Il latte umano donato, per molti bambini in condizioni cliniche precarie rappresenta la miglior alternativa al latte materno, un vero e proprio complemento terapeutico. Un tempo esistevano le balie, ovvero mamme che avendo a disposizione grandi quantità di latte provvedevano, dietro compenso, all’allattamento di neonati non propri, oppure lo donavano a chi ne aveva necessità. La donazione del latte materno è un gesto ancora attuale, anche se la figura della balia non è più presente e le famiglie che necessitano di questo prezioso alimento possono rivolgersi alle banche del latte umano. Il latte materno fornisce tutte le sostanze necessarie per lo sviluppo del neonato; inoltre questo liquido contiene anticorpi prodotti dalla mamma che lo aiutano a difendersi da eventuali infezioni.
Il latte materno è un liquido biologico che contiene tutti i nutrienti principali:
- proteine
- carboidrati
- grassi
- vitamine
- minerali
- acqua
in quantità che rispecchiano i bisogni del bambino.
Il latte materno cambia in relazione a:
- alimentazione della mamma
- orari del giorno
- durata e frequenza delle poppate
In Italia esistono numerose banche del latte, strutture associate alle unità di neonatologia infantile, che raccolgono il latte donato e lo distribuiscono gratuitamente a bimbi nati prematuri o a neonati che non sono in grado di assumere alimenti alternativi. Sul territorio nazionale sono presenti 27 banche del latte attive, le quali rispondono a specifiche linee guida che regolamentano tutti gli aspetti legati non solo alla raccolta del latte (criteri di esclusione delle donatrici, procedure di raccolta e di conservazione, procedure di pastorizzazione…), ma anche ai requisiti che qualunque struttura adibita a questa attività deve rispettare.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sottolinea l’importanza dell’allattamento al seno e del latte materno in quanto alimento completo che garantisce il pieno sviluppo del bambino; nel caso di bimbi nati prematuramente o affetti da particolari patologie il latte umano ha un valore non solo nutritivo, ma anche terapeutico, poiché la sua assunzione aumenta la possibilità di sopravvivenza dei neonati.
Le banche del latte si occupano della selezione delle mamme donatrici, che vengono valutate in base alla loro storia clinica e vengono sottoposte a semplici esami del sangue per verificare la loro idoneità. La raccolta del latte materno avviene in genere a domicilio, così da limitare l’impegno da parte delle mamme donatrici; dopo questo passaggio il latte viene sottoposto ad un trattamento di pastorizzazione finalizzato a eliminare qualunque elemento di rischio microbiologico, mantenendo al tempo stesso le sue preziose caratteristiche biologiche e nutrizionali. Successivamente il latte viene dispensato in biberon sigillati, congelato e distribuito ai centri di neonatologia. Tutte le mamme in buona salute e con un corretto stile di vita, che allattano da meno di sei mesi e che producono una quantità di latte superiore alle necessità della propria prole, possono divenire donatrici.
Come indicato dalla Banca Meyer di Firenze, la prima Banca del latte istituita in Italia nel 1971, attraverso la donazione volontaria del latte molti bambini possono condividere lo stesso prezioso alimento, diventando “fratelli di latte”. E le mamme, in un modo del tutto nuovo, recuperano l’antico ruolo di balie.