Nel 2016 gli ispettori del Ministero del Lavoro, Inps e Inail hanno ispezionato 191.614 aziende riscontrando irregolarità nel 63% dei casi. Nel complesso sono stati accertati contributi e premi evasi per oltre 1,1 miliardi. Sono i dati del rapporto annuale dell’Ispettorato nazionale del lavoro, illustrati dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti.
I lavoratori irregolari accertati, in deciso aumento rispetto all’anno 2015, sono oltre 186 mila, 62.106 dei quali totalmente in nero.
I controlli si sono concentrati in particolare nel contrasto al lavoro sommerso, erogando più di 43.000 sanzioni con un incremento del 3,6% rispetto al 2015. Per la prima volta poi, grazie alla nuova normativa, gli ispettori hanno agito nel contrasto al caporalato, effettuando in agricoltura 8.042 ispezioni riscontrando un tasso di irregolarità superiore al 51% con 5.512 lavoratori irregolari di cui quasi 4 mila in nero; sono stati infine adottati 349 provvedimenti di sospensione dell’attività imprenditoriale.
Per quanto riguarda il tema caldo dei voucher, i lavoratori irregolari individuati dalle ispezioni nel 2016 sono stati 2.700. Nel periodo dal 8 ottobre al 31 dicembre con l’entrata in vigore delle nuove norme sulla tracciabilità è stata riscontrata la violazione dell’obbligo di comunicazione per un numero di 284 lavoratori e le relative sanzioni amministrative sono arrivate a 227.200 euro. Numeri molto bassi, se si considera che lo scorso anno sono stati venduti 134 milioni di buoni lavoro.
Ma, come segnala il patronato Inca della Cgil nel dossier “Voucher: ‘buoni’ per oscurare lavoro e tutele“, è facile per il datore di lavoro, nel corso di un’ispezione o se il lavoratore si fa male, “tirare fuori dal cassetto il ticket di 10 euro per la copertura assicurativa, precedentemente acquistato e non utilizzato e dimostrare, in questo modo, di essere in regola con la legge”.