L’Italia che crolla

terremoto Italia

L’Italia per sicurezza sismica è a metà strada fra l’Afghanistan dove le scosse mietono decine di migliaia di vittime e il Giappone o la California dove per scosse della stessa entità possono morire solo di spavento. Attualmente il nostro Paese investe solo l’1% del fabbisogno reale per la prevenzione antisismica.

Secondo il censimento del patrimonio abitativo, realizzato dall’Istat nel 2011, il 14% degli edifici risale a prima del 1919, il 10% è antecedente la fine della seconda guerra mondiale, il 36% appartiene agli anni del boom (1946-1971), il 26% risale a dopo il 1982. Oltre il 70% dell’attuale edificato non è in grado di resistere ai terremoti che potrebbero colpirlo, comprese scuole, ospedali (sarebbero 500 quelli a grave rischio sismico) e molti altri edifici pubblici. Circa 40 milioni di italiani rischiano la vita.

Nel 2012 la Camera ha istituito una commissione d’indagine sulla sicurezza sismica. Circa 6 milioni di abitazioni su un totale di oltre 27 milioni versa in mediocre o pessimo stato di conservazione e in generale è a rischio una larga parte del patrimonio abitativo. Nelle stesse condizioni rischiose ci sono 75.000 edifici pubblici strategici come scuole, ospedali, caserme, municipi, prefetture. Andrebbero subito consolidati, rafforzati, ristrutturati, rottamati, delocalizzari. Costruire una casa antisismica costa appena il 10% in più.

Si arriverà prima o poi, terremoto dopo terremoto, all’obbligo di rinforzare le case troppo fragili in zone ad alto rischio? Oppure si continua a fingere che non succederà mai nulla?

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Claudio Rossi

“Ci sono uomini nel mondo che governano con l’inganno. Non si rendono conto della propria confusione mentale. Appena i loro sudditi se ne accorgono, gli inganni non funzionano più.”