Brune mani egiziane che san discernere, vedere,
nel fragore protese infrangono gli apparati del potere.
Dilaga la voce della folla: ecco l’Egitto sotto il sole!
Stato di uomini logori è tempo di cadere.
Simili per voracità, sembiante, e abietto stato
i vecchi famelici che il paese han divorato.
Splendida è sorta la gioventù e fiera facendo del loro autunno primavera.
Il miracolo lo hanno realizzato. Han risvegliato il morto
assassinato.
Uccidimi! Col mio assassinio non torneranno le tue imprese,
col mio sangue scrivo una vita nuova per il mio paese.
È il mio sangue questo o è primavera? Entrambi sono verdi di colore.
Felicità o tristezza, cosa trattengo tra le mie labbra stese?
Non vedrete un paese diverso, lasciate perdere signore
del suo sangue e dei suoi beni avete gustato tutto il sapore:
i nostri sogni, il nostro domani, il boccio di una semplice risata.
Avete mai visto, gente, un uccello che ammazza il cacciatore ?
Si pascono i tarli e corrodono da te guidati,
orgoglioso di loro eri, sul palmo li hai portati.
Quanto alla nostra gente, che ha coltivato, costruito, edificato
tappeti sono stati, per te, i tuoi figli e i tuoi alleati.
Egitto! Si è levato il malato, è tornato a respirare,
un bacio sulla fronte della nazione e la nazione si è chinata per baciare.
Lo hanno svegliato i suoi figli un giorno prima di morire
lui, moribondo per il suo cieco amare.
Abdel Rahman el-Abnudi
Abdel Rahman el-Abnudi nato nel 1938, è un popolare poeta egiziano. Abnudi e altri scrittori hanno cercato di fare la loro parte per avviare il processo di sviluppo e di movimento verso la democrazia popolare in Egitto.
Traduzione delle prime sei strofe di Al-Midàn (la piazza) lunga poesia di 27 strofe di quattro versi. Il testo poetico non sviluppa una storia o un ragionamento, ma si presenta piuttosto come una riflessione circolare e reiterata su alcuni aspetti nodali di ciò che è accaduto e che sta accadendo in Egitto a pochi giorni dall’inizio della rivoluzione: l’inatteso protagonismo dei giovani egiziani che si sono accampati in Piazza Tahrìr, il regime cadente che per lunghi decenni si è impadronito delle risorse e delle speranze del paese, le grandi aspettative ma anche i timori del poeta per i possibili esiti degli accadimenti politici. La poesia presenta alcuni dei motivi centrali dell’immaginario nazionale egiziano che si ritrovano anche nei primi testi del canone romanzesco di inizio Novecento: la personificazione della nazione (watan) come un malato, il mito di Iside, l’idea di un ritorno dello spirito egiziano. Ma l’iconografia della nazione riproposta nella poesia viene investita di significati inediti, diversi e addirittura contrapposti rispetto a quelli egemoni. I contenuti di al-Midàn rivestono particolare interesse, perché il poema rappresenta la prima significativa risposta letteraria al nuovo panorama politico determinatosi con l’inizio della rivoluzione. Altrettanto interesse, però, suscitano le forme in cui la poesia è stata riprodotta e si è diffusa nella società egiziana. Il 4 febbraio, a pochi giorni dall’occupazione di Piazza Tahrìr, al-Abnudi ha letto al-Midàn in diretta tv nel programma al-Hayàt alyawm (La vita oggi) trasmesso dalla televisione satellitare privata al-Hayàt Tv, creando un caso politico, perché il regime era ancora al potere. La registrazione di quello spezzone del programma è stato caricato lo stesso giorno su YouTube raggiungendo in breve migliaia di persone. Pochi giorni dopo, la recitazione delle prime tre strofe della poesia da parte di al-Abnudi (per un totale di 45 secondi circa) è stata incorporate all’interno della canzone pop Sawt al-hurriyya (La voce della libertà) di Amìr Eid scritta durante la stessa settimana. Il video di Sawt al-hurriyya, girato all’interno di Piazza Tahrìr con il coinvolgimento dei manifestanti, è stato caricato da Amìr Eid su YouTube il 10 febbraio, il giorno prima delle dimissioni di Mubarak, facendo sì che la canzone si affermasse come la colonna sonora della rivoluzione egiziana (guarda il video a fine post). Nelle settimane successive la canzone è stata ripetutamente diffusa dalle radio, mentre la lettura integrale di al-Midàn è stata caricata su YouTube da diverse decine di utenti e sovrapposta a video di carattere molto diverso tra loro, associati in alcuni casi ad una colonna sonora. Al-Midàn ha cessato così di essere il testo poetico di al-Abnudi per trasformarsi in una miriade di testi multimediali, patrimonio collettivo della comunità di youtube e in questa forma ha continuato ad essere “risemiotizzata” e “fruita” da decine di migliaia di persone.