della tredicesima e quattordicesima mensilità sul trattamento di fine rapporto”.
Dopo l’importante mobilitazione del 7 novembre, non ci sono stati segnali di apertura delle controparti, rimaste sulle rispettive posizioni: proposte che mirano esclusivamente a ridurre il costo del lavoro intervenendo su alcuni istituti fondamentali e moderando l’aumento salariale.
Federdistribuzione, dopo la fuoriuscita da Confcommercio, ha intrapreso una trattativa per il contratto nazionale proponendo, di fatto, l’arretramento di alcuni importanti istituti (permessi retribuiti, scatti d’anzianità, sospensione dell’incidenza di XIII^ e XIV^ mensilità sul trattamento di fine rapporto), motivato dalla necessità di recuperare la produttività; e respingendo riferimenti a soluzioni sul salario, omogenee a quelle raggiunte nel contratto del commercio siglato con Confcommercio a marzo 2015. Le imprese cooperative, invece, pur dichiarando di voler rinnovare il contratto, hanno anch’esse avanzato proposte e interventi che diminuiscono diritti e tutele dei lavoratori, annullando così gli elementi che hanno contraddistinto in questi anni il contratto nazionale di lavoro.
Spiega Maria Grazia Gabrielli segretario generale della Filcams Cgil Nazionale: “Uno sciopero, quello del 19 dicembre, che vuole mettere al centro anche la condizione più generale di chi lavora in un settore che ha vissuto una fase di difficoltà e di cambiamenti, per la crisi dei consumi e per scelte legislative, come quella che ha portato alla liberalizzazione delle aperture 365 giorni l’anno. Situazioni che hanno inciso negativamente sulle lavoratrici ed i lavoratori: le crisi aziendali sono state e sono ancora supportate con il ricorso agli ammortizzatori sociali, e le liberalizzazioni continuano a determinare un peggioramento delle condizioni di lavoro e di vita delle persone. Proprio mentre si invoca la libertà del mercato al sempre aperto, tra i primi obiettivi viene posto quello di ridurre il riconoscimento economico per le prestazioni domenicali dei lavoratori attraverso una complessiva rimessa in discussione della contrattazione integrativa. Con lo sciopero vogliamo ribadire la contrarietà ai tentativi di destrutturare il Contratto peggiorando le condizioni delle lavoratrici e lavoratori e vogliamo invece riaffermare il valore, la dignità e il ruolo centrale del contratto nazionale”.
Le lavoratrici e i lavoratori sanno che questo arrecherà disagio a chi in questi giorni di Natale andrà a fare acquisti: “ma siamo sicuri che anche il cliente vuole entrare in punti vendita in cui è certo che la dignità di chi lavora non sia messa in discussione”.
Diritti, salario e rispetto per il lavoro!