In Italia aumentano gli infortuni sul lavoro

Aumentano in Italia, per la prima volta dopo dieci anni, gli infortuni nei luoghi di lavoro. È un campanello d’allarme. Il ricatto di un reddito a qualunque costo spinge ad accettare qualunque condizione di lavoro e a lucrare sono imprenditori senza scrupoli. Ogni anno circa 160mila cittadini europei muoiono per malattie collegate al proprio lavoro.

Dai recenti dati pubblicati dall’INAIL nel 2016 le denunce di infortuni sul lavoro sono aumentate, rispetto allo scorso anno, di circa 5.200 unità, pari ad un +0,9%. Stesso trend per le malattie professionali, con un più 2,9%, raggiungendo le quasi cinquantaseimila unità. I settori di attività in cui si riscontra la maggiore crescita infortunistica sono i servizi alle imprese (+6,6%), i trasporti (+5,1%), la fabbricazione di autoveicoli (+5,1%) e il settore metalmeccanico (+2,9%). Unico segno negativo quello dell’agricoltura (-4,2%).

Le morti bianche, fortunatamente, sono in forte calo, si parla di 145 unità in meno. Nel 2016 si sono registrati 935 casi di morti bianche. Il dato Inail va però a scontrarsi con quello raccolto dall’Osservatorio indipendente di Bologna che dal 2008 registra i morti sul lavoro e i casi di infortunio. L’Osservatorio segnala, infatti, addirittura un aumento dei decessi del 31%, considerando anche i casi di incidenti sul lavoro dove sono coinvolti i braccianti non assicurati e non risultanti nelle liste Inail.

Non è questo il lavoro che serve all’Italia. Per superare la fase recessiva serve un lavoro sicuro e di qualità.

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Claudio Rossi

“Ci sono uomini nel mondo che governano con l’inganno. Non si rendono conto della propria confusione mentale. Appena i loro sudditi se ne accorgono, gli inganni non funzionano più.”