Negli ultimi dodici mesi il numero dei disoccupati in Europa è salito di 2 milioni, superando i 25 milioni. Il tasso di disoccupazione è del 10,6% nell’UE e dell’11,6% nella zona euro. La disoccupazione di lunga durata è in aumento e quasi un disoccupato su due è senza lavoro da più di un anno. La situazione varia notevolmente tra un paese europeo e l’altro, con tassi di disoccupazione nazionali che vanno in media da meno del 5% a più del 25%.
I giovani sono la categoria più colpita, che rischiano anche di essere sempre più marginalizzati, con tassi di disoccupazione che in alcuni paesi superano il 50%. Ciò ha conseguenze immediate, ma anche a medio e lungo termine. L’aggravarsi della crisi del mercato del lavoro può traumatizzare gran parte di un’intera generazione di giovani nonché danneggiare l’occupazione, la produttività e la coesione sociale, ora e in futuro. Circa 5,5 milioni di giovani sul mercato del lavoro (più di 1 su 5) non trovano un posto di lavoro e 7,5 milioni di giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni sono cosiddetti NEET (not in employment, education or training) cioè disoccupati non iscritti a corsi di istruzione o formazione. Il costo economico del mancato inserimento dei giovani nel mercato del lavoro è stimato da Eurofound in oltre 150 miliardi di euro l’anno, pari all’1,2% del PIL della UE. Per alcuni paesi, come Bulgaria, Cipro, Grecia, Ungheria, Irlanda, Italia, Lettonia e Polonia, esso rappresenta il 2% o più del PIL.
“Un alto tasso di disoccupazione giovanile ha conseguenze drammatiche per le nostre economie, le nostre società e soprattutto per i giovani. È per questo che adesso dobbiamo investire nei giovani d’Europa”, ha dichiarato il commissario europeo per l’occupazione, gli affari sociali e l’inclusione, László Andor. “Questo pacchetto aiuterà gli Stati membri a garantire il buon esito della transizione dei giovani verso il mondo del lavoro. Le conseguenze economiche dell’inerzia sarebbero estremamente gravi”.
L’analisi annuale della crescita 2013, sottolinea che gli Stati membri devono fare di più per lottare contro la disoccupazione, migliorare l’occupabilità e favorire l’ingresso o il reinserimento nel mercato del lavoro, in particolare per i disoccupati di lunga durata e i giovani, attraverso misure volte a:
- potenziare i servizi di collocamento pubblici e le misure attive per il mercato del lavoro, tra cui il miglioramento delle competenze, un’assistenza personalizzata per la ricerca di un impiego, un sostegno all’imprenditoria e al lavoro autonomo e programmi a favore della mobilità. Nonostante le risorse supplementari destinate a queste attività e gli sforzi compiuti per migliorarne l’efficienza, il sostegno fornito non è sufficiente considerato il numero di persone ufficialmente in cerca di lavoro registrato in diversi paesi;
- lottare contro l’abbandono scolastico e facilitare il passaggio dalla scuola al mondo de lavoro sviluppando tirocini, apprendistati e sistemi di apprendimento duale (istruzione classica più esperienza pratica sul posto di lavoro) di qualità; migliorare le competenze imprenditoriali per favorire la creazione di nuove imprese e innalzare i livelli di occupabilità dei giovani;
- sviluppare e attuare regimi di garanzie per i giovani che assicurino a tutti i giovani di meno di 25 anni un’offerta di lavoro, formazione continua, apprendistato o tirocinio entro quattro mesi dal termine dell’istruzione formale o dall’inizio della disoccupazione. Questi regimi possono essere cofinanziati dal Fondo sociale europeo;
- agevolare la partecipazione al mercato del lavoro e l’accesso all’occupazione per le persone che costituiscono la seconda fonte di reddito familiare attraverso incentivi fiscali e l’offerta di strutture per l’infanzia accessibili e di qualità;
- agevolare l’accesso ai sistemi di formazione permanente, anche per i lavoratori più anziani, potenziando i partenariati fra gli istituti pubblici e privati che consentono di acquisire, applicare e aggiornare competenze specifiche;
- migliorare il collegamento fra i sistemi di istruzione e di formazione permanente e le esigenze del mercato del lavoro. Nel contesto attuale, possono rivelarsi di particolare efficacia i titoli di ciclo breve (due anni) dell’istruzione superiore e i programmi di mobilità mirati;
- favorire la mobilità professionale transfrontaliera eliminando gli ostacoli giuridici e agevolando il riconoscimento delle qualifiche e dell’esperienza professionale. La cooperazione fra i servizi di collocamento deve essere rafforzata e la piattaforma EURES può costituire il punto di partenza per una maggiore integrazione del mercato occupazionale europeo.
“Un alto tasso di disoccupazione giovanile ha conseguenze drammatiche per le nostre economie, le nostre società e soprattutto per i giovani. È per questo che adesso dobbiamo investire nei giovani d’Europa”, ha dichiarato il commissario europeo per l’occupazione, gli affari sociali e l’inclusione, László Andor. “Questo pacchetto aiuterà gli Stati membri a garantire il buon esito della transizione dei giovani verso il mondo del lavoro. Le conseguenze economiche dell’inerzia sarebbero estremamente gravi”.