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Costruire con intelligenza: La Casa Passiva

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La Casa Passiva è un’abitazione che assicura il benessere termico senza o con una minima fonte energetica di riscaldamento interna all’edificio. Ridurre i costi energetici ed eliminare gli sprechi, fino al traguardo delle bollette a costo zero.

Ha dei costi di fabbricazione superiori alla media dell’edilizia tradizionale, tra il 6 e l’8 per cento in più, ma questa spesa viene ammortizzata in un arco di tempo non superiore al decennio.

Che cos’è la Casa Passiva

Il concetto di Casa Passiva è nato nel maggio 1988 dalla collaborazione tra Bo Adamson ed il tedesco Wolfgang Feist. La prima casa conforme a quello che in seguito è diventato lo standard “Passivhaus” fu costruita da Wolfgang Feist nel 1991 Darmstradt in Germania, il cui progetto è stato poi finanziato dal land tedesco di Hessen.

La prima Casa Passiva di tipo pluri-familiare si trova a Friburgo edificata nel 1999. Seguirono un complesso residenziale di 21 case a Wiesbaden, 32 case ad Hannover-Kronsberg , e 52 case a Stoccarda. Oggi ci sono più di 30.000 abitazioni passive in Europa.

La casa è detta passiva perché la somma degli apporti passivi di calore dell’irraggiamento solare trasmessi dalle finestre e il calore generato internamente all’edificio da elettrodomestici e dagli occupanti stessi sono quasi sufficienti a compensare le perdite dell’involucro durante la stagione fredda.

Edifici passivi possono essere realizzati in ogni materiale di costruzione: legno strutturale, mattone, cemento armato. L’energia necessaria a pannelli solari o pompa di calore per riscaldare l’aria dell’impianto di ventilazione controllata a recupepareggiare il bilancio termico dell’edificio è tipicamente fornita con sistemi non convenzionali.

Queste prestazioni si ottengono con una progettazione molto attenta, specie nei riguardi del sole, con l’adozione di isolamento termico ad altissime prestazioni su murature perimetrali, tetto e superfici vetrate e mediante l’adozione di sistemi di ventilazione controllata a recupero energetico.

Per il riscaldamento, una Casa Passiva richiede, infatti, non più di ca. 1,5 l di olio combustibile o 1,5 m3 di gas metano in un anno, considerando un utilizzo normale dell’edificio. Dovendo fare un confronto, un edificio di nuova costruzione (secondo le direttive vigenti in Germania) necessita di 6-10 litri di olio combustibile per ogni m2 di superficie.

Per approfondire: Ecco come migliorare l’efficienza energetica di una casa

Quante sono le Case Passive in Italia?

In Italia sono poche l’esperienze che vanno in questa direzione. Ad oggi risultano essere certificati circa 80 edifici passivi. L’IG Passiv Austria, ha pubblicato i risultati di uno studio sul numero delle Case Passive in Europa, secondo questo studio nel 2010 l’Italia si posizionava in 5a posizione per il numero di Case Passive realizzate dopo la Germania, Austria, Svizzera e Belgio.

Ricordiamo le iniziative più importanti come quelle prese dalla Provincia Autonoma di Bolzano in Alto Adige che da diversi anni ha emanato una legge provinciale per istituire certificazione Casa Clima (CCC) per la quale una Casa Passiva corrisponde alla Casa Clima di classe oro. 

Il primo edificio passivo pubblico italiano si trova a Bolzano in Alto Adige: “l’EXPOST” progettato dall’architetto Michael Tribus nel 2004, si tratta dell’adeguamento di un ex edificio postale ora sede degli uffici della Provincia Autonoma di Bolzano. L’edificio con una cubatura di 20.000 mc consuma 
7 kWh/m²anno, che corrisponde a meno di un litro di olio combustibile per metro quadrato all’anno.

Da leggere: In Italia due milioni di case a rischio crollo

Wolfgang Feist, il papà della Casa Passiva

Wolfgang Feist, considerato il padre dell’edificio passivo:

“Oggi noi viviamo in condizioni diverse da quelle di 50 o di 100 anni fa. Lo scenario non è dei più promettenti consumiamo più risorse di quelle che il pianeta può rigenerare. Entro il 2050 consumeremo l’equivalente di 3 pianeti, se non adottiamo misure preventive.
Wolfgang Feist inventore Casa PassivaL’Europa si sta impegnando molto, le politiche energetiche dei primi anni 2000 hanno prodotto molteplici benefici, primo fra tutti il programma per la riduzione di emissioni di CO2 entro il 2020. Serve però il consenso popolare per intervenire, le tecnologie ci sono, basta applicarle.

Creare edifici caratterizzati da comfort e benessere ed efficienti energeticamente significa metterli sia a nostra disposizione sia dei posteri, cercando di non sfruttare in maniera irrecuperabile risorse non rinnovabili o di danneggiare l’ambiente in maniera irreversibile. Sono dunque indispensabili soluzioni progettuali e concrete che possano essere gestite anche senza energie fossili e che evitino eventuali e ulteriori interventi irreversibili.

La risposta alla domanda: “qual è la forma di energia più tollerabile ovvero compatibile” è: meno Energia. Quando si progetta un’abitazione passiva, si devono tenere in considerazione diversi fattori, quali la temperatura esterna nell’anno e l’umidità media. Un edifico passivo costruito a Bolzano, sarebbe inefficiente a Palermo. Esistono numerosi programmi di simulazione.

Le buone realizzazioni, quelle che sono energeticamente efficienti, si contraddistinguono perché, oltre al risparmio energetico, forniscono un “plus“ in fatto di comfort e sicurezza; esse rappresentano un guadagno sia per gli investitori che per gli utilizzatori, così come per l’economia a livello locale, regionale, nazionale ed europea. Nel settore dell’edilizia, questo guadagno viene prodotto dalle case passive”.

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Claudio Rossi

“Ci sono uomini nel mondo che governano con l’inganno. Non si rendono conto della propria confusione mentale. Appena i loro sudditi se ne accorgono, gli inganni non funzionano più.”

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