Non sono le parole dei “buonisti”, ma i freddi numeri della statistica a smentire uno dei luoghi comuni più radicati: è in atto una vera e propria “invasione” di immigrati, l’Europa e l’Italia devono difendersi. L’invasione continua. Ma quale invasione! Questo fact checking, realizzato da Radicali Italiani, fa parte della campagna “Immigrazione: sconfiggere la grande bugia e cambiare il racconto”. Qui il dossier completo con fonti e statistiche.
Nonostante gli allarmismi, non c’è stata alcuna invasione dei migranti extra-comunitari. In tutta l’Unione Europea, rispetto al 2008, i permessi di soggiorno per lavoro concessi a cittadini extracomunitari sono diminuiti dell’8%: in Italia si registra una netta flessione da circa 512 mila ingressi del 2007 a 248 mila del 2014 (-51,8%). Questa flessione è confermata anche dai dati parziali del 2015. Nello stesso periodo si registra un aumento significativo solo in Germania e in Francia.
Il numero più alto di migranti autorizzati a soggiornare nei paesi dell’Unione nel 2014 si registra nel Regno Unito (568 mila), seguito dalla Polonia (356 mila), Germania (238 mila), Francia (221 mila), Italia (204 mila), Spagna (190 mila) e Svezia (108 mila).
Su 500 milioni di europei dell’Unione, solo il 6,9% è costituito da immigrati (35 milioni) mentre gli autoctoni sono la stragrande maggioranza (93%, pari a 473 milioni). La quota di stranieri varia dal 45,9% del Lussemburgo allo 0,3% della Polonia, mentre l’Italia con una quota dell’8,2% è allineata agli altri grandi paesi come la Germania (9,3%), il Regno Unito (8,4%) e la Francia (6,6%). Nel nostro Paese l’aumento significativo degli immigrati nel corso dell’ultimo decennio ha contro-bilanciato la flessione degli italiani, consentendo il mantenimento del livello complessivo della popolazione. Senza immigrati l’Italia non si reggerebbe in piedi. L’Unione europea ha bisogno, per bilanciare il livello attuale della sua popolazione in età lavorativa, di un flusso annuale di circa 2,9-3 milioni d’immigrati all’anno.
I paesi maggiormente ostili, nel corso di questi ultimi mesi, a una ridistribuzione degli immigrati, registrano una quota di stranieri insignificante e di gran lunga inferiore a quella dell’Italia: a parte la Polonia con la quota più bassa in assoluto tra i 28 stati membri, la Croazia (0,9%), la Slovacchia (1,1%), l’Ungheria (1,5%), la Repubblica Ceca (4,3%). Solo in Austria si si osserva una percentuale piuttosto elevata (13,2%).
P.s. Una volta nel Nord si usavano i cartelli “Nuclear Free”, adesso sostituiti con “Immigrant Free”, ma poi vai nei campi e nelle stalle e trovi solo bangladeshi e pakistani. E non c’è un aiuto domestico o una badante che non abbia il passaporto non italiano e probabilmente sia pagato in nero.
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