“Da oggi, ne possiamo essere certi, ritornerà, per qualche giorno, il dibattito sulle vittime innocenti della strada e sui loro carnefici: ritorneranno le proposte, tante, che in questi anni sono state, inutilmente, avanzate al Parlamento, a cominciare dall’ergastolo della patente che vieta a chi ha ucciso di rimettersi alla guida. E intanto sulle strade si continuerà a morire. Eppure evitare altre vittime sarebbe possibile. Cambiare le norme senza stravolgere il codice penale è una via percorribile in tempi brevi. Basta volerlo e sostituire i fatti alle parole. I provvedimenti da prendere non sono molti. L’Aci già nei mesi scorsi, a partire dal convegno sull’omicidio stradale, tenuto proprio al Tar della Campania nella scorsa primavera, aveva proposto l’inasprimento delle pene per chi provoca un incidente mortale, l’eliminazione delle attenuanti generiche in modo da aumentare consistentemente il tempo di carcerazione dei responsabili, il ritiro definitivo del documento di guida, il così detto ergastolo della patente. Numerosi, infatti, sono i casi di recidiva ai quali abbiamo dovuto assistere con sdegno e riprovazione. Se le modifiche proposte, e sulle quali c’era già stato l’impegno dell’allora ministro Annamaria Cancellieri, fossero diventate legge, le quattro vittime di Sassano, e molte altre, sarebbero state evitate. Invece, nonostante l’accordo di Cassazione, Corte Costituzionale e Camere penali, resta ancora aperto il dibattito. Era stato ipotizzato che il reato di omicidio stradale restasse “colposo” non potendosi dimostrare la volontà di uccidere di chi conduce un veicolo anche se lo fa da ubriaco o a velocità folle, o dopo aver assunto droghe. Tuttavia va sostenuta la necessità di inasprire le pene e di eliminare in questo modo la possibilità di reiterare il reato. E non solo: l’ergastolo della patente avrebbe una forte potere dissuasivo. Ma c’è chi, da alcuni settori della polizia stradale ad alcune associazioni di parenti delle vittime, giudicano insufficienti questi possibili interventi e puntano a rendere doloso il reato di omicidio stradale. In questo modo l’iter legislativo diventa molto più complicato e allo stato, con tutta probabilità, incostituzionale. Il dibattito va avanti, e intanto continuiamo a contare circa quattromila morti all’anno. Rendere giustizia alle famiglie delle vittime e salvare altre vite dipende proprio dal passare da dibattito sull’onda dell’emozione ai fatti”. Antonio Coppola (presidente Aci Napoli)