Con la crisi gli Italiani ricorrono sempre di più al mercato dell’usato. Non più solo auto e moto. Ma anche libri, dischi, giocattoli, computer, cellulari e persino capi d’abbigliamento. E, secondo quanto rilevato dall’Osservatorio Mensile Findomestic sui beni durevoli, il 48%, cioè uno su due, vi ha fatto ricorso o, a breve, vi farà ricorso. E il 41% ha affermato che nei prossimi mesi ricorrerà ancora di più a questo canale d’acquisto. Questo significa che il mercato dell’usato è destinato a crescere. Con i giovanissimi che ne danno una valutazione particolarmente positiva. Anche questa è un’immagine della crisi che attraversa l’Italia. Un’Italia che a giugno fa segnare un grado di fiducia stabile ai minimi storici: 3,2 punti, contro il 3,13 del mese precedente. Stabile anche il grado di propensione al risparmio, anch’esso in linea con il mese precedente: il 13% degli Italiani aumenterà i soldi che intende mettere da parte (a maggio la quota era del 13,4%).
Fino a qualche anno fa i consumatori facevano ricorso al mercato dell’usato solo per le auto e le moto. Oggi, con la crisi che ormai insiste da 5 anni, il rapporto che gli Italiani hanno con il mercato dell’usato è cambiato profondamente. Un cambiamento che ha anche un profilo sociale, in termini di abitudini, prima ancora che squisitamente economico. Chi si rivolge al mercato dell’usato lo fa principalmente per motivi di convenienza e risparmio. Il fattore legato all’immagine, ovvero il piacere di disporre di un prodotto appena uscito dalla linea di produzione, viene giudicato secondario. Da segnalare, inoltre, che internet ha favorito la strutturazione di questo mercato, oggi perfettamente accessibile e molto efficiente per quel che riguarda le sue dinamiche. Non sorprende che siti web come E-bay, Subito.it e Amazon siano i mezzi più utilizzati per trovare offerte e promozioni vantaggiose. L’usato riscuote grande successo tra i giovani e i giovanissimi (fascia d’età 18 – 34 anni), più della metà dei quali (il 52%) vi farà ricorso più frequentemente in futuro. I più restii ad aumentare l’acquisto di beni usati sono, invece, i 45 – 64enni: il 13% di loro non ne vuole proprio sapere di comperare un bene giù appartenuto ad altri, solo il 38% si dice propenso, il 49% non sa. Questa dell’usato è un’altra foto dell’Italia alle prese con la crisi, che ormai morde da 5 anni.