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Libertà di stampa, Italia sempre peggio, precipita al 73° posto



Secondo la classifica che misura la libertà della stampa, redatta da Reporter Senza Frontiere, nell’ultimo anno siamo passati dalla posizione numero 49 alla numero 73, tra la Moldavia e il Nicaragua: -24 posizioni sono un altro primato che ci allontana in maniera vistosa dalle cosiddette democrazie occidentali. Reporter Senza Frontiere cita l’organizzazione Ossigeno per l’Informazione, che nel 2014 ha conteggiato 421 minacce a giornalisti, con un aumento del 10% rispetto al 2013.

La classifica si basa su sette indicatori: livello di abusi, pluralismo, indipendenza dei media, autocensura, quadro giuridico, trasparenza e infrastrutture. Il deterioramento della libertà di informazione è un fenomeno globale. A peggiorare infatti rispetto allo scorso anno sono ben due terzi dei 180 Paesi presi in considerazione. Le motivazioni sono diverse: l’azione di gruppi islamisti radicali, le guerre, le violenze compiute durante le manifestazioni, la crisi economica.

“Sotto attacco dalle guerre, dalle crescenti minacce di agenti non statali, da violenze durante manifestazioni e dalla crisi economica, la libertà dei media è in ritirata in tutti e cinque i continenti”, si legge nel World Press Freedom Index 2015.

In cima alla classifica della libertà d’informazione si accomodano, come di consueto, i paesi nordici: prima la Finlandia, seguita da Norvegia e Svezia. In fondo, anche qui senza sorprese, TurkmenistanCorea del Nord e, fanalino di coda, l’Eritrea. La Francia guadagna una posizione fino al 38° posto, gli Usa ne perdono tre e vanno al 49°, il Giappone ne perde due e scende al 61°. In fondo alla graduatoria (in nero nella cartina di Rsf) ci sono Cina, Siria, Turkmenistan, Corea del Nord ed Eritrea. In Europa il paese peggiore è la Bulgaria 106esima.

Ha dichiarato il direttore dell’organizzazione Ossigeno per l’Informazione, Alberto Spampinato: “Lo stato di salute del nostro paese riguardo alla libertà di stampa è molto precario e non solo per il conflitto d’interessi e la concentrazione delle testate e il controllo politico dell’informazione televisiva pubblica. Dobbiamo cominciare ad ammetterlo. La diffusione delle minacce, delle intimidazioni, l’abuso delle querele per diffamazione a scopo intimidatorio, le aggressioni sono purtroppo all’ordine del giorno. I giornali non ne parlano, la politica non se ne occupa, ma i cittadini sono defraudati di molte notizie importanti e il nostro piccolo osservatorio segnala più di un grave episodio al giorno. Fino a quando si potrà continuare a fingere di non vedere questa malattia che si espande?” 

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Claudio Rossi

“Ci sono uomini nel mondo che governano con l’inganno. Non si rendono conto della propria confusione mentale. Appena i loro sudditi se ne accorgono, gli inganni non funzionano più.”

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