Per i manager, eroi delle disgrazie italiche, la crisi non esiste. E come tutti i grandi eroi che vivevano per compiere gesta gloriose in battaglia che avrebbero assicurato loro il ricordo da parte dei posteri, i manager vivono e lavorano per assicurarsi una buonuscita d’oro.
Anche quest’anno la classifica dei manager più pagati è costellata da pensionii d’oro. Lo stipendio più ricco del 2012 spetta all’ex ad delle Generali, Giovanni Perissinotto, licenziato dai suoi azionisti con 11,6 milioni, di cui 10,6 come buonuscita. Segue l’ad di Ferragamo, Michele Norsa con 9,4 milioni grazie a un maxi-bonus da 8,6 milioni di euro. All’ex di Impregilo, Alberto Rubegni i 6 milioni di buonuscita, tagliato dopo che i Salini hanno preso il controllo del gruppo, permettono di eguagliare i 7,4 milioni dell’ad Fiat e Fiat Industrial, Sergio Marchionne (3,6 milioni di bonus). La lista continua con Francesco Gori, ex dg di Pirelli Tyre con 7 milioni (5,9 di buonuscita), e Pietro Franco Tali, dimessosi da Sipem dopo le indagini sulle tangenti in Algeria.
Mentre l’Italia affonda, le cose per i manager più pagati, a guardare questa classifica, non vanno affatto male:
1) Giovanni Perissinotto (Generali) 11,5 milioni
2) Michele Norsa (Ferragamo) 9,4 milioni
3) Alberto Rubegni (Impregilo) 7,4 milioni
3) Sergio Marchionne (Fiat) 7,4 milioni
5) Francesco Gori (Pirelli) 7,0 milioni
6) Pietro Franco Tali (Saipem) 6,95 milioni
7) Paolo Scaroni (Eni) 6,4 milioni
8) Luca C. di Montezemolo (Ferrari) 5,5 milioni
9) Piergiorgio Peluso (Fonsai) 5 milioni
10) Andrea Guerra (Luxottica) 4,34 milioni