Monsignor Patrizio Benvenuti, 64enne prelato di origini argentine, è stato arrestato dalla Guardia di Finanza di Bolzano e altre 9 persone, tra cui una suora, un barone belga e una principessa, indagate per una truffa di oltre 30 milioni di euro, riciclaggio e evasione fiscale. Sequestrati beni per oltre 10 milioni. Trecento i truffati. Al monsignore è stato sequestrato un vero e proprio tesoro. Ville, opere d’arte, finanche un museo.
La sua dimora in Italia era Villa Vittoria, il prestigioso palazzo quattrocentesco sulla scogliera di Piombino, che è stato posto sotto sequestro preventivo. Leonardo da Vinci progettò le mura della fortezza e ci soggiornò nel 1502. La villa fu anche residenza della principessa Elisa Bonaparte, sorella di Napoleone.
La vicenda è venuta alla luce grazie alla denuncia alle Fiamme Gialle di una ex collaboratrice del prelato, suora Agnese Colz, per vent’anni al servizio del monsignore che in buona fede, era stata nominata responsabile di un “Trust” e riceveva inconsapevolmente posta commerciale e documenti. La religiosa, infatti, aveva poi raccontato ai militari della Guardia di Finanza che, spinta dalla fiducia che riponeva nell’ ecclesiastico, quando lavorava con lui a Roma, aveva firmato alcuni contratti costitutivi, divenendo, tra l’altro, rappresentante legale della Opus nella sede in Alto Adige, rimanendo così coinvolta nel procedimento fallimentare della società Kepha Invest in Belgio.
I truffati versavano i propri soldi al sacerdote, destinati alla sua Fondazione umanitaria Kepha, che finivano però in un articolato meccanismo di riciclaggio tra persone, società estere e italiane. Un giro vorticoso di soldi che arrivavano direttamente nelle casse della Fondazione Kepha, che aveva scopi umanitari, e si disperdevano poi in una miriade di società con sede in Belgio. Coinvolti ingenui risparmiatori, ma anche nomi importanti del jet set, come la principessa Stéphanie de Lannoy, moglie del principe Guglielmo, erede al trono del Lussemburgo.
L’indagine della Guardia di Finanza punta quindi ad accertare i veri responsabili della sparizione del denaro affidato, soltanto per un equivoco, a chi in quel momento sembrava rappresentare un’istituzione come il Vaticano ma che in realtà ha alimentato soltanto i conti personali delle persone che ad oggi sono nel mirino della Procura della Repubblica di Bolzano.
Benvenuti, 64 anni, residente alle Isole Canarie, ha operato a vari livelli nel Tribunale Ecclesiastico della Santa Sede in Vaticano e ha ricoperto anche l’incarico di secondo Cappellano Militare presso la Scuola di Telecomunicazioni delle Forze Armate gestita dalla Marina Militare a Chiavari (Genova).