Quello che è successo l’altra notte in discoteca a Lloret de Mar è allucinante.
Niccolò Ciatti, 22 anni compiuti da appena un mese, preso a calci e pugni da tre merde all’interno di una arena improvvisata colma di bestie. Ucciso in discoteca.
Si chiama Rasul Bissoultanov e ha 24 anni il ceceno, ora in carcere, che avrebbe sferrato il calcio mortale uccidendo Niccolò Ciatti. È lui l’animale. Gli altri due ceceni sono invece stati scarcerati e possono rientrare in Francia dove vivono come richiedenti asilo.
Nel 2017 morire per una serata passata a divertirsi in discoteca, per un banale spintone non ha senso. Non ha senso nemmeno l’indifferenza umana. Nessuno li ha fermati. Nemmeno il personale della discoteca.
Il permettere un pestaggio a morte in un luogo pubblico è contro la dignità umana. Impossibile vedere un centinaia di ragazzi che assistono come in un film, immobili.
Codardi con lo smartphone incorporato alla mano. Impietriti dalla paura e dall’indifferenza.
Ora e sempre siamo spettatori di spettacoli osceni. Si ha paura di intervenire, meglio guardare. Sadismo. Non è il nostro turno, non immischiamoci non si sa mai.
La vita è un bene prezioso. Morire a 22 anni in una discoteca sotto la furia di tre coglioni senza scrupoli è inaccettabile.
Niccolò è vivo, i morti sono coloro che non sono intervenuti. Morti che ballano, morti che osservano. Una gioventù di codardi, egoisti e individualisti che si sentono eroi nel farsi i cazzi loro.
La morte in diretta, oggi è toccata a Niccolò domani la prossima vittima dell’indifferenza potresti essere tu.
Meglio vivere cento giorni da pecora che uno da leoni. Il mondo alla rovescia è questo. Niccolò riposa in pace.
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