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Le banche italiane sono piene di crediti marci

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“La prossima crisi finanziaria arriverà dalle banche italiane. L’Europa è fregata. Voi siete fregati.

La colpa è delle banche italiane, le peggiori dell’intera Europa, che sono imbottite non già di “Cdo”, come le americane ai tempi della grande crisi, ma di crediti deteriorati, i cosiddetti Npl (Non performing loans), frutto di finanziamenti concessi dalle banche a famiglie e imprese finite male. Il problema è che le banche non li hanno svalutati del tutto ma oggi li tengono in bilancio con un valore che si aggira tra il 45 e il 50% del valore all’origine. In parole povere: per ogni 100 euro che gli istituti hanno prestato, ne riusciranno recuperare 20. In pratica è quanto contano di recuperare.

Se le banche facessero pulizia nei bilanci prendendo davvero atto di questa montagna di sofferenze, dovrebbero radere al suolo il loro capitale da un giorno all’altro, e dunque andare a gambe all’aria. Si ritroverebbero “insolventi” nel giro di un niente. 

Il sistema bancario italiano è appesantito da 360 miliardi di “bad debts”, e gli stress test dell’Autorità Bancaria Europea hanno mostrato tutte le debolezze del Monte dei Paschi di Siena, che è alle prese con un difficilissimo aumento di capitale”. Dichiarazione di Steve Eisman, banchiere americano ed ispiratore del film “The big short – La grande scommessa”, colui che aveva previsto la crisi finanziaria del 2007, in un’intervista al Guardian

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Claudio Rossi

“Ci sono uomini nel mondo che governano con l’inganno. Non si rendono conto della propria confusione mentale. Appena i loro sudditi se ne accorgono, gli inganni non funzionano più.”