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La ‘Ndrangheta a Torino


Ricostruzione interattiva della presenza della ‘Ndrangheta a Torino.

Il racconto di Varacalli Rocco, dalla Calabria a Torino, raccolto dai giornalisti de La Stampa (15.12.2009) Monga e Zancan l’unico pentito dell’ndrangheta in Piemonte.

Come ricicla la ‘ndrangheta a Torino?
“Appalti e subappalti, costruendo e comprando immobili. Gli ’ndranghetisti di oggi hanno tutti delle imprese. Con i soldi della droga paghi puntuale i dipendenti, compri macchinari e materiali. Poi aspetti i bonifici delle azienda appaltatrici. Ci sono imprese dell’ndrangheta che lavorano a Torino da 30 anni. E nessuno le ha mai toccate”.

Lei dove ha costruito a Torino?
“Il palazzo dopo il cavalcavia di via Mazzarello. Tutta la nuova zona a fianco del Palazzo Lancia. Ho preso il lavoro in subappalto nel 2003. Stavo costruendo lo scheletro di 308 alloggi. Poi mi hanno arrestato con un chilo e mezzo di eroina. Ma solo io, nel giro di due anni, sono riuscito a riciclare 2 milioni di euro”.

Quanta ‘ndrangheta c’è nel Torinese?
“Tantissima, ma non si vede. È l’organizzazione più potente perché riesce davvero ad essere segreta. Ogni zona della città è coperta da un locale. Un nucleo formato da minimo cinque persone: picciotto, capo giovane, contabile, mastro di giornata e capo società”.

Mappa dei beni confiscati in provincia di Torino - Fonte Alessandro Risi

Mappa dei beni confiscati in provincia di Torino – Fonte Alessandro Risi

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Claudio Rossi

“Ci sono uomini nel mondo che governano con l’inganno. Non si rendono conto della propria confusione mentale. Appena i loro sudditi se ne accorgono, gli inganni non funzionano più.”

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