A Roma il trasporto pubblico è gestito da due società: Atac e Roma TPL; la prima è una S.p.A di proprietà di Roma Capitale (Comune di Roma), la seconda è un consorzio di aziende private.
Atac S.p.A è il frutto della fusione, avvenuta nel 2009, fra Trambus, Metro ed Atac. Precedentemente, nel 2006, in Atac era confluita anche Sta. Attualmente il gruppo mobilità del Comune di Roma comprende: Atac S.p.A, Atac Patrimonio S.r.L, Ogr S.r.L, Trambus Open S.p.A e Roma Servizi per la Mobilità S.r.L. Atac S.p.A gestisce circa 112 milioni di km/anno ed ha circa 12.000 dipendenti, di cui solo 5.900 autisti, 400 macchinisti e 1.600 manutentori: tra i restanti, 3.800 amministrativi, rinforzati ultimamente di oltre 800 nuove risorse, e oltre 250 tra quadri e dirigenti, molti di questi ultimi frutto della famosa “parentopoli” di Alemanno. Roma TPL gestisce quasi tutte le linee periferiche ed i bus notturni, per un totale di 28 milioni di km/anno, circa il 30% del totale. La situazione del trasporto pubblico a Roma è a dir poco fallimentare. Anche se il biglietto è aumentato in 10 anni del 100%, (da 1500 £ a 1,5€), la città è però ormai soffocata dal traffico privato, incentivato dalle scarse alternative di trasporto pubblico e collettivo ed i servizi sono progressivamente diminuiti sia in termini di quantità che di qualità. Le precedenti amministrazioni non hanno investito nel trasporto pubblico (vv. le situazioni drammatiche in cui riversano le ferrovie ex-concesse Roma-Giardinetti, Roma-Ostia Lido e Roma-Viterbo) o, quando l’hanno fatto, si sono rese colpevoli di gravi scandali (vv. le famigerate questioni della Metro C o la linea filobus Laurentina). ATAC, come se non bastasse, ha registrato negli ultimi anni continue perdite, chiudendo gli ultimi bilanci in costante passivo. Mentre alcuni tra gli oltre 250 tra quadri e dirigenti Atac percepiscono stipendi faraonici, alcuni dei quali lasciati senza incarico né risorse o processi da gestire, i disservizi gravano sui cittadini da una parte, e sugli autisti ed i manutentori dall’altra. Mentre i primi lamentano, giustamente, un servizio non all’altezza degli standard che si richiedono alla capitale di un paese europeo, i secondi sono costretti a lavorare in condizioni sempre più gravose, nel traffico, con mezzi fatiscenti e pericolosi vecchi e soggetti a continui guasti, in totale assenza di sicurezza mettendo a rischio, su alcune linee, la propria stessa incolumità e quella degli utenti. Come se non bastasse, gli autisti hanno anche in media 50-60 giorni di ferie arretrate di cui non possono usufruire a causa del numero insufficiente di colleghi per poterli sostituire. La politica, per far fronte a questi problemi ha giustamente risposto assumendo “amici e parenti”, ingrossando le fila degli amministrativi ed ha elargito promozioni ed aumenti di carriera solo agli amici degli amici.
*Movimento 5 Stelle di Roma