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L’importanza della libertà di Internet

Ai Weiwei

 

“Da comunisti otteniamo il controllo con il potere della pistola e lo manteniamo con il potere della penna”, diceva il presidente Mao Zedong. La propaganda e il controllo dell’ideologia sono attività fondamentali per una società autoritaria. Prima dell’avvento di internet i cinesi potevano solo guardare la tv o leggere il Quotidiano del popolo. E per capire cosa stava succedendo erano costretti a leggere attentamente tra le righe. Oggi la situazione è molto diversa. Prima ancora che i giornali vadano in stampa, le notizie sono già state ampiamente discusse su internet.

I cittadini cinesi non hanno mai potuto esprimere liberamente le loro opinioni, anche se la costituzione gli riconosce questo diritto. Per gli occidentali è un diritto che si acquisisce alla nascita. In Cina è un diritto concesso dal governo, e in sostanza non viene esercitato. In Cina abbiamo avuto riforme e aperture. Tuttavia “apertura” non ha signiicato “trasparenza” ma semplicemente aprire le porte all’occidente. È stato un processo pratico, più che ideologico.

All’inizio nessuno pensava che internet avrebbe avuto un ruolo così importante nel garantire la libertà di espressione, o che i social network si sarebbero sviluppati tanto. anche in occidente erano convinti che la rete fosse solo un mezzo di comunicazione più efficiente, veloce e potente. Ma da quando c’è internet e chiunque può aprire un blog o un microblog, le persone hanno cominciato a condividere le idee, alimentando un nuovo senso di libertà. La gente sta imparando così a esercitare i suoi diritti. Stiamo attraversando un momento unico, prezioso. Si comincia a sentire il vento del cambiamento.

La rete è un territorio inesplorato attraverso cui cominciamo a condividere sentimenti comuni. Il governo cinese, però, non può cedere il controllo. Blocca le più importanti piattaforme come twitter e Facebook perché ha paura del dibattito libero. Il computer del governo ha un solo tasto: “cancella”. Ma la censura non può bastare. Come diceva Mao, servono sia la penna sia la pistola. E così può succedere che a mezzanotte vengano in casa tua e ti portino via. Ti mettono un cappuccio nero in testa, ti trascinano in un luogo segreto e ti interrogano per ore, cercando di convincerti a non fare più quello che stai facendo.

Eppure, allo stesso tempo, il governo parla di come rendere la cultura nazionale più creativa. Ma se una persona non ha mai potuto scegliere come informarsi, abbracciare liberamente un’ideologia o sviluppare una personalità distinta con passione e immaginazione, come può diventare creativa? Se si combattono l’individualismo e il pensiero autonomo – e il coraggio di rischiare, pagare le conseguenze delle proprie azioni e sviluppare un senso di responsabilità – che genere di creatività ci si aspetta? Continuare così significa lasciare indietro la Cina nella competizione mondiale per i prossimi decenni. Non si possono allevare generazioni solo perché lavorino alla Foxconn. Tutti vogliono un iPhone, ma in Cina sarebbe impossibile inventarlo, perché non è un semplice prodotto ma il risultato di una comprensione della natura umana.

Generazione ribelle

Da ragazzo ero un ribelle. I miei capelli erano cresciuti troppo, e quando stavo per tagliarli i miei genitori mi dissero: “Tagliati i capelli, sono troppo lunghi”. A quel punto decisi che li avrei lasciati crescere ancora un po’. Oggi un’intera generazione di giovani si comporta così. Hanno valori diversi rispetto a quelli dei genitori, che vogliono solo sopravvivere e far soldi. A qualcuno può sembrare che Pechino stia mantenendo il controllo con successo, ma in realtà ha solo alzato il livello dell’acqua. È come se il governo stesse costruendo una diga, sempre più alta man mano che il livello dell’acqua cresce. Ma il problema è che ogni singola goccia d’acqua resta lì, e il governo non sa come alleggerire la pressione. Si limita a trovare il modo di mantenere il controllo e rinvia la soluzione dei problemi. Il momento del crollo non è ancora arrivato. Ma i leader devono capire che non potranno controllare internet per sempre, a meno che non decidano di chiuderla del tutto, con conseguenze disastrose. Se internet non può essere controllata alla fine la libertà riuscirà ad averla vinta.

Ai Weiwei (artista cinese che vive a Pechino in regime di libertà ridotta)    

(Fonte Internazionale)

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Claudio Rossi

“Ci sono uomini nel mondo che governano con l’inganno. Non si rendono conto della propria confusione mentale. Appena i loro sudditi se ne accorgono, gli inganni non funzionano più.”

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