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L’insicurezza percepita

microcriminalità in Italia
L’inaugurazione dell’anno giudiziario nelle Corti d’appello ha fatto il punto anche sulla microcriminalità in Italia. Reati predatori, reati indotti dalla crisi che difficilmente diminuiranno se l’economia non tornerà a crescere.

Nel 2014, secondo i dati diffusi ieri l’altro, le rapine denunciate sono state circa 39 mila contro le 43 mila di un anno prima (meno 10%), i borseggi invece sono aumentati da 166 mila a 179 mila e si moltiplicano soprattutto a Roma (più 31,5% in un solo anno), i furti in appartamento sono passati da 251 a 255 mila tra il 2013 e il 2014.

Torino aumentano rapine e scippi come la sottrazione di smartphone, a Bologna crescono i furti in abitazione e le rapine (circa tre al giorno). In Toscana i furti aumentano del 32%, le rapine del 13% e i furti in casa del 7%. Furti in crescita anche nella provincia di Firenze, specialmente quelli in casa. A Genova quest’anno aumentano i reati contro il patrimonio: furti in abitazioni (da 2332 a 2533), rapine (da 703 a 760) estorsioni (da 269 a 366) e usura (da 55 a 71). A Venezia le iscrizioni per i reati di usura sono in netto aumento (+45,9%), essendo passati da 292 a 426 mentre sono diminuite le rapine (da 2.272 a 1.600) con un decremento del 27,7%.

Il calo di un anno non deve far perdere di vista che le rapine messe a segno in Italia sono all’incirca le stesse del 2001 (38 mila) ma sono aumentate del 25% rispetto a vent’anni fa e raddoppiate rispetto al 1984. Scippi e borseggi sono quasi triplicati. I furti in appartamento quasi raddoppiati. Questa è la cosiddetta insicurezza percepita. A volte ma non sempre l’autore di questi reati ha la pelle di un altro colore e parla un’altra lingua e questo non fa che accrescere le pulsioni razziste di un Paese sempre più disgregato.

A fronte dell’aumento di reati contro il patrimonio che generano forte allarme, gli arresti nel complesso sono calati di oltre il 20%. Le possibilità di arresto e di misure cautelari detentive sono diminuite per effetto delle nuove normative, una scelta volta a ridurre la popolazione carceraria. Il sistema giudiziario ha fatto quello che gli ha consentito la legge. Osserva il pm torinese Andrea Padalino “l’efficienza del sistema non si misura certo dal numero di arresti ma anche quello è la spia di una certa difficoltà. La scelta del legislatore di disincentivare il carcere ricade sugli operatori”.

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Claudio Rossi

“Ci sono uomini nel mondo che governano con l’inganno. Non si rendono conto della propria confusione mentale. Appena i loro sudditi se ne accorgono, gli inganni non funzionano più.”

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