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Made in Italy: Mutti il Concentrato Italiano

Nel 1951, con un semplice tubetto ha rivoluzionato il mercato delle conserve. Diventando uno dei principali player del settore agroalimentare. Oggi Mutti continua a investire in ricerca. E a impegnarsi per la difesa del patrimonio gastronomico italiano.

Il suo quartier generale e’ nella FoodValley, a Parma, la terra ricca che ha dato al paese alcuni dei più pregiati gioielli del patrimonio agroalimentare. E la sua storia rimanda a una tradizione vecchia un secolo, quella di una piccola società salita, con l’innovazione e la ricerca continua alla qualità, ai vertici dell’industria conserviera italiana.

Prima Latta 1900-1918

L’avventura di Mutti e’ cominciata più di cento anni addietro, quando il capostipite della famiglia, Giovanni, trasformò il suo podere in una realtà produttiva particolarmente avanzata, sfruttando i principi dell’agronomia moderna (come l’alternanza delle colture) ben prima che questi fossero impiegati su larga scala. Fu poi suo nipote Marcellino a fondare l’azienda vera e propria, e a coinvolgere tutta la famiglia in un avventura imprenditoriale destinata, appena pochi anni dopo, ad assumere un rilievo di primo piano in Italia. Merito di un intuizione e di un’innovazione radicale che, nel 1951, nei primi anni di ripresa dalle difficoltà della Seconda guerra mondiale, riuscì a cambiare le regole dell’intero settore: la commercializzazione del concentrato di pomodoro in un tubetto di alluminio.

Tubetto con il Ditale 1951

Ispirandosi a una diffusissima tradizione casalinga, l’azienda mise a punto un processo industriale che permetteva di conservare il concentrato dal pomodoro mantenendone pressoché inalterati il caratteristico colore rosso vivo, le proprietà alimentari e la freschezza del gusto. “Quest’anno Mutti festeggia il 60° compleanno del tubetto di concentrato”, racconta Francesco Mutti, amministratore delegato dell’azienda di famiglia, “Un’innovazione che ha conquistato popolarità tra i consumatori grazie alla sua praticità e facilità di conservazione rispetto alla tradizionale latta. Una rivoluzione iniziata nel 1951, che ha cambiato il modo di cucinare degli italiani”.

Il packaging era quanto meno anomalo, all’epoca veniva usato esclusivamente per il dentifricio: e invece l’idea riscosse subito un grande successo. Merito, naturalmente, anche di una politica di qualità della materia prima (dal 2001 certificata non ogm) e dei processi produttivi, che negli anni l’azienda ha perseguito con rigore. I risultati ottenuti sono importanti. Mutti e’ infatti riuscita a conquistare la posizione di leader di mercato in Italia nei segmenti del concentrato e delle polpe: realizza un fatturato di circa 157 milioni di euro, dà lavoro a 300 dipendenti e coinvolge circa 140 aziende agricole nella produzione. Ma soprattutto partecipa attivamente alla crescita della cultura gastronomica italiana.

Dal 2005, infatti, e’ sponsor di Alma, il più importante centro per lo studio della cucina italiana, e di recente ha stretto un rapporto di collaborazione con l’Università di Scienze gastronomiche. Lo scopo? Impegnarsi in prima linea per difendere uno dei più preziosi e fragili patrimoni del paese.

Sito Web – Mutti Spa

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Claudio Rossi

“Ci sono uomini nel mondo che governano con l’inganno. Non si rendono conto della propria confusione mentale. Appena i loro sudditi se ne accorgono, gli inganni non funzionano più.”

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