Aprire le frontiere per accogliere i migranti è una sfida epocale. Un gesto di coraggio e di lungimiranza: sociale, economica e politica. Una rivoluzione.
“Benvenuti a Monaco, salite sull’altro treno sulla banchina dove riceverete aiuto“. È questo il messaggio che si sentiva dagli altoparlanti della stazione ferroviaria di Monaco, dove cittadini tedeschi e stranieri (turchi, siriani, dal Ghana e dalla Palestina da anni regolari in Germania) hanno accolto l’arrivo di treni carichi di migranti con applausi e cantando l’Inno alla gioia.
È una lezione di Storia quella che ha impartito la Merkel in questi giorni all’Europa riluttante e meschina. Accogliendo i rifugiati, richiamando severamente gli altri Paesi che fanno parte dell’Unione europea a rispettare i valori fondanti del Vecchio continente, a evitarne il fallimento morale, perché l’Europa deve saper affrontare la natura di questo dramma, e la sua complessità storica. La Francia si è impegnata ad accogliere 24mila rifugiati nei prossimi due anni. La Spagna ne accoglierà 15mila. In Grecia solo oggi sono arrivate seimila persone.
Negare l’accoglienza sarebbe stato “negare la democrazia o il governo della legge”. Per i tedeschi, un diritto della Costituzione. Come per gli italiani (art. 10, lo ricordiamo a Salvini).