Dopo lo scandalo della Nsa sono nate le chat criptate: utilizzano un sistema end to end che non conserva i messaggi scambiati fra gli utenti. L’ideale per chi deve o vuole nascondersi.
È probabile che le chat criptate vengano usate per attività illecite ma è anche vero che molti utenti le utilizzano per parlare con amici o colleghi perché sono stufi di essere spiati ingiustamente dalle varie organizzazioni oppure perchè non sono liberi di esprimersi a causa delle varie censure.
L’Electronic Frontier Foundation (EFF), un’organizzazione no-profit che difende le libertà civili nel mondo digitale, ha stilato una classifica delle app di messaggistica più difficili da spiare, in base a sette requisiti, che vanno dalla crittografia in tutte le fasi della comunicazione fino alla possibilità di verificare con chi si sta comunicando.
1. I dati vengono criptati in transit?
2. I dati vengono criptati in modo tale che il service provider non possa leggerli?
3. È possibile identificare la vera identità dei contatti?
4. Il provider mette in pratica quello che è conosciuto come perfect forward secrecy, in italiano “segretezza in avanti” (il che significa che le crypto-chiavi sono temporanee e una chiave rubata non decritterà le comunicazioni esistenti)?
5. Il codice del service provider è open-source e disponibile ad un’analisi pubblica?
6. Le procedure di implementazione crittografiche ed i processi sono documentati?
7. È stato sottoposto ad un audit indipendente negli ultimi 12 mesi?
Oltre a Telegram e Signal, a soddisfare tutti i requisiti ci sono altre chat come CryptoCat, Silent Phone, RedPhone e TextSecure. App come BlackBerry Messenger, Skype o WhatsApp ne soddisfano al massimo due.