Il ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina a luglio aveva annunciato: “L’Expo 2015 sarà sicuramente un’occasione per creare nuovi posti di lavoro, perché per sei mesi avremo il mondo intero a discutere in Italia di agroalimentare”. Sì, ma tutto questo discutere quanti occupati in più produrrà? Adesso la Camera del lavoro milanese della Cgil ha elaborato i dati dell’osservatorio provinciale sull’occupazione ed è arrivata a una cifra che fa impallidire tutte quelle sparate finora: sono solo 4.185 e poco qualificati i posti di lavoro prodotti da Expo.
“Un contributo deludente” taglia corto il segretario della Camera del lavoro di Milano, Graziano Gorla “Noi avevamo presentato un pamphlet in cui sostenevamo che l’evento non avrebbe portato grandi numeri, ma siamo lontani anche dai novemila avviamenti al lavoro che calcolavamo“. Per la Cgil ci si fermerà a settemila assunzioni. A fine ottobre le aziende che hanno avviato assunzioni finalizzate espressamente all’Expo, sono 1.733, per un totale di 4.185 lavoratori. Solo 700 in più rispetto al maggio scorso, quando erano 3.400. Di questo passo, non arriveremo neanche alle assunzioni stimate da noi della Cgil. Lavori per lo più provvisori e a termine.
Ma chi assume per attività legate all’evento, che figure cerca? Un quarto dei contratti sono nell’edilizia. Poi vengono gli addetti al turismo e quelli della ristorazione: camerieri, cuochi e baristi. E ancora: centralinisti per i call center, addetti alle pulizie, magazzinieri, cameraman. Dei 4.185 avviamenti al lavoro attribuibili all’esposizione, il 24 per cento sono nel settore edile: mille contratti che per definizione termineranno con la fine dei lavori, dunque entro il maggio 2015 quando Expo aprirà i cancelli. Il 42 per cento degli avviamenti sono con contratti a tempo determinato, il 17 sono collaborazioni, il 4,8 contratti di apprendistato, il 4,6 sono lavoro intermittente e il 3,2 tirocini. Solo il 28,8 sono contratti a tempo indeterminato. Ma attenzione, segnala Gorla, “è un tempo indeterminato che indeterminato non è: Questa tipologia di contratto è normalmente usata in edilizia, ma accompagna la realizzazione del cantiere e dunque si conclude al termine dei lavori”. Tra cinque-sei mesi, a costruzioni finite, i mille addetti dell’edilizia saranno disoccupati.