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Medici Senza Frontiere attacca le televisioni. Meno gossip più informazione

CRISI UMANITARIE DIMENTICATE  DAI MEDIA 2012

Le crisi umanitarie stanno inesorabilmente scomparendo dai telegiornali italiani, nonostante il desiderio del pubblico di essere più informato. La lotta quotidiana per la sopravvivenza di intere popolazioni in paesi come la Repubblica Democratica del Congo, il Sud Sudan e il Mali sono relegate all’oblio. Medici Senza Frontiere (MSF), nel corso di un incontro patrocinato dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana FNSI, ha presentato Le crisi umanitarie dimenticate dai media nel 2012 – 9° Rapporto di MSF”. L’indagine, realizzata con il supporto dell’Osservatorio di Pavia, prende in esame la copertura delle crisi umanitarie nei principali notiziari (prima serata) della televisione generalista (3 della TV pubblica e 4 della TV privata). Il quadro è inaccettabile: nel 2012 i telegiornali hanno dedicato solo il 4% dei servizi a contesti di crisi, conflitti, emergenze umanitarie e sanitarie. È il dato più basso dal 2006, cioè da quando MSF ha avviato il monitoraggio dei TG. Le crisi umanitarie da dimenticate sono diventate invisibili. Per questa ragione, MSF chiede ai media di sostenere gli sforzi per portarle all’attenzione dell’opinione pubblica.

I dati sono particolarmente importanti, se combinati con quelli di un’altra ricerca commissionata da MSF all’Eurisko: si rileva, infatti, che il 63% della popolazione italiana desidera ricevere dai media più informazioni sulle emergenze umanitarie. Secondo un sondaggio d’opinione effettuato nel maggio 2013, il 78% del campione considera eccessiva la quantità di notizie sul gossip e il 64% considera sia presente troppa politica, mentre il 60% chiede maggiori informazioni sul lavoro delle organizzazioni umanitarie e sul modo in cui poter dare il proprio contributo.

Ogni anno stiliamo la lista delle ‘Crisi dimenticate’ con un augurio: che l’anno successivo sia vuota”, dichiara Loris De Filippi, Presidente di MSF Italia. “La situazione è in netto peggioramento. La voce delle vittime delle crisi umanitarie non raggiunge gli italiani, perché i media ne parlano sempre meno. Il 2012 è stato l’anno peggiore: contesti come la Repubblica Centrafricana o alcune malattie tropicali sono stati del tutto dimenticati. L’AIDS è pressoché sparito. Esiste un significativo squilibrio tra le sofferenze delle popolazioni e la copertura data dai media, in particolare dai TG”.

In un anno i TG della sera hanno dedicato solo 7 servizi all’AIDS: di essi soltanto 2 in occasione della Giornata Mondiale dell’1 dicembre. Fra i dati più emblematici: 3 notizie sulla Repubblica Democratica del Congo, dove non cessano le violenze nelle aree del Kivu; 4 i servizi sul Niger, piegato dalla malnutrizione; 2 notizie sulla martoriata popolazione di Haiti e 2 sulla Mauritania; l’Iraq, che gli anni scorsi ha avuto grande spazio nell’agenda dei notiziari, nel 2012 ha avuto 12 notizie. Il Sudan e il Sud Sudan trovano spazio in 17 notizie, in alcune di queste solo per la presenza di personaggi famosi.

Lo scenario generale delle notizie nei Tg del 2012 è caratterizzato da un’inevitabile accentuazione dell’attenzione alla crisi economica in Italia e in Europa e di conseguenza della politica, tanto da ridimensionare anche le soft news (curiosità, gossip, costume). Tuttavia, la pagina di “Curiosità e Costume”, seppure in diminuzione, occupa il 6% del totale delle notizie. Se le “crisi umanitarie nel mondo” trovano sempre meno spazio, la “fine del mondo” profetizzata dai Maya ha invece meritato 30 notizie. La classica “emergenza freddo”, con l’arrivo dei malanni di stagione 39 notizie. Tuttavia sono le curiosità del mondo animale a ricevere una grande attenzione: ben 70 notizie in 12 mesi di informazione serale. Vere e proprie curiosità che trovano poco o alcuno spazio nei TG degli altri paesi europei. Dal confronto con i notiziari di Francia, Germania, Gran Bretagna e Spagna emerge inoltre la maggiore attenzione che i notiziari europei dedicano alle crisi umanitarie internazionali, rispetto a quelli italiani che hanno molte similitudini con i TG spagnoli.

Da anni MSF cerca di accendere un riflettore sulle crisi umanitarie che rimangono nascoste agli occhi del pubblico. La pressione dei mezzi di comunicazione e dell’opinione pubblica su governi, autorità o attori umanitari e politici, anche in paesi remoti, può fare la differenza e spingere ad agire in favore delle persone in difficoltà. Le crisi umanitarie che si svolgono lontano dall’Italia, non sono “isolate” e i media sono fondamentali per mobilitare la solidarietà internazionale, vitale per le popolazioni in pericolo. Lo spazio dedicato agli esteri non può essere ridotto alle storie delle corti reali europee e non è concepibile che il Darfur o Haiti, siano menzionati solo quando sono visitati dalle stelle di Hollywood. Per questo motivo, MSF in occasione della presentazione del “9° Rapporto sulle Crisi dimenticate”, attraverso una “Lettera Aperta” chiede ai responsabili dei media e dei principali Gruppi Editoriali del paese, di portare le “Crisi dimenticate” all’attenzione pubblica.

Lettera Aperta di Medici Senza Frontiere ai Direttori

Medici Senza Frontiere (MSF) dal 2005 cerca di far luce sulle crisi umanitarie nascoste agli occhi del pubblico, attraverso la campagna “Crisi dimenticate“. Parte integrante dell’identità di MSF è testimoniare la situazione delle popolazioni in pericolo, con l’impegno di far sentire la loro voce. È proprio la “testimonianza” a completare l’azionemedico-umanitaria dell’organizzazione.

Quando una crisi umanitaria è dimenticata? Quando c’è un significativo squilibrio tra la sofferenza delle popolazioni e la copertura da parte dei media. In questi anni, abbiamo compilato un elenco di alcuni contesti per i quali la copertura (soprattutto televisiva) è stata assente, minima o superficiale, distante dai bisognireali e dalle difficoltà che affrontano le persone che curiamo.

L’elenco di quest’anno è accompagnato da un augurio: che il prossimo anno questo stesso elenco sia vuoto. E voi, come principali responsabili delle decisioni all’interno dei media, avete un ruolo vitale per realizzare tale auspicio. Siamo inoltre convinti che la pressione dei media e dell’opinione pubblica su governi, autorità o attori umanitari e politici, anche in paesi remoti, possa spingere questi ultimi ad agire in favore delle persone in difficoltà.

La crisi finanziaria e socio-politica o alcuni eventi “spettacolari” che riguardano l’Occidente dominano l’attenzione dei media. Eppure, dobbiamo renderci conto che le crisi in Darfur, Somalia, Afghanistan, Mali, anche se hanno luogo lontano dall’Italia, non sono “isolate”: basti pensare ai rifugiati che arrivano in condizioni terribili sulle nostre coste, in fuga dai conflitti, a migliaia di chilometri di distanza. Non è concepibile che il Darfur o Haiti siano menzionati solo se vengono visitati dai divi di Hollywood o che le sezioni di esteri dedichino un grande spazio alle storie delle cortireali europee.

Medici Senza Frontiere chiede a tutti i media italiani di sostenere gli sforzi per portare le crisi dimenticate all’attenzione dell’opinione pubblica, in modo da non lasciare nell’oblio le persone vittime di conflitti, catastrofi naturali e che soffrono a causa della malnutrizione o di altre malattie. E a non chiudere la porta a un mondo sempre più vicino a noi e sempre più importante da comprendere.

Medici Senza Frontiere Italia

Tra i primi firmatari: Ettore Mo , Valerio Pellizzari, Bernardo Valli, Fabrizio Gatti, Giovanni Porzio, Francesco Zizola, Antonio Di Bella, Massimo Cacciari, Federica Sciarelli, Elisabetta Rosaspina, Lucia Goracci, Ugo Tramballi, Filippo Solibello, Mariarosa Gianniti, Claudio Monici, Tiziana Ferrario, Stella Pende, Gabriella Simoni, Vittorio Parsi, Mario Morcellini, Pietro Suber, Mimosa Martini, Enzo Nucci, Nico Piro, Alessandro Robecchi, Daniela De Robert, Fausto Biloslavo, Gian Micalessin, Barbara Schiavulli, Christiana Ruggeri, Don Virginio Colmegna, Stefano Corradino, Lorenzo Bianchi.

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Claudio Rossi

“Ci sono uomini nel mondo che governano con l’inganno. Non si rendono conto della propria confusione mentale. Appena i loro sudditi se ne accorgono, gli inganni non funzionano più.”

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